I radiatori ventilati prevedono la presenza di ventilatori che, a parità di superficie radiante, ne aumentano lo scambio termico con l’ambiente da riscaldare. I ventilatori possono essere di vari tipi ognuno dei quali è adatto ad un uso diverso. Approfondiamo il tema.
I radiatori ventilati sono una particolare categoria di terminali per gli impianti di riscaldamento delle civili abitazioni. Essi sono costituiti da:
uno o più dispositivi alettati radianti, che costituiscono la fonte di calore da trasmettere all’ambiente.
Uno o più ventilatori che prelevano l’aria dall’ambiente, la forzano attraverso l’alettatura del dispositivo radiante riscaldandola, e la reimmettono calda nella stanza. In questa maniera i moti convettivi, che in assenza di ventilazione forzata avrebbero luogo naturalmente, vengono accelerati e lo scambio termico ne risulta migliorato.
Una circuiteria elettronica dotata di sensori per la regolazione della temperatura. Essa, infatti, misura ad intervalli di tempo costanti e preselezionati la temperatura dell’aria prelevata dal ventilatore e la confronta con la temperatura impostata a cui si vuol portar la stanza da riscaldare. Quando tale temperatura viene raggiunta il circuito comanda lo spegnimento della sorgente di calore per poi ripristinarla non appena la temperatura dell’aria prelevata scende al di sotto di quella stabilita. In questa maniera la sorgente di calore fornirà energia solo quando è indispensabile evitando inutili sprechi.
Una scotolatura metallica che contiene il tutto.
Da quanto fin qui detto appare abbastanza evidente che essi sono particolarmente adatti ad essere utilizzati come terminali di impianti di riscaldamento autonomi ossia che servono una sola unità abitativa o addirittura un solo ambiente. I radiatori ventilati sono anche conosciuti come ventilconvettori o con terminologia anglosassone fan coil unit.
Vantaggi dei radiatori ventilati rispetto ai tradizionali.
I radiatori tradizionali funzionano comunemente con acqua calda che viene riscaldata da una caldaia solitamente alimentata a metano (nei luoghi serviti dalla rete di distribuzione di gas naturale) e meno frequentemente a GPL (gas di petrolio liquefatto in bombole) o a gasolio. Per il loro funzionamento ottimale la temperatura dell’acqua deve essere portata tra i 70 e gli 80°C.
Puoi approfondire le tipologie ed il funzionamento dei radiatori.
Il calore accumulato nell’acqua viene poi trasmesso per convezione e per irraggiamento. I moti convettivi si originano naturalmente perché l’aria a contatto con la superficie radiante si riscalda e dilata.
Per effetto della dilatazione diviene più leggera e sale in alto liberando spazio a quella fredda. La convezione naturale ha però una serie di inconvenienti:
Necessità di temperatura elevata della superficie di scambio e quindi dell’acqua circolante nei termosifoni circa 80°C per attivarla. Condizione che provoca riduzione dell’umidità e che peggiora il comfort abitativo.
La circolazione di aria non filtrata induce movimento di polveri ed allergeni che provocano allergie.
I moti convettivi che si innescano naturalmente non sono uniformi in tutto il volume dell’ambiente e determinano accumulo di aria calda in prossimità del soffitto e stagnazione di sacche di aria fredda in alcune aree della zona bassa.
I radiatori ventilati grazie alla forzatura dei flussi di aria invece godono di caratteristiche opposte e quindi:
possono funzionare con acqua a bassa temperatura (max 30°C.). Condizione che non crea problemi di secchezza dell’aria e che consente un notevole risparmio di energia.
L’aria prelevata dall’ambiente tramite il ventilatore viene filtrata e quindi niente circolazione di polvere ed allergeni.
Il ricircolo dell’aria assicurato alle ventole è costante e non tumultuoso e quindi nessuna stratificazione delle temperature della stanza con massimizzazione del comfort (temperatura costante ovunque) e drastica riduzione degli sprechi (accumulo nella zona del soffitto di aria calda inutilizzata).
