Impariamo a conoscere le caratteristiche del palissandro, un legno dalle molte proprietà, ma non facile da lavorare. Scopriamo il costo di questa essenza pregiata, utilizzata in falegnameria per mobili di pregio e lavori di ebanisteria, pavimenti in legno e strumenti musicali.
Il palissandro, di colore marrone con striature rossastre che tendono al nero, è un legno pregiato molto duro e poroso, che si presta a buone finiture. Oltre che in India ed in Brasile, è presente in Asia, Africa e America centrale. |
Vediamo più in dettaglio le proprietà di questo legno, da quelle meccaniche a quelle fisiche e tecnologiche che ne evidenziano l’attitudine alla lavorabilità, lo stato di salute, il pregio, la resistenza alle sollecitazioni esterne e all’attacco dei parassiti animali e funghi.
Resistenza alla compressione, flessione e trazione. | Elevata, soprattutto a compressione e flessione. |
Durezza: resistenza offerta alla penetrazione di un corpo più duro. | Medio/alta. |
Durabilità: capacità di sopportare sollecitazioni. | Da discreta a media. |
Stabilità: capacità di resistere alle deformazioni. | Mediamente Alta. |
Elasticità | Bassa |
Colore | Da rosso violaceo a marrone con striature nerastre, per il durame si aggiungono una vasta gamma di tonalità di bruno, dal bruno-rosa al bruno violetto. |
Tessitura | Variabile, da fitta a diradata, con fibratura diritta, sporadicamente incrociata. |
Igroscopicità: capacità ad assorbire l’umidità. | Relataivamente bassa. |
Porosità | Abbastanza elevata: Media/alta |
Essiccatura o stagionatura | Non offre difficoltà. Da eseguire lentamente, il palissandro tende a fendersi. |
Ritiro e dilatazione: predisposizione a modificarsi col variare del grado di umidità e della temperatura. | Da basso a medio. |
Peso specifico | Il palissandro, oltre che duro e resistente, è un legno pesante, con i suoi 850 Kg/mc circa, essiccato naturalmente. |
Lavorabilità e facilità di taglio: predisposizione alla lavorazione ed al taglio | Non eccellente: anche se si presta a lavorazioni di tornitura e d’ intarsio, tende a scheggiarsi oltre a rovinare il taglio degli attrezzi. |
Attitudine alla finitura | Buona. Si presta ad una eccellente lucidatura a ceralacca, previa un’accurata preparazione delle superfici con stucco turapori. |
Attitudine all’assemblaggio | Difficoltoso con colla, buona con viti e chiodi, anche se è consigliabile preforare le sedi con una sottile punta da legno. La preparazione delle superfici all’operazione di incollaggio è resa difficoltosa dalla oleosità delle stesse. |
Esistono diverse specie di palissandro ma tra le essenze che forniscono legno pregiato, in funzione della provenienza, troviamo:
Palissandro brasiliano: con questo nome commerciale vengono comunemente indicati due specie del genere Dalbergia, la nigra e la cearensis, note rispettivamente come Palissandro di Rio e Bois Violette, entrambe originarie delle foreste tropicali del Brasile centro-orientale. A parte la tessitura, che per la specie cearensis è particolarmente fine rispetto a quella delle nigra che varia da media a grossolana, le caratteristiche sono molto simili:
Palissandro dell’Honduras (Dalbergia stevensoni): conosciuto anche come Palissandro sierra, richiama la specie brasiliane circa le caratteristiche sonore. Più compatto della specie indiana, rappresenta una delle essenze più pesanti (la massa volumica può superare i 1100 Kg/mc); presenta una grana fine mentre il colore marrone, comune alle diverse specie, si alterna al color porpora.
