Il modo più ecologico ed intelligente per smaltire i rifiuti organici (foglie, fiori, residui di cucina, letame, liquame, residui di potatura) è trasformarli in concime, grazie al processo di compostaggio.Il concime che si ottiene è detto compost o terricciato.
Ma come fare ad ottenere questo prodotto?
Il compostaggio può essere praticato solo a livello industriale o anche a livello domestico. Come vedremo esistono diverse tecniche per realizzare questo processo di riciclaggio anche da soli.Naturalmente un compostaggio fai da te a livello casalingo presuppone un giardino o delle compostiere.
E’ possibile attuarlo anche in buche scavate nel terreno, ma il risultato è più lento e di minore qualità. Trasformare i materiali organici di scarto in compost è un processo che potrebbe contribuire a dare una mano al difficile smaltimento dei rifiuti solidi urbani, almeno per quanto riguarda la parte organica.
In alcuni Comuni questa pratica viene incentivata operando uno sconto sulla tassa dei rifiuti solidi urbani.
Il compostaggio è un processo biochimico che avviene in condizioni controllate, sia che lo si pratichi a livello industriale che domestico. Con più precisione il significato della parola indica un insieme di reazioni per cui sostanze con molecole organiche complesse (scarti dell’agricoltura, erbacce, scarti di potatura sminuzzarti, eiezioni di animali, frazione umida dei rifiuti) vengono degradate in composti più semplici accompagnati da sviluppo di anidride carbonica, acqua e calore.
Dette reazioni avvengono ad opera di batteri e muffe, ma anche di macrorganismi come: lombrichi ed insetti. Tutti questi agenti sopravvivono, in un ambiente aerobico ossia ricco di ossigeno che è presente in grandi quantità durante l’intero processo. Per tale motivo il compostaggio è anche noto come digestione aerobica in contrapposizione a quella anaerobica che avviene sempre ad opera di batteri che però vivono in ambiente privo di ossigeno.
Il risultato finale di un così fatto processo è un humus (componente chimico del terreno) ossia un prodotto stabilizzato e quindi non più suscettibile di putrefazione che prende il nome di compost.
Quali sono le tecniche da mettere in atto, per riciclarli e perchè?
Proviamo a dare risposta a queste domande spiegando i meccanismi che regolano il processo di trasformazione dei rifiuti organici.
Le sostanze vegetali sono costituite come accennato da molecole organiche di varia natura come possono essere: cellulosa, amido, acidi grassi, zuccheri, etc. Tutte queste molecole hanno un elevato tenore energetico, ed è di tali sostanze e quindi di tale energia che batteri ma anche altri organismi presenti nel terreno si nutrono. Ora se unitamente ad esse è reperibile anche una adeguata quantità di azoto (indispensabile per lo sviluppo delle catene proteiche), aria ed acqua i batteri e gli altri organismi prolificheranno e si moltiplicheranno.
Una conseguenza del proliferare iniziale di microorganismi è il richiamo sul luogo, dove il processo si svolge, di una serie di altri attori questa volta di taglia maggiore degli insetti, vermi etc. che, partecipando al banchetto, contribuiranno alla digestione ed al degrado della biomassa iniziale.
Da quanto abbiamo detto risulta abbastanza evidente che la composizione chimica del compost, casalingo o industriale che sia, è alquanto variabile ed ovviamente dipende dai rapporti tra le varie sostanze che sono state messe a digerire.
Più specificatamente dipende dal rapporto tra la massa dei componenti verdi (erbacce, vegetali, etc) e quelli bruni (paglia, scarti ignei, eiezioni di animali, etc.) dove i primi hanno una preponderanza di azoto ed i secondi una preponderanza di carbonio.
Un compost quindi è caratterizzato dal suo rapporto C/N ossia dal rapporto tra la sua percentuale di carbonio e quella di azoto.
Comunque mediamente la composizione chimica di un buon compost ha i seguenti valori:
Umidità e quindi acqua pari al 30-35%. |
Carbonio pari ad una percentuale che spazia tra il 30 ed il 40%. |
Ossido di calcio CaO pari al 15-20%. |
Anidride Fosforica P2O5 pari al 2-3%. |
Azoto pari al 1-2%. |
Ossido di potassio pari al 1%. |
Metalli (Rame, Zinco, Ferro) tracce. |
Questa sua composizione fa del compost un ottimo concime per l’agricoltura ed in particolare, date le caratteristiche del suo processo produttivo, dell’agricoltura biologica. Non a caso per millenni si è concimato i raccolti con un prodotto ottenuto dalla fermentazione all’aria di eiezioni di animali mescolate con la paglia.
