Coltivare pomodori

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La coltivazione dei pomodori, dalla preventiva lavorazione del terreno (vangatura e fertilizzazione) alla semina, dallo sfoltimento delle piantine dai semenzai al trapianto, dall’interro nella dimora definitiva al raccolto.

Il pomodoro è una pianta originaria del Sud America coltivata in numerose varietà a scopo alimentare per il grande apporto vitaminico e per l’importante contributo alla bontà delle pietanze. In natura dove cresce spontanea è una pianta perenne, ma viene coltivata come specie annuale.

Condizioni climatiche e terreno ideale.

La pianta di pomodoro predilige un terreno ricco di nutrienti, leggero e sufficientemente drenato, ed un clima mite. E’ una pianta che teme il freddo e la siccità. A parte le varie conserve in bottiglie e barattoli, è un ortaggio presente tutto l’anno da consumare fresco, ma durante l’inverno viene coltivato in serra.

Preparazione del terreno.

Per coltivare pomodori, la prima operazione prevede la preparazione del terreno che deve essere vangato e fertilizzato alcuni mesi prima (in genere nell’autunno precedente). Il terreno deve essere vangato fino ad una profondità di 35-40 cm, manualmente con la vanga o con la motozappa, in funzione della grandezza del sito e della destinazione della coltura (amatoriale o professionale).

Dal punto di vista operativo, si traccia il primo solco per l’intera lunghezza del campo. Lungo il solco viene sistemato il letame maturo con l’ausilio della forca. A questo punto si appronta il secondo solco parallelo al primo e con le zolle si copre il letame sistemato nel primo solco. Sistemato il letame lungo il secondo solco si copre con le zolle del terzo solco e così via fino a completare l’intero sito.

Bisogna interrare mediamente 1,5 kg di letame per mq. Terminata la vangatura il sito viene livellato con l’ausilio del rastrello frantumando le zolle più grandi. Il terreno viene lasciato riposare fino alla primavera successiva per dar modo al letame di completare la fermentazione.

La semina: cure colturali.

Il periodo migliore per la semina dei pomodori coincide con l’arrivo della stagione primaverile.

Sebbene le diverse scuole di pensiero non sempre concordano, per chi crede alle fasi lunari, la semina dei pomodori dovrebbe avvenire “con luna crescente".

La semina può avvenire nei semenzai o direttamente in piena terra. In entrambi i casi, i semi distribuiti a spaglio vengono coperti con un leggero strato di terriccio o terreno. Nel giro di un paio di settimane le piantine fanno la loro comparsa.

Con riguardo ai semenzai, in attesa che le piantine raggiungono le dimensioni sufficienti per essere trapiantate quelle in eccesso vengono estirpate, cominciando da quelle più esile, per creare spazio a quelle più vigorose.

Dal momento della semina a quello del trapianto si provvede a tenere il terreno umido, innaffiando inizialmente con uno spruzzino per evitare di smuovere i semi. Successivamente, quando la grandezza delle piantine lo consente, si interviene con un innaffiatoio munito di doccetta.

Le piantine coltivate nei semenzai vengono trapiantate quando hanno raggiunto un’altezza di 20 - 25 cm circa sufficiente per essere lavorate (estirpate ed interrate) senza subire danni. Per facilitare l’estirpazione bisogna operare con il terreno umido. Le buche per l’interro nella dimora definitiva vengono eseguite con un punteruolo di legno. Una volta interrate le piantine si provvede a compattare il terreno intorno ai piccoli fusti. Le piantine vengono interrate in ragione 3-4 per mq.

Analogamente si procede per la semina in piena terra. In pratica manca la fase del trapianto, mentre a differenza del semenzaio lo sfoltimento delle piantine va avanti fino a lasciare i migliori 3-4 esemplari per mq. Per rendere confortevole il raccolto e facilitare gli interventi di irrigazione, concimazione, rimozione delle erbe infestanti e cimatura, la coltura viene organizzata in filari. Nell’abito del solco le piantine devono essere distanziate 30-35cm, mentre i filari di almeno 50-60cm, ma per facilitarne le cure colturali ed il raccolto, la distanza tra i filari può essere superiore.

 

Irrigazione.

E’ una pianta che deve essere irrigata in abbondanza e con regolarità. L’intensità e la frequenza degli interventi dipende dalla stagione e dalla zona climatica. Bisogna far leva sul buon senso non perdendo di vista che le piante di pomodoro temono la siccità. E' necessario mantenere il terreno umido, evitando che resti completamente asciutto per molti giorni. Nei periodi particolarmente caldi della stagione estiva, potrebbe essere necessario innaffiare tutti i giorni, ma in condizioni normali è sufficiente intervenire 2-3 volte alla settimana. Si deve innaffiare di mattina presto o sera tardi, evitando le ore calde della giornata.

Bisogna innaffiare direttamente il terreno senza coinvolgere la parte area della pianta per scongiurare il pericolo di patologie fungine.

Concimazione.

Per quando riguarda gli interventi di concimazione, gli stessi non sono necessari se la fertilizzazione operata durante la preparazione del terreno è stata fatta con cura. In caso di bisogno diluire nell’acqua destinata all’irrigazione un concime liquido nel rispetto delle dosi consigliate.

Cimatura.

I cadenzati interventi di cimatura contribuiscono a migliorare il giusto equilibrio tra vegetazione e produzione. In particolare, va rimossa sistematicamente la vegetazione basale (i rami più prossimi al terreno).

Con la cimatura, come si evince dal nome, viene rimossa la cima della pianta per contenerne la crescita e favorire la maturazione delle bacche. Analogamente, si asportano i rami basali (cosiddetta scacchiatura) che sottraggono energia ai rami destinati alla produzione.

A scopo domestico le piante di pomodoro si educano a mo’ di rampicante e vengono ancorate a dei sostegni opportunamente predisposti per tempo e ancorati al suolo. Man mano che la pianta cresce viene legata agli elementi della struttura di sostegno.

 

Raccolto.

Per la maturazione dei primi pomodori bisogna attendere poco meno di 2 mesi dall’interro delle piantine prelevate dai semenzai.

I pomodori devono essere lasciati maturare sulla pianta ed essere raccolti quando hanno raggiunto il giusto grado di maturazione per essere consumati all’insalata o per preparare le varie conserve. In genere, questo avviene per le colture amatoriali. A scopo professionale vengono purtroppo raccolte ancora verdi e lasciate maturare in maniera innaturale.

La raccolta dei pomodori è scalare e si protrae per 2-3 mesi. Si raccolgono in più riprese man mano che diventano mature (rosse). Nelle zone con clima mediterraneo si possono piantare pomodori per tutto l’anno, con eccezione dei periodi particolarmente rigidi della stagione invernale.

Le avversità.

Tra le malattie più comune cui vanno soggetto le piante di pomodoro, ricordiamo il marciume apicale e la muffa delle foglie.

Riepilogando:

1 – in autunno prepara il terreno

2 - in primavera dell’anno successivo semina

3- sfoltisci le piantine fino a lasciarne 3-4 per mq

4 – in attesa del raccolto innaffia

5 – raccogli i pomodori a scalare

Coltivazione pomodori in vaso.

Diciamo innanzitutto che i suggerimenti fin qui visti per la coltivazione dei pomodori in piena terra, circa le condizioni climatiche (temperatura, tasso di umidità), e le pratiche colturali (innaffiature, cimatura, pacciamatura e scacchiatura), in quanto compatibili, valgono anche per le coltivazioni in vaso. L’accortezza è quella di optare per varietà di dimensioni contenute i cui frutti si conservino sulla pianta quanto più a lungo possibile.

Tra le varietà maggiormente apprezzate per la coltivazione in vaso, da sistemare su balconi e terrazzi, primeggiano i pomodorini cosiddetti ciliegini della varietà “Pepe e Small Fry” e la varietà “Big Rio”, con frutti più grandi a forma di uovo.

 

Tornando al terreno e alle condizioni climatiche, come tutte le varietà, ovunque coltivate, prediligono un terreno umido e ricco di nutrienti (humus), mentre temono il freddo e la carenza d’acqua.  

La semina in semenzai riparati, deve essere praticata a fine inverno – inizio primavera, cui seguono le cure di cui abbiamo già detto, tra le quali assume importanza il diradamento.

Solo a primavera inoltrata, quando le piantine avranno raggiunto un’altezza di 15-25 cm e la temperatura è prossima ai 15-20°C  è possibile trapiantarle nella dimora definitiva, vasi, cassette, ecc.  Si parte da contenitori alti e profondi almeno 35-40cm  (vasi così piccoli possono ospitare una sola piantina, al massimo due). 

A secondo della varietà possono aver bisogno o meno di tutori, quali graticci, fili metallici, canne di bambù, ecc.

Si possono raccogliere i primi frutti dopo circa due mesi dalla messa a dimora definitiva, mentre la raccolta a scalare si protrae per 7-8 settimane.

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