Orchidee Phalaenopsis

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Le Orchidee Phalaenopsis, specie epifite o litofite, sempreverde, conosciute come Orchidea farfalla, temono in egual misura sia le temperature rigide che quelle torride, presentano pertanto tutte le caratteristiche per essere catalogate come tipiche piante da appartamento.

Habitat ideale e pratiche colturali.

Bisogna assicurare loro possibilmente una temperatura notturna prossima ai 15 °C con uno sbalzo termico non superiore ai 7-8 °C, anche se sono piante dotate di una buona adattabilità anche in presenza di condizioni diverse.

Le innaffiature e le nebulizzazioni.

Trattasi di una specie di orchidea che, pur prediligendo un substrato umido, teme il ristagno d’acqua e quindi il marciume radicale, per cui bisogna assicurare loro un terriccio adeguatamente drenante, nonché essere misurati con gli interventi di innaffiatura, tanto per frequenza che per intensità.

Al fine di assicurare alle Orchidee Phalaenopsis, di origine australiana e indiana, un ambiente sufficientemente umido, nei periodi eccessivamente torridi ed in presenza di termosifoni accesi, bisogna provvedere con frequenti nebulizzazioni e per le piante coltivate in Vaso, è opportuno dotare quest’ultimo di un sottovaso contenente argilla espansa imbevuta d’acqua, senza coinvolgere direttamente la massa radicale. L’acqua col caldo secco evapora, umidificando lo spazio circostante alla pianta.

Come per tutte le specie di Orchidee, anche per le Orchidee Phalaenopsis, bisogna trovare il giusto equilibrio tra illuminazione, nutrizione, umidità e temperatura, intervenendo eventualmente con luce artificiale, fertilizzanti, nebulizzazioni, stufe o condizionatori, cui vanno aggiunti gli interventi di irrigazione, antiparassitari, rinvaso e potatura in senso lato.

Le Orchidee Phalaenopsis, dalle foglie nastriformi, necessitano di una dimora le cui condizioni climatiche siano quanto più simili a quelle del luogo di origine, clima tropicale. Non a caso si parla di serre calde umide anche per le dimore che fanno capo a coltivazioni amatoriali, da realizzare con la tecnica del Fai da te, nell’ambito della propria casa e con i mezzi a disposizione. Il clima delle zone di origine delle Orchidee Phalaenopsis risulta caratterizzato da frequenti piogge ed un’atmosfera ricca di umidità, circostanze che contribuiscono a creare le condizioni perché la pianta di Orchidee Phalaenopsis, come tutte le piante epifite ivi esistenti, possa vivere con i pochi elementi nutritivi a disposizione e senza disidratarsi.

A tal fine, le radici della piante sono munite di una strato superficiale in grado di trattenere l’acqua che provvedono a cedere lentamente. Diciamo che sicuramente non si riesce a creare il clima tropicale di cui le Orchidee Phalaenopsis dispongono in natura. A ciò viene incontro la predisposizione di queste piante ad adattarsi a condizioni climatiche non propriamente ideali.

La fioritura.

Circa la fioritura, le Orchidee Phalaenopsis fanno parte di quelle specie che rifioriscono più volte sullo stesso stelo, che si può optare di tagliare o meno, in considerazione del fatto che i fiori prodotti dai nuovi steli sono più rigogliosi e che i nuovi steli crescono indipendentemente dall’aver tagliato o meno gli steli che hanno portato a termine la fioritura.

La riproduzione.

La riproduzione delle Orchidee Phalaenopsis può avvenire per seme o prelevando i nuovi getti, una volta che hanno messo un minimo di radici, che invasati danno vita a nuove piantine. La riproduzione per seme, che in natura rappresenta la norma, in Vaso non risulta affatto agevole, per cui si ricorre a tecniche cosiddette vegetative, cui appartiene la riproduzione che utilizza i nuovi getti.

Il rinvaso.

Per le Orchidee Phalaenopsis, di cui si conoscono poche più di una dozzina di specie, il rinvaso non è un intervento di routine, ma un’operazione da porre in essere solo nel caso in cui il contenitore dovesse risultare insufficiente alla crescita delle radici in tutta libertà. Dovendovi procedere, possibilmente agli inizi della stagione primaverile, per evitare di danneggiare la consistente massa radicale, il giorno prima dell’intervento, è opportuno tenere per qualche tempo la pianta in un contenitore con acqua appena tiepida, in modo da rendere le radici il più possibile flessibili.

Bisogna stabilire un giusto equilibrio tra i vari elementi del substrato (sfagno, corteccia sminuzzata, palline di polistirolo, pezzetti di spugna), in modo che, col contributo delle caratteristiche drenanti del Vaso, si possa assicurare un buon drenaggio ed una sufficiente areazione e ossigenazione della massa radicale. Con il rinvaso dell'orchidea, vengono rimosse le radici eventualmente interessate da patologie fungine, spezzate o comunque compromesse.

La fertilizzazione.

Circa gli interventi di fertilizzazione, bisogna tener presente che le Orchidee Phalaenopsis non sono molto esigente dal punto di vista nutrizionale, per cui non bisogna esagerare con le relative dosi, utilizzando un concime bilanciato per gli interventi sistematici e cadenzati. La composizione del concime per le orchidee potrà prevedere una maggiore presenza di fosforo e potassio a scapito dell’azoto, se l’obiettivo è quello di favorire la fioritura, con il concorso degli opportuni sbalzi termici.

La potatura.

La potatura rappresenta una tecnica inventata dall’uomo per propri scopi, che con riguardo agli steli fiorali delle Orchidee Phalaenopsis può anche mancare, in attesa che la natura faccia il suo corso.

Indipendentemente che trattasi di steli che fioriscono una sola volta o di steli destinati a rifiorire una seconda volta, si può optare per tagliarli o meno, dal momento che la pianta comunque produrrà nuovi steli fiorali.

Certamente, con maggiore tranquillità si taglieranno gli steli non destinati a rifiorire, rispetto a quelli capaci di nuove fioriture. In genere, gli steli destinati ad una seconda fioritura, vengono accorciati del 20 – 30 %.

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