Una classificazione degli impianti, e delle tecniche di compostaggio viene fatta essenzialmente in funzione della loro taglia. Abbiamo perciò:
Consentono smaltimento della frazione organica o umida dei rifiuti solidi urbani e di scarti dell’industria agricola ed agroalimentare nonché la produzione di concime su scala industriale e come valore aggiunto produzione di energia termica (le reazioni di degradazione dei composti organici generano calore) che può essere utilizzata nella zootecnia e nell’agricoltura.
Anche per gli impianti industriali esistono processi di digestione da parte di batteri anaerobi che producono gas combustibili di cui un esempio è il syn gas.
Ma come più volte detto fin’ora è possibile realizzare il processo di compostaggio anche a livello domestico. Vediamo quindi come fare e quali sono le istruzioni da seguire per ottenere un perfetto compost fai da te.
Un piccolo impianto di compostaggio domestico ha una diversa organizzazione a seconda se si risiede in campagna o in città.
Nel caso che si risieda in campagna tutto è più semplice: basta disporre di uno spazio circoscritto ad una certa distanza dall’abitazione. In questa situazione si realizza quello che viene denominato compostaggio a cumulo.
Per chi invece abita in città il compostaggio casalingo fai da te deve essere fatto in appositi contenitori detti compostiere.
Ottimali | Utilizzabili con accorgimenti | Da evitare assolutamente |
Scarti dell’agricoltura | Cenere ma in quantità modeste | Metalli pesanti |
Avanzi di cucina di origine vegetale | Ossa se sminuzzate | Legno verniciato |
Fondi di caffé e the | Avanzi di carne e pesce ma vanno ricoperti perché attirano animali ed insetti | Vetro ed altri inerti (ceramica,etc.) |
Pane raffermo sminuzzato | Lettiere di animali domestici se si è certi che sono privi di microorganismi patogeni | Carta e cartone stampato e specialmente quello patinato |
Residui di potatura sminuzzati | Foglie secche di alberi che si decompongono lentamente come gli aghi dei pini | Plastica |
Paglia e foglie secche | Scarti di piante infestate da parassiti | |
Erba falciata | ||
Carta e cartone non patinato e non stampato | ||
Legno sminuzzato e segatura | ||
Fiori e piantine secche | ||
Gusci di uova |
Come accennato per ottenere un buon compost e per far partire il processo occorre che il rapporto carbonio ed azoto sia ottimale e cioè compreso tra 20 e 30. Ossia devono essere presenti almeno 20 parti di carbonio per ogni parte di azoto.
Gli elementi ricchi di carbonio sono di norma quelli marroni e secchie e quelli ricchi di azoto quelli verdi e umidi.
Per preparare tutto ciò non vi è necessità, come si potrebbe temere, di una laurea in chimica biologica ma basta applicare la seguente semplice e pratica regoletta empirica: 2 parti (in peso perché i volumi sono difficilmente comparabili) di sostanze verdi ed umide per ogni parte di composto marrone e secco.
Il cumulo per questo tipo di compostaggio domestico va preparato con una precisa tecnica, vediamo come fare.
Si parte da una base drenante per non favorire ristagno d’acqua, composta da sterpaglie e rami, disposti in modo da formare un rettangolo, a cui si sovrappongono strati della miscela alternati da strati sottili di compost già pronto. Si ottiene così una sorta di piramide che si ricopre con foglie. Nella preparazione del cumulo sono essenziali due particolari.
Come si farà a valutarla? Ancora una volta ci viene in soccorso una semplice regola empirica: si raccoglie con la mano una manciata di prodotto e lo si strizza: devono uscire solo poche stilla di umidità.
La prima operazione, una volta che si è stabilito il terreno che si desidera utilizzare e che deve essere asciutto, è di preparare la miscela dei prodotti che si vuole far digerire. Tale operazione è essenziale per una buona riuscita del compost.
Una volta selezionati gli elementi da trattare e miscelati opportunamente occorre preparare il cumulo.