Tipologie dei radiatori ventilati e loro utilizzo.
Le tipologie più comuni di radiatori ventilati sono:
Radiatori ventilati ad acqua. Hanno come fluido termovettore l’acqua che viene riscaldata con una comune caldaia a gas o da un impianto a pannelli solari termici integrato da una caldaia a gas. Gli elementi radianti sono comuni radiatori a cui sono accoppiati ventilatori e circuiti di regolazione della temperatura e sono utilizzati per riscaldare nuclei abitativi singoli.
Pompe di calore. Le pompe di calore in linea di principio, quindi senza entrare nei dettagli del loro funzionamento, trasferiscono il calore da un sistema a temperatura più bassa a uno a temperatura più alta. Ovviamente per poter fare tutto questo in ottemperanza al primo principio della termodinamica bisognerà fornire energia sotto forma elettrica. Per ogni Kw di energia elettrica spesa si otterranno dai 4 ai 5 Kw di calore i restanti 3/4 Kw saranno prelevati dall’aria esterna all’abitazione attraverso una unità collocata sul perimetro esterno. Sono solitamente utilizzate per riscaldare ma anche raffrescare singole stanze. E’ possibile però con una singola unità esterna servire più unità interne e quindi riscaldare e raffrescare più stanze. Consentono come si è visto un discreto risparmio anche se utilizzano una fonte cara come è l’energia elettrica.
Radiatori ventilati elettrici. Sono costituiti da una resistenza ceramica annegata in un radiatore metallico alettato dotato di un notevole sviluppo superficiale. Alimentata con la tensione di rete la resistenza sviluppa calore per effetto Joule. Calore che verrà trasmesso per convezione dall’aria forzata dal ventilatore. Un termostato misura ad intervalli regolari di tempo la temperatura dell’aria risucchiata e forzata sulla resistenza. Il valore misurato viene confrontato con la temperatura impostata e quando la raggiunge il circuito annulla la tensione alla resistenza bloccando il riscaldamento. Se l’intervallo di tempo che intercorre tra due misure consecutive della temperatura è molto ridotto (dell’ordine della trentina di secondi) si riesce a mantenere la temperatura della stanza costante azzerando praticamente gli sprechi (l’energia elettrica consumata nel periodo in cui si è già raggiunta la temperatura di esercizio). Se tutto ciò si abbina ad un elevato isolamento termico dell’involucro è possibile con temperatura interna costante minimizzare in maniera drastica il tempo in cui la resistenza è in azione. Si riesce così a realizzare un discreto risparmio anche utilizzando una fonte energetica tutt’altro che economica come quella elettrica. Questo tipo di dispositivi sono molto usati in Svezia dove le case sono ben coibentate e per il rigore climatico i riscaldamenti rimangono accesi per l’intera giornata. I radiatori a ventilazione elettrici sono l’ideale per il riscaldamento dei singoli ambienti.
Radiatori ventilati a gas. La combustione del gas (solitamente metano ma anche gpl) che costituisce la fonte di riscaldamento avviene in una camera di combustione stagna. L’aria comburente viene prelevata dall’ambiente esterno da un ventilatore di combustione che forza fuori anche i fumi di scarico. In questa maniera l’ambiente in cui si soggiorna non viene contaminato da prodotti di combustione. Un altro ventilatore esterno alla camera stagna di combustione forza l’aria prelevata dalla stanza sulla parete esterna della camera di combustione dove avviene lo scambio termico. L’aria calda viene poi immesso nella stanza dall’alto del dispositivo per creare il moto convettivo. Dispositivi siffatti sono ovviamente adatti a riscaldare singoli ambienti.
Costi dei radiatori ventilati.
Dipendono ovviamente dalla potenza termica in ballo e dal design
Il prezzo comunque oscilla dai 100 ai 700/800 euro
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy.