La guida prende in esame il riscaldamento a battiscopa: come è fatto, quali sono le caratteristiche tecniche e quali le tipologie. Esaminiamo i pro e i contro rispetto agli altri sistemi di riscaldamento, gli ambiti di utilizzo, i prezzi indicativi e le agevolazioni fiscali.
Il sistema di riscaldamento a battiscopa fa parte dei cosiddetti sistemi radianti, come il riscaldamento a parete e quello a pavimento. E' un tipo di riscaldamento in cui il calore viene prodotto da acqua calda o resistenze elettriche situate nel battiscopa.
Come quello a pavimento e a parete, il riscaldamento a battiscopa riscalda essenzialmente per irraggiamento (che non prevede contatto tra gli scambiatori di calore) e solo in minima parte per convenzione, ma a differenza di questi non richiede opere murarie, se si escludono i buchi nelle pareti per passare le tubazioni tra le varie stanze. Tale riscaldamento, quindi, può essere realizzati in qualsiasi momento, mentre quelli a pavimento o a parete sono impianti da installare in occasioni di ristrutturazioni o in fase di prima costruzione.
I radianti a battiscopa possono essere ad acqua, elettrici o misti:
Il riscaldamento a battiscopa si compone di tubazioni, che trasportano acqua calda, o di resistenze elettriche, sistemate in un particolare tipo di battiscopa non di molto più grande di quelli normali (a partite da 3 cm circa di spessore per 13-15 cm di altezza). I battiscopa destinati ad ospitare l’impianto sono muniti, nella parte superiore, di feritoie attraverso le quali fuoriesce l’aria riscaldata, la quale a partire dal basso riscalda le pareti e in minima parte l’ambiente per convenzione. Il calore immagazzinato dalle pareti viene poi ceduto all’ambiente per irraggiamento. In pratica, il sistema radiante a battiscopa non riscalda direttamente l’aria, bensì le pareti dalle quali il calore si diffonde velocemente nell’ambiente.
Approfondisci tipologie e funzionamento del battiscopa radiante.
Dal punto di vista operativo:
Conclusione: stabilito i ml di battiscopa necessari a riscaldare l’ambiente, fissati gli stessi alle pareti prescelte, vanno raccordate le tubazioni dei vari tronconi tra loro e alla fonte energetica.
Considerazioni sulla installazione del riscaldamento a battiscopa ad acqua. Per installare un sistema di riscaldamento a battiscopa, la prima cosa da fare è stabilire il fabbisogno termico dell’ambiente da riscaldare, per poter stabilire la lunghezza del battiscopa che oltre da accessorio d’arredo dovranno fare da impianto di riscaldamento. Determinato il totale delle Kcal necessarie per riscaldare l’ambiente, bisogna dividerlo per la resa termica di un metro lineare di battiscopa (valore fornito dalle ditte costruttrici del sistema) che varia in funzione della fonte energetica che verrà prescelta, ossia della temperatura di mandata dell’acqua. La resa termica del sistema infatti, varia in funzione della temperatura dell’acqua
Più diminuisce la temperatura dell’acqua, più aumentano i ml di battiscopa che fungono da sistema di riscaldamento. In ogni caso il sistema deve assicurare all’ambiente una temperatura di 20-22°C circa. Per determinare il totale delle Kcal necessarie a riscaldare l’ambiente, in quanto compatibile puoi consultare la pagina: “Calcolo termosifoni”, la quale prevede due criteri di calcolo:
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Anche se il sistema radiante a battiscopa presenta degli indubbi vantaggi non mancano alcuni svantaggi da considerare nella scelta del tipo di riscaldamento da installare.
I costi di installazione di un riscaldamento a battiscopa devono considerare il costo del battiscopa comprensivo delle tubazioni idrauliche, della batteria lamellare in alluminio che circonda le tubazioni per una più efficiente diffusione del calore e degli accessori per il montaggio, quali staffe, viti e tasselli.
In media possiamo dire che il prezzo di tale riscaldamento è prossimo ai 100 euro a ml, cui bisogna aggiungere l’eventuale costo della manodopera.
Circa i costi di gestione, in larga misura essi risultano influenzati dal sistema utilizzato per il loro funzionamento. I costi decrescono passando dalla caldaia tradizionale alla pompa di calore, per azzerarsi in caso di utilizzo dell’energia solare (una volta ammortizzato il costo dei pannelli solari termici o fotovoltaici).
Per quanto riguarda, invece, la manutenzione tali sistemi sono destinati a durare nel tempo e non richiedono interventi e costi di manutenzione, inoltre sono molto pratici e facili da ispezionare e pulire.
Per i lavori di riqualificazione energetica, la Finanziaria 2014 ha prorogato fino al 31 dicembre 2014 la detrazione fiscale nella misura del 65% per un tetto massimo di spesa di 96.000 euro (cosiddetto eco bonus). Per il prossimo 2015, la detrazione scenderà al 50% mentre il tetto massimo di spesa resta ancora fissato a 96.000 euro. A partire dal 2016, se non intervengono nuovi provvedimenti normativi, si tornerà alla detrazione originaria del 36% mentre il tetto massimo di spesa tornerà a 48.000 euro, in pratica scende la percentuale di detrazione e l’attuale tetto massimo di spesa si dimezza.
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