Coltivare i finocchi partendo dal seme. La preparazione del terreno: vangatura e fertilizzazione. Il ciclo di produzione dalla semina al raccolto. Il finocchio coltivato trae origine dalla specie selvatica che spontaneamente cresce nell’area mediterranea.
Appartiene alla famiglia delle Ombrellifere e si coltiva in diverse varietà, quali il Gigante di Napoli, il Bianco di Firenze, il Grosso di Sicilia, ecc.
Pur essendo una pianta poco esigente, il finocchio predilige un clima mite. Infatti, nell’area mediterranea caratterizzata da un clima temperato caldo la coltivazione a scalare a partire da fine gennaio – inizio febbraio assicura questo ortaggio per quasi l’intero anno anche se preferibilmente viene consumato durante le stagioni fredde.
La coltivazione dei finocchi presuppone un terreno di medio impasto, ricco di nutrienti. Vediamo come prepararlo. Tenuto conto che la semina avviene in piena estate, il terreno viene preparato a fine inverno, alcuni mesi prima dell’impianto per dar modo al letame di completare la decomposizione. Preparare il terreno significa vangarlo ad una profondità di 35-40 cm e fertilizzarlo con letame maturo. Per produzioni domestiche e siti di poco conto la vangatura può essere eseguita manualmente con la vanga altrimenti è opportuno ricorrere alla motozappa. Tracciato il primo solco, con l’ausilio di una forca si provvede a sistemare lungo lo scavo letame maturo. Terminato il primo solco e sistemato il letame si passa a tracciare il secondo solco parallelo al primo. Con le zolle di terreno del secondo solco si provvede a coprire il letame sistemato nel primo solco. A questo punto si sistema il letame nel secondo solco che si provvederà a coprire con le zolle di terreno del terzo solco e così fino a completare la vangatura dell’intero sito. Bisogna distribuire 2-3 Kg circa di letame per ogni mq di terreno lavorato.
Il periodo migliore per piantare i finocchi o meglio per la semina dei finocchi coincide con la piena estate, anche se nelle aree mediterranee è possibile seminare già verso la fine dell’ inverno.
Per chi crede alle fasi lunari, la semina del finocchio dovrebbe avvenire “con luna calante”.
I semi si possono interrare nei semenzai o direttamente in piena terra. Viene eseguita spaglio ed i semi devono essere coperti da un sottile strato di terriccio. Le piantine, se realizzate in semenzai, vengono estirpate quando hanno raggiunto l’altezza di 12-15 cm circa e interrate a filari in piena terra nella dimora definitiva, distanziandole di 20-25 cm circa, mentre i filari devono essere distanziati di 50-60 cm circa, spazio necessario per la manutenzione, il raccolto e l’eventuale passaggio della macchina rincalzatrice. Fino al momento del trapianto in piena terra si procede allo sfoltimento dei semenzai creando spazio alle piantine più rigogliose. Analogamente, se i semi vengono interrati direttamente in piena terra, lungo i solchi, opportunamente preparati, le piantine in eccesso vengono estirpate, iniziando da quelle più esili, fino a lasciarne una ogni 25 cm circa.
La coltura dei finocchi prevede l’ irrigazione, la concimazione e la rincalzatura. La pianta di finocchio richiede di essere innaffiata con una certa frequenza. L’intensità e la frequenza dell’irrigazione dipende essenzialmente dalla stagione tenuto conto che nelle aree mediterranee il finocchio si coltiva quasi tutto l’anno. Come per la totalità delle coltura bisogna evitare di innaffiare durante le ore calde della stagione estiva e durante l’inverno quando si prevedono gelate. Non sono richiesti interventi di concimazione se la preparazione e fertilizzazione del terreno e stata eseguita con cura. Per le piante di finocchio la rincalzatura è una pratica diffusa e importante che assicura un finocchi teneri e dolci. L’operazione consiste nel rimuovere il terreno tra i filari e accumularlo ai piedi delle piante.
La coltura assicura una produzione di circa 3Kg per mq. La raccolta dei finocchi (grumoli) avviene dopo circa 3 mesi dalla semina ed è scalare. In alcune zone climatiche dura quasi l’intero anno ed ogni volta si comincia dai grumoli che hanno raggiunto la giusta dimensione, in funzione della varietà coltivata. Della parte interrata del finocchio si consuma il grumolo bianco, mentre viene recisa la parte area ed il fittone (voluminosa radice che si sviluppa alla base del grumolo). Anche se si consuma staccando dall’esterno uno dopo l’altra le guaine carnose, dopo aver eliminate quelle esterne se particolarmente dure, è opportuno tagliarlo a spicchi, in modo da gustare contemporaneamente tutte le guaine fino al piccolo fusto interno.
Tra le malattie fungine più comune cui sono esposte le piante di finocchio ricordiamo la batteriosi. Il batterio, che si trasmette essenzialmente attraverso l’acqua destinata all’irrigazione, attacca la zona basale della parte area e ben presto si trasmette alla parte interrata del finocchio (grumolo) che marcisce. E’ una patologia non facile da curare. E’ necessario rimuovere le cause, come gli eventuali ristagni idrici. Circa i parassiti di cui i finocchi possono diventare vittime ricordiamo le lumache, da cui difendersi predisponendo specifiche recinzioni manuali, rimuovendole manualmente se presente, se non si vuole ricorrere prodotti chimici velenosi.
La Coltivazione dei finocchi in vaso a scopo alimentare rappresenta una pratica poco diffusa in considerazione dello spazio che richiede e dello scarso contributo ornamentale che offre la pianta. Per quanto riguarda il clima, terreno, semina, pratiche culturali e raccolto, in quanto compatibili, valgono le considerazioni già riportate. La prima cosa da fare è procurarsi i vasi ed un terriccio di medio impasto ricco di sostanze organiche, avendo presente che per ogni vaso del diametro di 35 cm circa ed altrettanto alto è possibile coltivare un sol finocchio. Per ogni vaso, dopo averlo riempito con il terriccio, si distribuiscono a spaglio 4-5 semi da coprire con un leggero strato di terriccio. Alla semina seguono periodicamente delicate innaffiatura con uno spruzzino per evitare di smuovere i semi. Si procede con lo spruzzino fino a quando la grandezza delle piantine non consente di utilizzare l’innaffiatoio munito di doccetta. La frequenza degli interventi dipende dalla stagione e dalla zona climatica. Durante le giornate calde della stagione estiva potrebbe risultare necessario innaffiare tutti i giorni evitando le ore particolarmente della giornata. Man mano che le crescono bisogna estirpare le piantine meno rigogliose fino a lasciarne una per vaso. Il finocchio è pronto per essere estirpato dopo circa 90 giorni dalla semina.
CORRELATI
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. |
Attrezzi Auto Casa Costruzioni Forum Giardinaggio Giardino Guide Impianti Materiali Mobili Muratura Rivestimenti