La colonia di batteri e muffe iniziale, che il processo farà proliferare e che determineranno la digestione, viene fornita dagli strati di compost che si utilizzano per preparare il cumulo. Volendo aggiungere dei lombrichi che accelerano il processo basta considerare che questi in campagna sono facilmente reperibili scavando il terreno vicino ad una concimaia. |
Il cumulo va rimescolato o bagnato se durante il processo di digestione si compatta troppo o si secca troppo.
Se tutto procede nella maniera migliore il compost sarà pronto in circa 6 mesi e durante tale periodo non si dovrebbero percepire odori sgradevoli che sono il sintomo di sviluppo di sostanze gassose per fenomeni putrefattivi ad opera di batteri anaerobi (che vivono in ambienti privi di ossigeno).
Ma come si fa se non si ha un giardino a disposizione ad effettuare il riciclaggio dei i rifiuti organici fai da te?
Se si risiede in città la metodologia del cumulo non è applicabile e per mettere in atto un processo di compostaggio domestico bisognerà ricorrere ad una compostiera.
E’ possibile acquistare una compostiera in plastica nei negozi specializzati per giardinaggio con un costo di una trentina di euro circa.
In alcuni comuni la compostiera viene fornita dall’azienda municipalizzata di rimozione dei rifiuti. Il compostaggio infatti può utilizzare l’intera fase organica di questi e di conseguenza la sua pratica consente di ridurre la quantità di rifiuti di una percentuale che mediamente si aggira intorno al 25% del totale con un risparmio economico ed energetico tutt’altro che trascurabile |
Una alternativa all’acquisto o al comodato, per gli appassionati del fai da te, è autocostruirsi la compostiera partendo da qualche metro di rete metallica a maglie strette e di telo ombreggiante di plastica.Vediamo come fare:
Anzitutto è necessario disporre la compostiera in una zona che sia soleggiata in inverno e protetta dai raggi solari in estate.
Vanno poi depositati nella compostiera i rifiuti organici alternati, creando strati di 15-20 cm, su un primo strato di rami di alberi che favoriscono la circolazione dell’aria ed evitano il ristagno dell’acqua, nello stesso modo in cui si depositano nel cumulo.
Se non si ha a disposizione la giusta quantità di materiale marrone da riciclare, dato che in città non sono disponibili rami o altro, è possibile utilizzare segatura e cartone.
Il processo di decomposizione può essere accelerato con l’utilizzo di un attivatore biologico che è una sostanza costituita da microorganismi che si trova in vendita nei negozi per il giardinaggio o per il fai da te.
Rivoltare i materiali dall’alto in basso almeno due volte nell’arco dei sei mesi, aiutandosi con un forcone, l’attrezzo agricolo utilizzato per accumulare la paglia.
Ventilazione e umidità favoriscono il processo di decomposizione. Grazie all’attività dei batteri e allo spontaneo riscaldamento i residui si trasformano in “compost”, nell’arco di sei mesi.
Naturalmente da quanto detto appare evidente che compostare, sopratutto in un ambiente domestico, non è proprio semplicissimo e che la tecnica può presentare svariati problemi tra cui i cattivi odori e la presenza di animali.
Il cattivo odore può verificarsi a causa di un eccesso di parti umide, per cui occorre in questo caso aggiungere materiale marrone.
E’ importante inoltre fare un buono strato di drenaggio sul fondo per evitare la fuoriuscita di liquidi maleodoranti.
Anche la mancanza di ossigeno può causare cattivo odore, per cui è necessario rivoltare il più frequentemente il compost diventato molto compatto.
La presenza di animali quali moscerini e topi è dovuta al materiale fresco, soprattutto proteico, in superficie. Per evitarli è necessario spingere in fondo tali materiali e coprire il compost con foglie secche.
La normativa di riferimento sul compost a livello nazionale è regolata dal Decreto Legislativo 22/97 che stabilisce le procedure semplificate che si possono seguire per avere un compost rispondente ai requisiti da utilizzare come fertilizzante.
Molti comuni effettuano sgravi sulla tariffa per il servizio di gestione dei rifiuti urbani per chi effettua compostaggio domestico.
CORRELATI
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. |
Attrezzi Auto Casa Costruzioni Forum Giardinaggio Giardino Guide Impianti Materiali Mobili Muratura Rivestimenti