Il ciclamino, pianta ornamentale della famiglia delle Primulaceae o Myrsinaceae, originaria delle aree orientali del bacino Mediterraneo, dell’ Europa, Asia e Africa, è caratterizzata da una piacevole fioritura invernale, con fiori singoli e peduncolati che spaziano tra le svariate tonalità di colore dal bianco al rosso, che si presta ad essere coltivata sia in vaso che in piena terra.
E’ una pianta a portamento cespitoso, che si espande per accestimento, dando vita a gruppi di basse piante erbacee. La parte interrata del fusto è costituita da un grosso bulbo tondeggiante, da cui si dipartano le radici, che assumono una funzione secondaria, mentre le foglie di forma diverse e con un vistoso picciolo sono presenti solo nella zona basale della pianta. Il genere Cyclamen comprende oltre 20 specie delle quali solo 3 crescono spontanee nel nostro paese: la Cyclamen hederifolium, la Cyclamen repandum e la Cyclamen purpurascens, rispettivamente conosciute come ciclamino napoletano, ciclamino primaverile e ciclamino delle alpi. E’ una pianta tossica cui vengono riconosciute proprietà medicinale, quali purganti e abortive. Tra le 4-5 specie coltivate nel nostro paese, quella utilizzata quasi in via esclusiva sia come pianta ornamentale d’appartamento che per decorare balconi, terrazzi e giardini è la Cyclamen persicum, conosciuta come ciclamino di Persia. Il ciclamino è una piante rifiorente, almeno per alcuni anni, ma solo in presenza di cure colturali regolari e corrette, per cui è opportuno comprare piante che già presentano un buon numero di boccioli.
Il ciclamino non teme il freddo, ma non sopporta le gelate, con eccezione della specie alpina che resiste a temperature di alcune decine di gradi sotto lo zero (tipo -25°C). Le specie meno rustiche prediligono un clima temperato fresco, con temperature notturne che si mantengono intorno allo zero. Al ciclamino bisogna assicurare una posizione soleggiata. Gli esemplari in casa vanno tenuti lontano da fonti di calore e portati all’esterno non appena le condizioni climatiche lo consentano. Prospera in un terriccio soffice, leggero e umido, ma ben drenato e ricco di sostanze organiche. In presenza di un terreno compatto e argilloso, diventa necessario correggerlo con l’aggiunta di sabbia.
Come abbiamo detto, il ciclamino è una pianta a fioritura invernale, da settembre a marzo. Durante questo periodi di intensa attività vegetativa, che rallenta durante la tarda primavera e la stagione estiva, bisogna mantenere il terriccio umido senza originare pericolosi ristagni idrici, potenziali cause di marciume delle radici bulbose, soprattutto in presenza di una insufficiente aerazione. Bisogna annaffiare lentamente e direttamente ai piedi della pianta, senza bagnare le foglie ed i fiori, ripetendo l’operazione a distanza di poco minuti fino a quando l’acqua non compare nel sottovaso, dal quale va rimossa trascorso 3-4 minuti, non appena il terreno ha espulso tutta l’acqua in eccesso, che non è riuscito a trattenere. Per evitare di bagnare frequentemente il bulbo, molto sensibile ai marciumi, è consigliabile innaffiare dal basso, ossia versare l’acqua nel sottovaso, rimuovendo dopo una mezz’ora quella che residua. Lasciare asciugare completamente il terriccio tra due interventi consecutivi.
Dopo la prima fertilizzazione del terreno, eseguita interrando letame maturo o concime granulare bilanciato a lenta cessione al momento della messa a dimora delle piantine, durante la fioritura, ogni 30-40gg, bisogna diluire nell’acqua destinata all’innaffiatura un concime liquido a base di fosforo e potassio.
Il ciclamino va rinvasato ogni 2-3 anni, a fine inverno-inizio primavera, quando il bulbo crescendo riduce in maniera significativa lo spazio destinato al terriccio e/o quando quest’ultimo è diventato particolarmente povero di elementi nutritivi, che non si riescono ad integrare in maniera adeguata con la concimazione. Utilizzare un terriccio composto per metà da terreno da giardino e per la restante metà da sabbia e torba in parti eguali, provvedendo a sistemare sul fondo del vaso uno strato di ghiaia di 3-4 cm per assicurare un buon drenaggio.
Muffa grigia, marciume dei boccioli, marciume del colletto, marciume radicale, marciume dei tuberi, acari e ragnetto rosso. Tutte le malattie da fungo vengono favorite da ambienti umidi e presenza di ristagni idrici. Si combattono con fungicida, non mancando di rimuovere le cause che le hanno determinate. Periodicamente vanno rimosse le foglie secche ed i fiori appassiti, sia per ragioni estetiche che per evitare che possano diventare veicoli di infezioni e virus. Gli acari sono piccolissimi parassiti fitofagi di vari colori, dal giallo al rosso, che vivono in colonie sul verso delle foglie, nutrendosi delle stesse che tendono a cadere. Sono insetti talmente piccoli che non si riescono a vedere ad occhio nudo e spesso loro presenza passa inosservata, provocando un generale decadimento della pianta. Si sviluppano in presenza di un clima caldo e secco, che in qualche misura è quello richiesto per scongiurare le malattie fungine. Si tratta, pertanto, di trovare il giusto equilibrio tra le due esigenze per difendere il ciclamino sia da patologie fungine che dagli acari. Si combattono con specifici acaricida per piante. Il ragnetto rosso è un acaro fitofago, per esso vale quando detto per gli acari, sia per quanto riguarda i danni che provocano alla pianta che per prevenirli e combatterli.
Per divisione dei tuberi e per seme. La tecnica di moltiplicazione per divisione dei tuberi è da preferire in quanto agamica, nel senso che assicura nuove piantine con identiche caratteristiche della pianta madre, a differenza della semina che riproduce ibridi. La divisione dei tuberi è operazione da eseguire alla fine della fioritura, facendo in modo che tutte le parti contengono almeno 1-2 gemme. Passando alla semina, il momento migliore coincide con la piena stagione estiva.
Molto verosimilmente l’ambiente che ospita la pianta gode di poca luce e molto calore.
Si, per alcuni anni, in presenza di regolari e corrette cure colturali.
Per semina durante l’estate e per divisione dei tuberi alla fine della fioritura.
Al momento della messa a dimora delle piantine estirpate dai semenzai, con concime granulare bilanciato o letame maturo, e durante la stagione vegetativa, ogni 30 giorni circa, con concime a base di fosforo e potassio, da diluire nell’acqua destinata all’ innaffiatura.
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