Approfondimento sul legno teak, un'essenza pregiata dalle notevoli caratteristiche. Riportiamo di seguito i possibili impieghi, i prezzi indicativi, le tipologie, i trattamenti del teak destinato all'esterno.
Il teak, ricavato da diverse specie di piante Tectona molto diffuse nei paesi tropicali, è un legname di grande pregio, apprezzato per la realizzazione dell’ arredo moderno e minimale, ma, grazie alla resistenza all’umidità, viene utilizzato anche nell'industria navale ed in edilizia. Il teak fa parte della tipologia dei legnami duri, ha sfumature di colore che vanno dal verde al bruno per arrivare al nero. Anche se col tempo tende a schiarirsi, il colore scuro assicura una migliore resistenza agli agenti atmosferici, inoltre, grazie alla presenza, al suo interno, di sostanze oleose, viene giudicato il miglior legno per l’esterno, anche in assenza di trattamento preservante. Tuttavia, il costo molto elevato ne limita gli utilizzi. |
Vediamo di seguito, in maniera schematica, le principali proprietà meccaniche, fisiche e tecnologiche di questo legno.
Resistenza | Buona, soprattutto alla flessione e agli urti. |
Durezza: predisposizione ad opporsi alla sua penetrazione, espressa in Kg/mm2. | Media: il teak è classificato come legno tenero. |
Durabilità o durevolezza: come reagisce alle sollecitazioni esterne.. | Eccellente: il teak è un legno dche dura nel tempo. Contiene una resina oleosa grazie alla quale resiste all’acqua, agli agenti atmosferici, agli insetti e parassiti vegetali (funghi), sopporta bene le escursioni termiche. E’ uno dei legni più durevoli in assoluto, assieme al bosso e all’ebano. |
Stabilità: resistenza alle deformazioni. | Alta |
Colore | Scuro: dal bruno-giallastro al verde, al rosso cannella, al bronzo, con striature che tendono al grigio e talvolta al nero, in funzione della provenienza. |
Tessitura | Media |
Porosità | Elevata: il teak è mediamente poroso, ma essendo un legno cosiddetto grasso non assorbe facilmente acqua e umidità. |
Igroscopicità | Bassa: il teak è definito un legno idrorepellente. |
Essiccatura o stagionatura | Non offre seri problemi. Il teak è poco sensibile alla stagionatura, fa registrare un ritiro più che contenuto. E’ da eseguire con cura e lentamente, per evitare che possano verificarsi piccole fenditure o deformazioni. |
Ritiro e dilatazione: sensibilità alle variazioni di temperatura e del tasso di umidità. | Medio: caratterizzato dalla forte resistenza all’assorbimento dell’acqua, nonostante sia un legno poroso, viene utilizzato laddove la presenza dell’ acqua o dell’umido potrebbe creare problemi: arredi e rivestimenti delle imbarcazioni, arredo bagno. |
Peso specifico | Legno pesante a fibra compatta. Il peso è di circa 650 Kg/mc, per legno essiccato naturalmente. |
Lavorabilità e Facilità di taglio | Tutte le tipologie di teak presentano una buona lavorabilità, anche se, essendo un essenza dura tendono a rovinare il filo degli utensili. |
Attitudine alla finitura | Buona, ma può presentare qualche difficoltà al processo di verniciatura a causa della presenza di una resina oleosa al proprio interno. |
Attitudine all’assemblaggio | Accettabile l’incollaggio, buono l’assemblaggio con viti e chiodi, anche se la preforatura delle sedi evita qualsiasi inconveniente. |
In sintesi il teak è un legno bello a vedersi, duraturo, duttile e resistente. Presenta caratteristiche simili all’iroko, rispetto al quale è molto più costoso, Come l’iroko, contiene una resina oleosa (da cui il nome di legno grasso) grazie alla quale resiste all’acqua e all’umidità, circostanza che ne accomuna gli utilizzi, in particolare nel settore nautico.
In funzione della provenienza, troviamo:
Legno teak africano: “un’essenza di piantagione”, operazione quest’ultima avviata quasi un secolo fa, per cui i più vecchi esemplari sono prossimi ai 100 anni.
Rispetto al teak asiatico, a causa del diverso habitat (terreno e condizioni climatiche), il teak africano fornisce un legno asciutto, privo della resina oleosa, la qualcosa lo rende un legno comune, nel senso che non possiede il potere idrorepellente del teak asiatico, per cui necessita dei tipici trattamenti superficiali, per difenderlo dall’azione degli agenti atmosferici e dall’attacco dei parassiti animali e funghi.
Il teak di piantagione sotto forma lamellare sta incontrando molto successo per pavimentazioni in legno e arredi per esterno, tipo gli arredi per giardini, terrazzi, ecc. sia per il minor costo, che per ragioni di sostenibilità ambientale.
Legno teak asiatico, originario delle foreste del sud-est asiatico comprende le specie commercialmente conosciute col nome di:
Teak naturale. Tenuto conto che la Thailandia esporta solo teak lavorato, sotto forma di manufatti, ossia non esporta tavolame, e che il teak africano è di “piantagione”, l’unico teak naturale importato in Europa è il Teak Burma o Birmano, proveniente dall’ex Birmania, attuale Myanmar.
