Le termostufe a pellet sono apparati che uniscono alle normali funzioni di una stufa, ossia riscaldare l’ambiente in cui sono collocate, anche quelle di una caldaia ossia produrre acqua calda che verrà utilizzata come acqua sanitaria e/o per alimentare un impianto di termosifoni che assicurerà il riscaldamento di locali attigui e sovrastanti a quello in cui è collocato l’apparato. Ovviamente poiché sono a pellet useranno quest’ultimo come combustibile.
Ricordiamo che il pellet si ottiene addensando legno triturato fino ad ottenere cilindretti con diametro compreso tra i 6 e gli 8 millimetri e lunghezze tra i 10 ed i 30 millimetri. Caratteristiche essenziali del pellet sono:
Un ciclo produttivo che non prevede né uso di collanti né di additivi chimici (la forma viene mantenuta dalla lignina che è un componente del legno) ;
Un ciclo produttivo che utilizza come materia prima scarti di lavorazione dell’industria del legno e dell’agricoltura.
Le termostufe a pellet sono sostanzialmente comuni stufe a pellet di adeguata potenza termica compresa, di norma, tra i 13 ed i 35 kW.
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La differenza di rilievo tra le termostufe ed una normale stufe a pellet è nello scambiatore di calore in cui, nelle prime, oltre a circolare aria, circola anche acqua che verrà riscaldata dai fumi di combustione e che, una volta calda, andrà ad alimentare l’impianto dell’acqua sanitaria e/o quello dei termosifoni per il riscaldamento degli altri ambienti.
A stretto rigore l’impianto che collega la termostufa al circuito dell’acqua sanitaria ed ai termosifoni non fa parte della caldaia anche se questa è spesso dotata di una pompa che consente il ricircolo dell’acqua riscaldata, di un vaso di espansione ed una valvola di sicurezza per scongiurare i possibili danni procurati da picchi di pressione che superino il livello di guardia.
L’impianto può collegare la termostufa ad una caldaia ausiliaria a metano che, pilotata da una termo valvola, interverrà quando l’acqua nel bollitore di accumulo non è alla temperatura di esercizio. Condizione che potrà verificarsi o a termostufa spenta o nella fase iniziale quando non ha ancora raggiunto la giusta temperatura. Ovviamente la caldaia a gas, quando tale livello sarà stato raggiunto, smetterà di funzionare.
E’ anche possibile un allacciamento a pannelli solari termici che coadiuveranno la caldaia a portare l’acqua del boiler alla giusta temperatura consentendo un considerevole risparmio di combustibile che gioverà alla gestione economica dell’impianto.
E’ possibile ancora una uscita del boiler con acqua calda a temperatura più bassa per alimentare tubazioni interrate nel pavimento che consentono il riscaldamento a pavimento di alcune stanze della casa.
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L’impianto, comunque sia configurato, sarà sempre dotato di vari dispositivi di sicurezza per evitare che picchi di pressione (conseguenza di temperature troppo elevate) possano causare scoppi e danneggiamenti.
I vantaggi delle termostufe a pellet sono:
Per effetto della doppia combustione, che avviene nel loro braciere, e della elevata temperatura tutti i pericolosi sottoprodotti di combustione, e segnatamente il monossido di carbonio, vengono completamente ossidati e pertanto vengono immessi nell’ambiente esterno solo gli innocui: anidride carbonica ed acqua. Inoltre poiché i fumi percorrono nello scambiatore di calore a tubi un lungo percorso attraverso una coclea, allo scopo di cedere quanta più energia termica è possibile, anche eventuali polveri sottili ed impurità in essi contenuti si depositeranno.
L’anidride carbonica immessa in atmosfera poi non concorrerà ad aumentare il bilancio dei gas serra in quanto il suo ammontare è all’incirca uguale alla quota che l’albero da cui il pellet deriva ha sottratto dall’atmosfera stessa per utilizzarla nella sintesi clorofilliana.
