Guida alla coltivazione dell'olivo (impianto di un oliveto), dalla preparazione del terreno alla messa a dimora della pianta, dalla raccolta delle drupe alla prevenzione di parassiti fitofagi quali la mosca dell’olivo e delle malattie più comuni.
L'Olea europaea, della specie delle Oleacee, è una pianta sempreverde, molto longeva, dal tronco possente che può raggiungere i 2m di altezza e dal consistente apparato radicale. L’olivo è molto diffuso nel bacino del Mediterraneo ed è originario del Medi Oriente, e sin dall’antichità i suoi frutti, le olive o drupe, ricche di Polifenoli, sono utilizzate per fini alimentari e per la produzione di olio. Oggi le olive vengono utilizzate anche in cosmesi, per la produzione di creme idratanti, profumi,detergenti.
L’olivo predilige un clima mite, non troppo umido, privo di sbalzi termici, con una temperatura che non scende di molti gradi sotto lo zero. Ideali sono le zone ventose vicino al mare o collinari, che non superino gli 800-1000 m. Necessita di molto sole perché l’ombra può rallentare la produzione di olive ed è preferibile esporre le piante in direzione sud. In caso di clima troppo rigido e in presenza di gelate è possibile che il legno del tronco si danneggi o che muoia tutto l’apparato aereo della pianta. Sopporta invece molto bene periodi di siccità anche per qualche mese.
La preparazione del terreno è un’operazione un po’ complessa e delicata. Prima di tutto, il terreno su cui organizzare l’oliveto deve essere preferibilmente argilloso, anche se l’olivo si può adattare ad altri terreni, purché siano ricchi in calcio e non troppo duri, per evitare ristagni d’acqua. Prima di iniziare i lavori di impianto, il terreno deve essere pulito e liberato da piante e arbusti. Perché abbia una consistenza ideale, è necessaria la ripuntantura, ovvero il taglio verticale e profondo del terreno da effettuare con un attrezzo chiamato ripuntatore (anche se per i piccoli oliveti è sufficiente un aratro). Una volta smosso il terreno, deve essere livellato.A questo punto si passa alla fase di scasso del terreno, da effettuarsi da maggio a giugno, che consiste in un’operazione tipica dell’impianto di arboreti che serve a rendere il terreno più morbido per favorire l’attecchimento delle radici delle giovani piante. Bisogna utilizzare una vangatrice meccanica o, se l’oliveto è di piccole dimensioni, è sufficiente una vanga a mano, per creare delle vere e proprie “trincee” profonde circa 1m e larghe 1,50 m, che permetteranno alle giovani piante di sviluppare le proprie radici ancora giovani. In seguito, il terreno deve essere concimato, preferibilmente con concimi minerali a base di fosforo e potassio, da comprare in vivaio o nei negozi specializzati. Quindi si deve decidere la forma che si vuole dare all’oliveto, perché a settembre si devono iniziare a mettere a dimora le giovani piante, che si possono comprare in vivaio o in negozi specializzati. Una volta impiantate, le piantine devono essere ricoperte di altro terreno concimato.
A fine autunno, dopo aver scavato con una vanga delle piccole buche, è possibile piantare gli alberi già cresciuti allo stadio di piantone e ricoprire le radici con terreno concimato con concimi organici (letame e cenere), facendo attenzione a non soffocarle. Non resta che innaffiare generosamente i piantoni. Se tutte le operazioni sono state effettuate correttamente, già dopo un mese appariranno i primi germogli. Successivamente, dopo circa un 3 settimane, le piante devono essere potate dei rami in eccesso con delle forbici da giardino.
Si deve effettuare non troppo frequentemente, aspettando che il substrato sia ben asciutto tra un’innaffiatura e l’altra. In estate basta innaffiare la pianta una volta a settimana, mentre in inverno potrebbe essere sufficiente innaffiare anche 2 volte al mese. E’ importante evitare il ristagno dell’acqua nel terreno, e quindi si consiglia di drenare spesso il terreno o di costruire sistemi di scolatura dell’acqua come fognature o vespaiature, scavando nel terreno con una vanga fosse parallele profonde circa 70-100 cm.
Anche se solitamente la maturazione delle olive avviene a fine autunno- inizio inverno (novembre-dicembre), la raccolta si può effettuare tutto l’anno perché la produzione di frutti può variare in base alla specie, alla posizione, al clima ed all’esposizione della pianta. Un solo olivo può produrre circa 15-25 kg di olive l’anno. Le olive verdi si raccolgono prima della maturazione, mentre per le olive nere si deve attendere che i frutti siano maturi. Per effettuare la raccolta si possono utilizzare diversi metodi come la brucatura a mano, che consiste nel raccogliere a mano le olive; la raccolta delle olive cadute spontaneamente, che può avvenire direttamente da terra o da teli sistemati sotto le fronde; la pettinatura, che consiste nel “pettinare” le fronde con un grosso rastrello di legno e raccogliere le olive che cadono in un telo posto al di sotto delle fronde.
Per evitare il proliferare di funghi e parassiti fitofagi come la mosca dell’olivo o la tignola, è necessario evitare il ristagno dell’acqua e dell’umidità e favorire la ventilazione della pianta. Si può anche ricoprire il tronco con poltiglia bordolese, una miscela di solfato di rame e calce che si compra già preparata presso le ditte specializzate, utilizzando un grosso pennello per distribuire il prodotto. L’operazione va effettuata ogni decennio circa. Tra le altre malattie che possono colpire l’olivo vanno ricordate la rogna, che si manifesta quando il clima è troppo piovoso, e la fumaggine, dovuta alla presenza di fitofagi, che si manifesta quando il clima è troppo caldo, entrambe prevenibili con pennellate di poltiglia bordolese. E’ possibile anche che si sviluppino muschi e licheni sul tronco, e in questo caso possono essere raschiati via dalla pianta con guanti a maglia ferrosa.
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