Guida per la coltivazione delle carote in piena terra ed in vaso, dalla preparazione del terreno al raccolto, dalla semina alle pratiche colturali: irrigazione, concimazione, sarchiatura, rincalzatura, rimozione delle erbe infestanti.
La carota è una pianta erbacea che cresce spontanea nelle zone temperate dell’intera Europa. Rappresenta un ortaggio coltivato a scopo alimentare in tutte le zone temperate della Terra. Le varietà coltivate differiscono per grandezza, forma, colore e periodo di coltivazione. In funzione della grandezza si distinguono in carote lunghe, mezzane e corte, mentre in funzione del periodo del raccolto in carote tardive, precoci e medie). Ricordiamo la Comune e la Rossa di Napoli, entrambe lunghe, la Nantese Clodia, carota media per dimensione e precoce per epoca di maturazione, la Rossa di Amsterdam, carota precoce per l’epoca di maturazione e mezzana per le dimensioni, la Tonda di Parigi, carota precoce per l’epoca di maturazione.
In linea con le zone climatiche in cui cresce spontaneamente, la carota predilige un clima temperato fresco e teme i ristagni idrici.
Per la coltivazione delle carote risulta indicato un terreno leggero, particolarmente fertile e ben drenato, ne compatto ne ghiaioso, un terreno che non teme i ristagni idrici e nello stesso momento non offre resistenza all’ingrossamento delle radici (fittone). Il terreno deve essere opportunamente preparato (vangato e concimato) alcuni mesi prima dell’impianto della coltura per dare modo al letame di completare la decomposizione. In funzione della grandezza dell’appezzamento e del tipo di coltura (amatoriale, professionale), il terreno può essere vangato manualmente con l’ausilio della vanga o con la motozappa. Dal punto di vista operativo, scavato il primo solco (35-40 cm di profondità) per l’intera lunghezza del sito, bisogna spargere lungo lo stesso stallatico maturo nella ragione di 2-3 Kg per mq di terreno lavorato. Si passa quindi a tracciare il secondo solco, parallelo al primo, con le cui zolle si provvede a coprire lo stallatico sistemato nel primo solco. A questo punto si distribuisce il letame nel secondo solco, letame da coprire con le zolle rimosse con la realizzazione del terzo solco e così via fino a completare l’intero appezzamento.
La riproduzione delle carote avviene per seme. Il periodo migliore per la semina coincide con l’arrivo della primavera, anche se in zone climatiche temperate come la nostra la coltivazione delle carote viene praticata durante l’intero anno. Le prime semine iniziano a fine gennaio e si protraggono a scalare (ogni 20-30 gg) fino ad autunno inoltrato, assicurando la presenza di questo ortaggio in tutte le stagioni. Al momento della semina il terreno non deve presentare tracce di stallatico che non ha terminato il processo di fermentazione. La semina viene effettuata a scaglio creando possibilmente dei filari per facilitare il raccolto e rendere confortevoli gli interventi di manutenzione, rimozione erbe infestanti, sarchiatura, ecc. I semi distribuiti a scaglio devono essere coperti da un sottile strato di terreno, cui segue una delicata e sottile innaffiatura avvalendosi di un innaffiatoio munito di doccetta per compattare leggermente i terreno ai semi, senza alterarne la distribuzione. La distanza tra le file varia dai 15 a i 20 cm circa in funzione della varietà di carote, mentre a seguito di sfoltimento lungo la fila le piantine devono essere distanziate di 5 cm circa. Il diradamento è un’operazione da eseguire a terreno umido per rendere agevole l’estirpazione delle piantine in eccesso, cominciando da quelle più esili. Il trapianto è una pratica poco praticata ad eccezione delle carote destinate alla produzione dei semi da utilizzare per la riproduzione.
La carota, come tutte le piante che presentano radici sviluppate, temono i ristagni idrici per cui devono essere innaffiate con parsimonia ed oculatezza. Bisogna farsi guidare dall’esperienza, intervenendo quando il terreno risulta completamente asciutto e non residuano tracce del precedente intervento o in presenza di un lungo periodo di siccità. Se il terreno è stato adeguatamente fertilizzato con letame maturo durante la preventiva preparazione, non sono necessari interventi di concimarne durante l’intera stagione vegetativa. In attesa del raccolto periodicamente bisogna provvedere a rimuovere le erbe infestanti, cercando di limitarne la crescita con gli interventi di sarchiatura (lavorazione superficiale del terreno) e rincalzatura (rimozione del terreno tra i filari e sistemato ai piedi delle piante). La carota è una pianta sensibile all’avvicendamento per cui per si consiglia di utilizzare lo stesso sito non prima che siano trascorsi 3-4 anni, duranti i quali il campo sia stato destinato a colture avide di fertilizzanti, come pomodori, ravanelli, piselli.
Il raccolto è scalare, si comincia da quelle più grandi e affollate. L’estirpazione della pianta può essere manuale o meccanizzata. Per rendere più confortevole l’estirpazione manuale è opportuno irrigare il terreno qualche giorno prima. Le carote prima di essere pulite e sistemate nelle cassette vengono lasciate asciugare in locali ben areati. Si consumano crude o cotte e si conservano in frigorifero.
Tra le patologie fungine crittogamiche che colpiscono le carote ricordiamo il marciume della carota, che può colpire sia le carote ancora interrate che quelle già raccolte e conservate in locali non adeguatamente ventilati, e l’alternariosi un fungo che interessa sia la parte aerea della pianta che il fittone e si manifesta con macchie scure sulle foglie e marciume al colletto. Tra i parassiti di origine animale ricordiamo gli afidi e la cosiddetta mosca della carota le cui larve minano il fittone svuotandolo all’interno facendolo marcire.
In considerazione dello spazio che occupano, le carote si prestano ad essere coltivate in vaso da sistemare sul balcone, veranda o terrazzo. Infatti, un vaso quadrato 45x45 cm ed altrettanto alto può contenere 15-20 piantine opportunamente distanziate. I semi vengono interrati direttamente nella dimora definitiva. Riempito il vaso con il terriccio a medio impasto, con l’ausilio del punteruolo si praticano da 15 a 20 buchette in ognuna delle quali vengono interrati 3-4 semi da coprire con leggero strato di sabbia sottile. Dopo circa un mese quando le piantine avranno raggiunto l’altezza di 4-5 cm si provvede al diradamento fino a lasciare una piantina per buca, provvedendo ad eliminare quelle più esili. La semina può essere fatta a scalare ogni 15-20 giorni a partire dal mese di febbraio fino a tutto mese di ottobre, in modo da godere dell’ortaggio per l’intero anno. Le carote raggiungono la giusta maturazione per essere estirpate trascorsi 100 gg circa dalla semina, momento in cui le foglie cominciano a diventare gialle. Sia il diradamento che l’estirpazione delle carote devono essere eseguiti con il terreno umido. In attesa del raccolto, fin dal momento della semina, bisogna provvedere a regolari innaffiature facendo attenzione ai ristagni idrici, potenziali cause di marciume radicale. Dal momento della semina e fino a quando le piantine non sono diventate grandi da poter essere innaffiate con l’innaffiatore munito di doccetta, è opportuno inumidire il terreno con uno spruzzino per evitare di alterare la distribuzione dei semi o di danneggiare le piantine appena germogliate. Durante il ciclo di produzione se il terriccio utilizzato non è particolarmente fertile potrebbe essere necessario qualche intervento di concimazione diluendo concime liquido bilanciato nell’acqua destinata all’innaffiatura. Per quanto non è stato detto valgono i suggerimenti previsti per la coltivazione in piena terra.
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