Orchidee Oncidium

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Di origine tropicale, le Orchidee Oncidium, comprendono oltre 400 specie, che si diversificano per tipo, forma e grandezza del fiore e delle foglie, nonché del portamento. Sono in prevalenza epifite, ossia orchidee che vivono a diverse decine di metri di altezza, aggrappate con le radici ai rami degli alberi, libere di crescere pendule nell’aria, anche se non mancano specie litofite e terricole. Queste ultime, come la maggior parte delle piante, affondano le radici nel terreno, mentre le litofite, come le epifite sono orchidee che vivono senza terreno, con le radici a vivo, ma nella fattispecie queste risultano particolarmente lunghe, la qualcosa consente loro di raggiungere anfratti e luoghi di difficile accesso, angoli nascosti fuori dalla portata dei raggi solari, dove possono trovare situazioni favorevoli, che consente loro di nutrire la pianta anche in presenza di condizioni climatiche avverse.

La peculiarità e la grandezza di alcune specie di orchidee sta proprio nelle tecniche raffinate e sofisticate che adottano per nutrirsi e riprodursi, come fare in modo che il fiore assuma le sembianze dell’insetto destinato all’impollinazione, o come abbiamo visto, allungare a dismisura le proprie radici, o, per le specie epifite, dotare le radici di uno strato superficiale spugnoso in modo da assorbire umidità dall’atmosfera e trattenere acqua durante le innumerevoli piogge, per cederla lentamente secondo le poche esigenze della pianta.

Le Orchidee Oncidium, possono prevedere pseudo bulbi o rizomi e quindi rispettivamente foglie o fusti. Nella prima fattispecie lo stelo fiorale parte direttamente dal pseudo bulbo, mentre nel secondo caso lo stelo fiorale parte dall’estremità della foglia.

Alle Oncidium bisogna assicurare una dimora con tanta luce, fuori dalla portata del sole diretto, un clima temperato, sono piante che temono il freddo. In qualche misura le Oncidium temono sia il troppo caldo che il troppo freddo, sono piante che posseggono le caratteristiche per essere apprezzate piante d’ appartamento, ma possono essere educate con successo anche per l’esterno, salve a preservarle da situazioni climatiche estreme sia di caldo torrido che di freddo.

Gli esemplari coltivativi fuori vanno ricoverati in serre per orchidee o negli appartamenti, non appena il termometro scende al di sotto dei 12 – 13 °C a prescindere dalla stagione in cui ci troviamo, parimenti durante il caldo torrido estivo, almeno durante le ore di punta. Allo stesso modo, per le Oncidium coltivate in casa è consigliabile tirarle fuori con l’arrivo della primavera e fino alla fine dell’estate, usando le necessarie precauzioni durante le giornate eccessivamente calde.

Circa l’irrigazione, bisogna usare il buon senso. Innaffiare regolarmente durante la stagione estiva, intervenendo solo quando non risultano più tracce del precedente intervento, dosare gli interventi durante le stagioni intermedie, quali la primavera e l’autunno, innaffiare durante la stagione fredda solo se il substrato risulta completamente asciutto, assicurandosi che i fori di drenaggio non risultano ostruiti e che il substrato non sia diventato completamente compatto, insomma, evitare ristagni d’acqua, potenziali pericoli di patologie fungine.

Come per la quasi totalità delle specie, anche per le Orchidee Oncidium, coltivate in casa o che temporaneamente dimorano in casa, con i termosifoni accesi durante l’inverno e col caldo torrido di alcune giornate di luglio e agosto diventa necessario intensificare gli interventi di nebulizzazioni, interventi salutari da praticare per l’intero anno, anche se con frequenza e intensità diversa, a secondo della stagione, dell’area geografica, delle condizioni climatiche.

Le foglie delle Orchidee Oncidium coltivate in casa, periodicamente, usando molta cura vanno spolverate, onde consentire loro di godere a pieno dei benefici della luce, che per le piante è fonte di vita.

Anche se le Orchidee in genere non sono particolarmente esigenti dal punto di vista degli elementi nutritivi, mensilmente è opportuno diluire nell’acqua destinata all’irrigazione una lieve dose di concime per orchidee, bilanciato, da impoverire di Azoto rispetto al Potassio e Fosforo, quando si intende favorire l’evento fioritura. Intervento di fertilizzazione da sospendere durante la stagione invernale, in concomitanza della interruzione degli interventi di innaffiatura e durante il periodo di intensa fioritura.

Per quanto riguarda il trattamento antiparassitario, diciamo che in linea di massima, per questa specie di piante non esiste la cultura degli interventi antiparassitari preventivi, ma si interviene con insetticidi specifici solo in presenza di insetti, come afidi, cocciniglie e ragno rosso.

Gli interventi di potatura delle orchidee Oncidium sono finalizzati a recidere gli steli che hanno portato a termine la fioritura o che risultano comunque compromessi. In quanto specie in massima parte epifite, l’Orchidea Oncidium può essere coltivata anche nei panieri, su zattere di sughero o pezzi di tronchi d’albero.

Si moltiplica con la tecnica di divisione, separando cioè dalla piante madre i nuovi getti o separando i cespi in occasione del rinvaso, e riponendoli in altrettanti contenitori, dando così vita ad altrettante nuove piantine.

Con l’operazione di rinvaso si provvede alla sostituzione del Cesto o del Vaso a secondo che l’Oncidium sia coltivata come specie epifite o come specie terrestre o terricola. L’ intervento di rinvaso delle Orchidee Oncidium diventa necessario quando il Vaso o Cesto non è più in grado di assicurare alle radici la necessaria libertà di movimento e di crescita.

Con l’occasione si provvede alla sostituzione del substrato e alla pulizia della massa radicale, depurandola di quelle radici che per qualche ragione risultano compromesse, vuoi perché spezzate, vuoi perché interessate da marciume o altra patologia fungine. In entrambi i casi, anche se in misura e con modalità diverse il substrati deve assicurare alla massa radicale la più ampia libertà di movimento, areazione, ventilazione, ossigenazione.

Dal punto di vista operativo, la parte dell’operazione che risulta più delicata è la rimozione della pianta o meglio della massa radicale dal vecchio contenitore. Al fine di evitare il più possibile che le radici si spezzino, qualche giorno prima vanno tenute, con tutto il Vaso o Cesto, per un po’ di tempo in un contenitore con acqua leggermente tiepida, in modo renderle maggiormente flessibili.

La preparazione del Vaso che deve ricevere la pianta, prevede il posizionamento di uno strato di materiale inerte, quali polistirolo, sughero, carbone di legno, cui far seguire uno strato di substrato fatto di corteccia sminuzzata, un po’ di sfango ed un pizzico di torba, in modo che tra tutti i componenti del substrato viene a crearsi l’equilibrio necessario ad assicurare alla massa radicale la giusta areazione e ossigenazione.

Tra le specie più note del genere Onciduim, ricordiamo le Oncidium varicosum, di origine brasiliana, le Orchidee altissimus di origine indiana, le Oncidium cheirophorum di origine americana e le Oncidium ornithorhynchum di origine messicana.

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