Il pellet usa come materia prima per il suo ciclo produttivo: scarti dell’industria di lavorazione del legno, scarti di potatura in agricoltura, scarti dell’industria agroalimentare. Le stufe, quindi, consumano una risorsa rinnovabile. Non gravano sul bilancio energetico del nostro paese. Il pellet viene dal legno risorsa di cui il nostro paese è ricco (ne produce più del suo fabbisogno)
Contribuiscono allo smaltimento dei rifiuti. Consumano, infatti, combustibile che è prodotto con scarti di lavorazione.
Riuniscono in un solo elemento due apparati. Esse, infatti, fungono contemporaneamente da stufe e da caldaia. La loro caratteristica di essere a camera chiusa (non immettono prodotti di combustione nell’ambiente) ed il design di architetti capaci con modelli esteticamente pregevoli rende possibile il loro inserimento in ogni tipo di ambiente. Inserimento reso ancor più gradevole alla visione della fiamma che arde attraverso il vetro ceramica del suo portello.
Hanno un costo di gestione ragionevolmente basso. La condizione scaturisce dall’elevato rendimento termico della termostufa e dal basso costo del combustibile. Il pellet, infatti, ha un costo per chilowattora di energia prodotta superiore solo a quello di legna e cippato. Il rendimento termico elevato è assicurato dalla doppia combustione che produce più calore e dal lungo percorso dei fumi nello scambiatore che riduce al minimo il calore disperso all’esterno.
I contro.
Le termostufe a pellet richiedono una canna fumaria che deve sbucare sul tetto dell’abitazione. Pertanto non possono essere collocate in un qualsiasi posto né possono essere spostate con facilità.
Non funzionano senza energia elettrica. Quindi se viene meno la corrente la termostufa si spegnerà.
Sono apparati complessi. Richiedono pertanto l’intervento di personale con adeguata competenza tecnica sia per l’installazione che per l’assistenza tecnica.
Richiedono manutenzione e pulizia periodica.
Hanno un costo iniziale relativamente alto. La spesa per acquistare una buona termostufa a pellet con design confacente ad un arredamento di qualità parte dai 2500 € e raggiunge tranquillamente i 5000€ per modelli di potenza elevata.
Le termostufe a pellet sono, come già molte volte detto, dei dispositivi dotati di una complessa tecnologia e pertanto le operazioni di installazione, così come quelle di manutenzione periodica, vanno fatte a cura di personale dotato di adeguata competenza e quindi dai tecnici dell’azienda produttrice. Inoltre la stufa va adattata all’impianto dei termosifoni ed anche tale operazione va fatta da personale esperto. Qualunque sia il modello di termostufa da installare sarà necessario programmare inizialmente la centralina a microprocessore che sovra intende alle sue principali funzioni.
Il settaggio si effettuerà operando dal display di controllo e immettendo con opportune manovre i dati essenziali per il settaggio delle principali funzioni dell’apparato. Ovviamente ogni marca/modello avrà un suo iter operativo illustrato nel manuale che accompagna l’apparato. Comunque al di la delle differenze imposte da marca e modello qualunque termostufa richiederà un iniziale settaggio di:
Data e ora.
Orario di accensione e spegnimento.
Potenza. Nei modelli sofisticati di termostufe a pellet si può variare in un contenuto range la potenza generata in funzione della temperatura dell’acqua.
Temperatura dell’acqua che si invia all’impianto.
Temperatura della stanza in cui è allocata.
Tiraggio. Ossia il movimento con cui i fumi di scarico abbandoneranno il dispositivo (agendo sulla velocità delle ventole).
Carico di pellet. Ovvero la quantità di questo che nell’unità di tempo la coclea addurrà al braciere (agendo sulla velocità del motoriduttore che muove la coclea).
La manutenzione ordinaria della termostufa a pellet consiste essenzialmente in operazioni di pulizia:
svuotamento del cassetto che raccoglie la cenere sotto il crogiuolo dove brucia il pellet;
pulizia con un aspirapolvere del: vano crogiuolo e della ventola;
pulizia del vetro anteriore.
La manutenzione straordinaria, da effettuarsi con cadenza annuale, consiste nella pulizia delle condense catramose che si raccolgono nell’apposito vano posto a monte del tubo che adduce i fumi di scarico alla canna fumaria.
Approfondisci come pulire la canna fumaria.
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