Cocobolo (Delbergia retusa) Del genere Dalbergia ricordiamo il cosiddetto Cocobolo, specie conosciuta come il Padre di tutti i Palissandri, originario dell’America centrale e del Messico. Il colore va dal rosso chiaro dell’albume al rosso intenso del durame, colore che tende a scurirsi con l’esposizione agli agenti atmosferici. Il passaggio tra le varie tonalità di colori non è netta ma graduale a mo’ di arcobaleno. Rappresenta un’essenza poco diffusa, ma il suo legno è caratterizzato da “eccellenti” proprietà meccaniche e tecnologiche, senza considerare le capacità decorative. E’ tra le varie essenze di palissandro quella che fornisce il legno più compatto, più duro e resistente, ma con un’ottima lavorabilità e stabilità, con un basso potere igroscopico. Essendo un legno oleoso, come le restanti specie di palissandro, offre qualche difficoltà ad essere assemblato a mezzo incollaggio. Rappresenta una valida alternativa al pregiato palissandro brasiliano per la costruzione di chitarre. |
Pau rosa - Legno rosa o di rosa - Palissandro rosa (Delbergia frutescens) Della specie Deblergia fa parte il Jacaranda Rosa, conosciuto anche col nome di Palissandro rosa, essendo un’essenza molto simile alle varie specie di palissandro (stessa famiglia e stesso genere) ma con un durame caratterizzato da un colore più chiaro segnato da strisce rose, da cui il nome, colore che col tempo tende a scurirsi. Originario dell’America del Sud, in particolare dal Brasile, difficile da lavorare, tende a scheggiarsi, presenta una certa fragilità con una scarsa resistenza agli urti. Circa l’assemblaggio, presenta difficolta a mezzo di viti a chiodi, per il cui utilizzo diventa necessario preforare le sedi che dovranno ospitare rispettivamente le viti o i chiodi, meno difficoltà si incontrano con l’incollaggio. Viene commercializzato in elementi di dimensioni contenute che ne condizionano l’uso. Anche il Palissandro rosa, come il cocobolo, rappresenta una valida alternativa del più pregiato Palissandro brasiliano per la costruzione di strumenti musicali. |
cui si aggiungono intarsi e lavori di ebanisteria (pezzi neri degli scacchi).
Prezzo indicativo Listone prefinito Palissandro: 50 euro a mq per tavole spessore 7mm x larghezza 15cm x 120cm di lunghezza. |
La spolverata quotidiana va preceduta da altre accortezze, come sistemare i mobili lontano dalle fonti di calore, in una posizione riparata dai raggi del sole, e seguita da interventi periodici più incisivi per una pulizia più accurata, per rimuovere macchie, impronte e aloni, e per finire da interventi straordinari di piccola manutenzione per rimuovere e riparare graffi, fenditure capillari e piccola ammaccature.
Al comune straccetto di cotone morbido o panno giallo, in presenza di mobili intagliati per rimuovere la polvere negli angoli difficile da raggiungere, bisogna utilizzare uno spazzolino o un pennellino: la polvere e lo sporco che si accumula col tempo, se non rimosso con cura, contribuisce al deterioramento del mobile.
Per la periodica “pulizia” più accurata, il detergente da usare deve tener conto oltre che dall’essenza dal tipo di finitura, mentre un trattamento a parte bisogna preservare ai mobili antichi.
Premesso che i mobili in legno esotico, tipo il palissandro, necessitano di maggiore attenzione e che per la “pulizia” potrebbe essere sufficiente far seguire alla normale spolverata il passaggio di un panno-pelle strizzato e imbevuto nel latte, vediamo come comportarci in presenza di un mobile laccato, verniciato, in legno naturale o antico. In breve:
in presenza di un legno laccato o verniciato, risulta indicato il passaggio nel senso delle venatura di un panno imbevuto in acqua tiepida in cui è stata disciolta una dose di sapone di Marsiglia o alcune gocce di ammoniaca;
in presenza di un mobile in legno naturale ogni 20-30 giorno, con uno straccetto di cotone dare una mano di cera nutriente e lucidante;
in presenza di un mobile antico, spolverare con un panno morbido, possibilmente di lana, dando ogni 2-3 mesi una mano di cera vergine d’api, da applicare e lucidare con uno straccetto di cotone morbido.
Quando si verificano piccole ammaccature, crepe o fenditure capillari, è possibile intervenire con un bastoncino di cera d’api o di carnauba, da comprare presso punti vendita attrezzati per il fai da te, tipo Bricocenter o Leroy Merlin, con il quale “colmare” le imperfezioni, aiutandosi con una tampone, realizzato con uno straccetto morbido, per stendere e livellare la cera. Se ritenuto opportuno è possibile utilizzare una spatola.
Ii piccoli buchetti, che evidenziano la presenza di tarli, vanno trattati con un prodotto antitarlo liquido o a spray da iniettare o comunque fare in modo (a mezzo pennello) che penetri nei fori.
Puoi approfondire le tecniche per combattere i tarli consultando la guida: Trattamento antitarlo.
Informazioni sulla pianta di Palissandro: albero tropicale di piccola e media grandezza, del genere Dalbergia della famiglia delle Fabaceae di origine indiana e brasiliana, la cui altezza varia dai 10-15 metri ai 30-35 metri a seconda della specie, con un diametro che dai 30-40cm può superare il metro. |
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