Teak sintetico. Altrettanto bello ma altrettanto costoso è il cosiddetto teak sintetico, realizzato con materiali in pvc, usato essenzialmente nel settore delle imbarcazioni. Vediamone i pro e i contro rispetto al legno naturale.
Vantaggi:
Svantaggi:
questione di gusto, ma nessun materiale è in grado di creare l’atmosfera e il “calore” del vero legno, ed è forse questo il maggiore svantaggio.
Il teak, legno duro e pregiato, utilizzato per la falegnameria sia di interni che per esterni, in particolare in quelle circostanze ove è richiesta una forte resistenza all’acqua, possiede tutte le caratteristiche tecniche per essere utilizzata per le seguenti applicazioni:
Il prezzo del legno in tavolame è stabilito a mc in base ad una serie di fattori, quali:
Oltre queste, altre grandezze concorrono a determinare il prezzo, come l’incidenza del costo del trasporto dal luogo di produzione, l’eccesso di offerta o domanda, il quantitativo oggetto della contrattazione, ecc.
Premesso che il teak è uno dei legni più costosi, il prezzo indicativo a mc, sotto forma di tavolame spazia dai 5500 a 7500 euro a mc. La forbice dei prezzi è in parte influenzata dalla scelta (dell’ordine del 25-30% circa passando da 1^ alla 4^) e dallo spessore del tavolame (dell’ordine del 7-10% circa, passando da uno spessore di 3cm a quello di 6cm circa).
Partendo da queste quotazioni, opportunamente integrate dei costi delle lavorazioni successive, vengono determinati i prezzi a mq di manufatti, tipo listelli o max tavole per pavimenti, doghe, quadrotti, pannelli monostrato, il cui prezzo, a parità di altre grandezze, varia in funzione dello spessore.
Orientativamente un pavimento in teak costa dai 60 ai 150 euro al mq, in funzione della scelta, dello spessore e non ultimo della dimensione del singolo elemento: si va dai tradizionali listelli, spessore 10mm x 60mm di larghezza x 300mm di lunghezza, alle max tavole con uno spessore di 14-15mm x 180-190mm di larghezza x una lunghezza prossima o superiore ai 2m.
Il tipo di trattamento per i manufatti destinati all’esterno dipende dal tipo di legno, dall’esposizione più o meno totale e continuativa agli agenti atmosferici e dalle variazioni dimensionali che possono subire senza che ne risulta compromessa l’efficienza ed il funzionamento.
Mi spiego meglio:
Per i manufatti che godono di protezione o per i quali non esistono limiti a fini delle variazioni dimensionali è sufficiente un trattamento di verniciatura cosiddetto “senza spessore”, da eseguire col solo impregnante che, penetrando nelle fibre del legno, crea una barriera all’azione degli agenti atmosferici e all’attacco di parassiti animali e funghi.
Per i manufatti esposti alle intemperie, per i quali le variazioni dimensionali devono essere più che minime, pena il mancato funzionamento degli stessi, è necessario un trattamento cosiddetto “con spessore”, che prevede la creazione di un film minimo dell’ordine di 80-90 micron. Qualunque sia il tipo di trattamento superficiale, semplice impregnatura o verniciatura con spessore, l’intervento non deve compromettere la venatura, ma lasciarla trasparire, semmai migliorandone la tonalità di colore, optando possibilmente per vernici ad acqua, maggiormente indicate per l’esterno.
Consigli per i fai da te:
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Un tecnica per rivisitare mobili in teak, tipo credenze, cassapanche, ecc, eccessivamente datati, è la decapatura, che letteralmente significa “ mobile sverniciato”.
In sintesi, occorre sverniciare più o meno integralmente il manufatto, pulirlo accuratamente di tutti i residui conseguenza della carteggiatura e spazzolatura, quindi spalmare una pasta bianca di cera con un batuffolo di lana di vetro.
Consigli per la decapatura fai da te:
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Originario delle foreste tropicali del sud-est asiatico, in particolare della Birmania e della Thailandia, il teak della specie Tectona appartenente alla famiglia delle Verbenacee, viene oggi coltivato in molti paesi tropicali. E’ un albero di grosse dimensioni con un’altezza di 30-35 m e un diametro che mediamente supera il metro; vive fino ad un’altitudine di 1300-1400 metri s.l.m. Per sopperire alla carenza di questo legno, all’inizio del secolo scorso sono state avviate con successo piantagioni in diversi paesi, come in America centrale, Nigeria e Costa d’Avorio. Il teak di piantagione africano è caratterizzato da una crescita lenta.
Curiosità: per favorire l’essiccazione ed assicurare al legno una colorazione meno variegata, all’albero ancora in vita viene asportato alla base del tronco un anello di corteccia per l’intera circonferenza. Così operando si interrompono i principali canali linfatici, per cui il tronco si libera di una parte di umidità e contemporaneamente di sostanze coloranti, prima di essere abbattuto. La circostanza rende più facile il processo di essiccazione (una volta che l’albero viene tagliato), ed il colore meno variegato. |
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