Caminetti bioetanolo: consumi, installazione, vantaggi e svantaggi

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Che cosa sono i caminetti a bioetanolo?

I caminetti a bioetanolo sono camini che bruciano come combustibile l’etanolo, per produrre calore. Generalmente sono realizzati in maniera tale che poco si adattano a riscaldare appartamenti di cubatura consistente. Sono invece molto comodi ed anche particolarmente belli se utilizzati per il riscaldamento di ambienti di dimensioni contenute (mediamente intorno ai 125 metri cubi). Essi, infatti, associano ad una combustione pulita, tanto da non necessitare di canna fumaria, il fascino della fiamma a realizzazioni estetiche particolarmente pregevoli.

Quindi hanno i pregi del tradizionale camino: il calore, il fascino delle fiamme che ardono, ma nessuno dei suoi difetti e perciò niente fumi e gas pericolosi né fastidio del maneggio della legna per alimentarne la fiamma. Inoltre il bioetanolo è contenuto all’interno del camino stesso in un apposito serbatoio che ha autonomia di molte ore e quindi non vi è necessità di allocare il combustibile, contenuto in taniche o bottiglie, all’interno della stanza da riscaldare.

Le caratteristiche salienti di un caminetto a bioetanolo sono:

Bioetanolo.

Il bioetanolo è etanolo, o, volendo usare una terminologia più familiare è alcool etilico (quello contenuto nel vino), ottenuto per fermentazione di prodotti agricoli ad elevato tenore glucidico. Dove i glucidi sono composti organici di carbonio, idrogeno ed ossigeno noti anche come carboidrati, saccaridi o zuccheri. Volendo essere più precisi il bioetanolo si ottiene facendo fermentare: mais, canna da zucchero, patate ma anche scarti di lavorazioni agroalimentari come le vinacce o fibre di cellulosa ottenute da colture di terreni marginali (terreni agricoli con scarsa produttività e perciò inadatti all’agro alimentare) come è la canna comune. La reazione di fermentazione che fornisce il bioetanolo è innescata da lieviti che sono microrganismi e precisamente dei funghi.

Il bioetanolo viene utilizzato come combustibile in stufe e o camini e nei motori a combustione interna. Il potere calorifico del bioetanolo ossia la quantità di calore che si sviluppa quando se ne brucia un chilogrammo è pari a 29.3 MJ/kg (Mega Joule/kilogrammo) unità di misura che equivale a 8,145 Kilowattora /kg.

Volendo avere un termine di paragone consideriamo il potere calorifico del legno. Questo è mediamente (dipende dall’umidità e dal tipo di legno) pari a 18,5 MJ/Kg.

Il bioetanolo non può considerarsi una fonte energetica rinnovabile ma quasi rinnovabile. Chiariamo. La pianta da cui il bioetanolo deriva per crescere necessita della sola energia solare per la fotosintesi cloroflliana e si rinnova in tempi relativamente brevi nell’ordine degli anni. L’energia solare ovviamente non è soggetta ad esaurimento. Si potrebbe perciò supporre che il bioetanolo sia una fonte di energia rinnovabile ma purtroppo non è così. La coltivazione ed il processo di trasformazione per ottenere l’alcool dai vegetali richiedono infatti una quota di energia (cosiddetta energia grigia) che comunque dovrà essere prodotta con fonti esauribili come i combustibili fossili. Comunque sia il bioetanolo rimane sempre un combustibile ecologicamente valido. Infatti presenta:

  • Combustione pulita. I sottoprodotti sono solo anidride carbonica ed acqua.

  • Scarso contributo al bilancio dei gas serra in atmosfera. Solo per la quota che le viene dall’ammontare di energia grigia necessaria per la coltivazione dei vegetali e la loro lavorazione.

L’utilizzo del bioetanolo come combustibile alternativo a quelli fossili desta però delle preoccupazioni nonostante i vantaggi elencati. Allo stato attuale, infatti, le colture da cui si ricava la maggior parte del prodotto, se si esclude la canna da zucchero, sono di tipo alimentare e per lo più cereali. Un loro massiccio impiego per produrre combustibili ne farà inevitabilmente lievitare i costi creando seri disagi nei paesi in via di sviluppo che sono già gravati da problemi di scarsa alimentazione. Sono comunque in studio processi per ottenere in maniera economica il bioetanolo da alghe marine e da fibre di cellulosa di coltivazioni come la canna comune e la paglia.

Come è costituito e come funziona un caminetto alimentato ad alcool etilico.

