Come e dove coltivare le patate, dalla preparazione del terreno al raccolto, dall’interro del tuberi alle pratiche colturali, quali irrigazione, concimazione, rimozione erbe infestanti, rincalzatura e sarchiatura.
La patata, pianta originaria dell’America del Sud della famiglia delle Solanaceae, viene coltivata in grande quantità a scopo alimentare. Si tratta di tuberi commestibili che si differenziano per forma, colore e consistenza, ricchi di carboidrati, vitamine e minerali. Una volta sbucciate devono essere consumate in quanto col tempo perdono parte delle proprietà nutrizionali. Tra le diverse varietà ricordiamo le patate a pasta gialla e le patate a pasta bianca, rispettivamente con polpa compatta e polpa farinosa. La prima varietà risulta indicata per essere fritte, consumate all’insalata una volta scaldate, mentre la seconda per gnocchi e crocchette.
La patata predilige zone climatiche caratterizzate da inverni rigidi e da temperature miti durante le altre stagioni, zone montuose con inverni lunghi ed estate brevi e fresche in grado di assicurare una grande quantità d’acqua di cui la pianta necessita durante l’intero ciclo di produzione.
La patata ha bisogno di un terreno leggero, molto fertile e drenato, adeguatamente lavorato (vangato e fertilizzato) alcuni mesi prima. Tenuto conto che l’interro dei tuberi avviene a fine inverno-inizio primavera, in funzione della zona climatica, è opportuno preparare il terreno durante l’autunno precedente.
La vangatura, in funzione della scopo della coltura (professionale o amatoriale) può essere eseguita manualmente con la vanga o con l’impiego di una motozappa.
Dal punto di vista operativo, il terreno deve essere vangato ad una profondità di 30-35 cm circa, realizzando un solco per l’intera lunghezza del sito da destinare alla coltura di patate. Lungo il solco bisogna sistemare a scaglio letame maturo (1,5 -2,5 Kg circa per mq di terreno).
A questo punto si provvede a scavare (vangare) il solco adiacente e parallelo coprendo con le zolle di terreno rimosse il letame sistemato nel solco precedente. Quindi si distribuisce letame nel nuovo solco che si provvede a coprire con le zolle del terzo solco e così via fino a completare l’aratura dell’intero sito.
Le patate, anche se si riproducono per seme come la totalità delle piante, in pratica vengono coltivate interrando i tuberi del raccolto precedente. Il periodo migliore per l’interro dei tuberi inizia con la fine della stagione invernale e si protrae durante la stagione primaverile.
Scegliendo di prendere in considerazione le fasi lunari, la semina della patata dovrebbe avvenire “con luna calante”.
Si utilizzano le patate di dimensioni più piccole mentre quelle più grandi vengono divise in più parti purché per ognuna di esse rimangono almeno un paio di germogli. Per facilitare il processo di germogliazione vengono tenute al buio.
In pratica i tuberi vengono interrati per intero se presentano un peso compreso tra i 40 ed i 60 gr, altrimenti vengono tagliati in due o più parti e trattate con polvere cicatrizzante. In questo caso è opportuno piantarle trascorse 24-36 ore, per dar modo al taglio di asciugarsi. Se si usano tuberi non interi bisogna tener conto che alcuni di essi potrebbero non andare a buon fine.
I tuberi vengono interrati in filari paralleli distanziati di 70-80 cm circa, spazio necessario per i normali interventi di manutenzione e per un confortevole raccolto. I tubero vengono sistemati uno di seguito all’altro nell’eventuale solco approntato, distanziandoli lunga la fila di 20-30cm circa. In alternativa vengono interrati con l’ausilio di un punteruolo utilizzato per preparare le buche destinate a ricevere i tuberi. In entrambi i casi questi ultimi vengono interrati ad una profondità di 12-14 cm.
Le patate devono essere raccolte (scavate) verso la fine della stagione estiva (fine Luglio-Agosto) quando la parte area della pianta e quasi completamente secca. I tuberi sono maturi e pronti per essere scavati quando la buccia non viene via se strofinati energicamente.
Essi possono essere portati in superficie manualmente con un’operazione simile a quella della vangatura, ma utilizzando la forca in luogo della vanga, o meccanicamente con gli aratri. In entrambi i casi bisogna fare attenzione a danneggiarne il minor numero possibile.
Una volta scavate, le patate adagiate sul terreno e coperte con paglia o fogliame vengono lasciate asciugare prima di essere conservate. Sia la semina che la raccolta delle patate deve essere fatta con il terreno particolarmente asciutto.
Tra le più importanti malattie crittogamiche che possono colpire le piantagioni di patate ricordiamo l’alternariosi, una patologia fungina che si manifesta con macchie scure che interessano sia i tuberi che la parte aerea della pianta.
Tra i parassiti di origine animale il più temuto per le colture di patate è la dorifora, capace di compromettere l’intero raccolto. Si tratta di un insetto importato dall’America nella prima metà del secolo scorso lungo circa un centimetro col dorso zebrato di colore giallastro dal quale difendersi irrorando la massa fogliare interessata con un pesticida a base di polvere di piretro.
Anche se la coltivazione delle patate in vaso o cassonetti, da sistemare su balconi o terrazzi, non è una pratica molto diffusa, si tratta infatti di un ortaggio che in quanto tubero necessita di ampi spazi, riportiamo qualche suggerimento con riguardo alle peculiarità di questo tipo di coltura, rimandando a quanto fin qui detto per la coltivazione in piena terra, in quanto compatibile, circa il periodo migliore per la semina, le pratiche colturali, dalla preparazione del terriccio e dei tuberi da interrare, alle pratiche colturali, quali: semina, innaffiatura, concimazione, rimozione delle erbe intestanti, rincalzatura e sarchiatura, per finire col raccolto.
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