L’acqua, elemento vitale per tutti i giardini, per i giardini acquatici rappresenta l’elemento qualificante. Com’è noto, sia nei giardini occidentali che in quelli orientali, l’acqua, ferma o in movimento, fornisce un contributo sia estetico che vitale. Non a caso per gli orientali l’acqua simboleggia la vita.
Se nei giardini Zen o Giapponesi l’acqua, come gli altri elementi della natura presenti, quali roccia, sabbia e piante, non subisce manipolazione, i moderni giardini acquatici occidentali non disdegnano il ricorso a tecnologie innovative, per creare con l’acqua spettacolari scenografie, con laghetti, cascate, piccoli ruscelli. Anche se i giardini d’acqua possono essere creati artificialmente nella loro interezza, di maggiore interesse sono quelli che muovono da realtà che possono vantare punti acquatici naturali, nelle varie forme possibili.
Il mercato offre Kit per creare cascate, ruscelli, illuminare punti acquatici (riflettori e faretti subacquei), rocce per simulare sorgenti, laghetti ornamentali da realizzare con la tecnica del Fai da, dai laghetti in vetroresina ai laghetti termosaldati, ai laghetti flessibili da realizzare con teli in PVC. Apposite pompe possono movimentare l’acqua tranquilla dei laghetti, creando piacevoli giochi.
Le cascate artificiali, manufatti in vetroresina, simulano quelle naturali. Si compongono di elementi modulari di facile assemblaggio, anche grazie alla leggerezza che li caratterizza. In pratica, assemblato i singoli moduli, non resta che collegare i tubo della pompa alla roccia, che simula la sorgente, collocata a monte della cascata. In genere i moduli prevedono composizioni alternative.
Circa i laghetti, è possibile prevedere l’installazione di un sistema di filtraggio meccanico, finalizzato a catturare, a mezzo dei filtri, le impurità in sospensione mantenendo l’acqua limpida. Lo stesso risultato è perseguibile grazie a filtraggi biologici a mezzo di batteri vivi.
A parte quelli in vetroresina o realizzabili con teli in PVC, di grande interesse risultano i Laghetti scolpiti in grandi pezzi di rocce naturale monolitica. Si tratta di manufatti del peso di diverse decine di quintali, il cui prezzo vale diverse migliaia di euro. A scopo puramente indicativo, in rete un laghetto delle specie, di circa 80 quintali, viene offerto a poco più di 8.000 euro.
Tornando ai più economici laghetti in vetroresina o realizzati con appositi teli in PVC, resistenti agli agenti atmosferici, compreso il ghiaccio, per entrambi bisogna scavare una buca in cui calare e mimetizzare rispettivamente la vasca o il telo, attenendosi alle istruzioni che accompagnano il manufatto. Ovviamente, eseguita la posa in opera, i predetti laghetti vanno arredati col substrato, la flora e l’eventuale fauna. Circa quest’ultima, negli ultimi decenni, facendo capo anche a paesi lontano, si è assistiti ad una specie di gare nella ricerca di nuove piante acquatiche, anche se la ninfea l’ha fatta da padrone con le sue varie specie, caratterizzate da esigenze diverse, circa la profondità d’acqua di cui hanno bisogno per vivere, che può variare da pochi centimetri ad alcuni metri.
Le ninfee devono il loro successo alla capacità di riuscire convivere con condizioni climatiche estreme, oltre ad essere caratterizzate da una interessante e vistosa fioritura di cui si può godere durante la stagione primaverile ed estiva.
In presenza di punti acquatici dalle profondità consistenti, vivono in genere piante interamente sommerse, dette piante idrofite, laddove invece la profondità dell’acqua è minore vivono le cosiddette piante elofite, piante parzialmente acquatiche, il cui fusto con le rispettive foglie vive al di sopra del livello dell’acqua, piante queste ultime che per brevi periodi possono comportasi come le idrofite, restando completamente sommerse.
Come abbiamo avuto modo di dire altre volte, il giardino e quindi la flora ivi presenta, in forma e misura diversa, ha bisogno di cura durante tutto l’anno. Certamente durante la stagione invernale, periodo durante il quale la quasi totalità delle piante stanno osservando il periodo di riposo vegetativo, si diradano, e per alcune specie si interrompono completamente, gli interventi di irrigazione e concimazione, ma le piante hanno bisogno di altre cure che mirano a proteggerle da situazione climatiche estreme, di cui le gelate rappresentano il maggior nemico.
Con l’arrivo dei primi freddi, le piante in vaso, maggiormente sensibili, vanno ricoverate nelle serre, in casa, nell’eventuale veranda di cui si dispone, mentre di quelle in piena terra vanno protette le radici, con foglie, paglia, fieno, teli di plastica, da sistemare sulla superficie del substrato ai piedi della pianta, non mancando di proteggere l’intera pianta con appositi teli, soprattutto in presenza di piante giovani e di condizioni particolarmente rigide. Se ciò vale per tutti i giardini, con l'arrivo dell'inverno l’allerta è sicuramente maggiore in presenza di giardini acquatici, per i quali le gelate potrebbero essere fatali.
Con diverse tecniche bisogna scongiurare che l’acqua del nostro stagno geli completamente o formi uno strato superficiale di ghiaccio, che agirebbe da barriera alla ossigenazione della flora e fauna ivi presente.
Per cercare di prevenire l’evento, ossia che l’habitat delle specie acquatiche vegetali ed animali risulti chiuso ermeticamente dalla lastra di ghiaccio, si usa lasciare galleggiare nello stagno dei tronchi di legno.
Se nonostante le precauzioni, o in mancanza delle stesse, il laghetto dovesse risultare completamente tappato dalla lastra di ghiaccio, con la massima tempestività bisogna creare un’apertura nella stessa, non in maniera traumatica, ma con l’ausilio di acqua calda da versare in un punto del laghetto, operando durante le ore più calde della giornata, quando la temperatura non è sotto zero, altrimenti l’acqua invece di creare l’apertura nella lastra di ghiaccio, finirebbe per aumentarne lo spessore.
E’ stato usato senza una nette distinzione il termine “laghetto” e “stagno”, dal momento che il confine tra i due elementi d’acqua non è netto. Laddove si è in presenza, come nel nostro caso di punti acqua poco profondi, che ospitano un’apprezzabile vegetazione, il ricorso al termine stagno potrebbe addirittura risultare più corretto.
Una volta realizzato il laghetto o stagno, ma, come abbiamo detto, con riguardo ai giardini domestici, stante la grandezza, la profondità ed il tipo di vegetazione degli stessi, più opportunamente si dovrebbe parlare esclusivamente di stagni, bisogna arredarlo con la giusta quantità di flora e fauna. Con riguardo alle piante acquatiche, bisogna orientare la scelta verso una prima tranche di piante sommerse, una seconda di piante semi-sommerse e/o galleggianti e una terza per ornare il punto acqua lungo il margine. Sia le piante sommerse che quelle da sistemare lungo il bordo del laghetto possono essere in parte interrate ed in parte lasciate nei vasi. Occorre trovare il giusto equilibrio tra le varie piante, per quantità e specie, altrettanto per la fauna, in genere pesci.
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