L’apparato è costituito da uno scatolato generalmente realizzato in metallo e vetro da fuoco con forme differenti. Lo scatolato è diviso in tre parti distinte:

  • La parte sottostante che alloca il serbatoio ed in cui è stivato il bioetanolo.

  • La parte sovrastante, la camera, in cui si sviluppa la combustione e quindi la fiamma. Questa parte è realizzata in vetro da fuoco ed in alcuni modelli è aperta superiormente.

  • Il bruciatore che mette in comunicazione serbatoio e camera in cui avviene la combustione.

Il principio su cui funziona il biocaminetto è molto semplice ed è lo stesso con cui funziona la vecchia spiritiera. All’interno del serbatoio di combustibile è immersa una pietra porosa che fuoriesce leggermente nella camera dove avviene la combustione. La giunzione tra parte superiore ed inferiore dello scatolato, e quindi tra serbatoio e camera di combustione, è realizzata in maniera tale che il serbatoio risulti completamente sigillato ed isolato rispetto alla camera di combustione tranne nella zona dove sporge la pietra porosa. L’alcool etilico risale attraverso di essa ed una volta all’esterno nella camera di combustione evapora. I vapori si mescolano all’aria comburente di cui è satura la camera e se vengono a contatto con una fiamma libera si incendiano. La fiamma che si sprigiona produce calore. In questa maniera combustibile e fiamma saranno nettamente separati dalla pietra porosa che fa la funzione dello stoppino della spiritiera e non vi sarà rischio di incendio dell’alcool stivato.

Tipologie ed installazione dei caminetti a bioetanolo.

Solitamente si usa differenziare i biocaminetti in funzione delle modalità con cui vengono installati e quindi di come vengono allocati nell’ambiente che dovranno riscaldare. In funzione di detto criterio possiamo avere:

  • Caminetti tradizionali o a parete. Si agganciano ad una delle pareti della stanza. La sistemazione in loco è generalmente semplice e non richiede operazione particolarmente complessa tanto che può essere realizzata dall’utente senza il supporto di tecnici specializzati. Ovviamente la casa costruttrice fornisce l’occorrente e precise istruzioni.

  • Caminetti ad isola. Sono fatti per essere collocati nel centro della stanza da riscaldare e non richiedono particolari accorgimenti per l’installazione, basterà appoggiarli al pavimento e bloccarli.

  • Caminetti sospesi. Sono sospesi al soffitto con due tiranti metallici.

Approfondisci le varie tipologie di caminetti moderni.

Pro e contro di questi caminetti.

I vantaggi di un caminetto a bioetanolo sono molteplici:

  • Sono di semplice installazione tanto da non richiedere l’intervento di un tecnico specializzato.

  • La combustione del bioetanolo, se si utilizza un prodotto specifico per biocaminetti, è pulita ed assolutamente non inquinante. Gli unici sottoprodotti sono CO2 e vapor d’acqua. Per tale motivo l’apparato non richiede canna fumaria il che rende la sua installazione non vincolata. L’unico accorgimento a cui ottemperare è una periodica immissione di aria fresca nella stanza dopo un po’ di ore di funzionamento. L’ambiente si satura di anidride carbonica.

  • Non necessitano di canna fumaria e quindi di opere murarie precedenti alla installazione.

  • Hanno un elevato rendimento. Non avendo canna fumaria tutto il calore della combustione rimane nell’ambiente da riscaldare.

  • Non necessitano di pulizia e manutenzione periodica. La combustione non produce infatti alcun sottoprodotto solido.

Puoi approfondire come si esegue la manutenzione del camino.

  • Consentono realizzazioni con design sofisticato ed in tal modo costituiscono dei preziosi complementi di arredo.

Unico svantaggio dei biocaminetti è che non sono adatti a riscaldare grandi volumi per tempi lunghi. Si adattano bene a riscaldare per tempi contenuti (3/4 ore a giorno) ambienti di dimensioni ridotte 40/50 metri quadri. Sono perciò adatti a climi che richiedono un riscaldamento occasionale e per tempi di qualche ora e quindi al periodo invernale di aree a clima temperato.

Prezzo di acquisto e consumi di un caminetto a bioetanolo.

I prezzi di acquisto di un dispositivo a bioetanolo vanno da un minimo di 50 € per i modelli più spartani a poco meno di 1000 € per i modelli più sofisticati.

Il consumo settimanale di un caminetto che rimane acceso per un tempo di 2/3 ore giornaliere è di circa 5 litri di alcool (supponendo di dover riscaldare un ambiente di circa 35 mq in una zona di clima temperato). Il costo medio di un litro di bioetanolo è circa 4 €.

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