Cure e coltivazione del Ficus benjamin, dalle tecniche di moltiplicazione agli utilizzi, dalle varietà al terreno e condizioni climatiche ideali.
Originario delle zone tropicali, il genere Ficus, della famiglia della Moraceae, è una pianta a foglie ovali verdi o striate che può presentarsi sotto forma di albero, arbusto o rampicante. Conta oltre 800 specie, sparse in tutto il mondo, dall’Asia all’Africa, dall’ Europa all’Australia. Tra le specie maggiormente coltivate come piante ornamentali d’appartamento, troviamo il Ficus elastica, conosciuto come il fico del caucciù o semplicemente come Ficus, il Ficus retusa coltivato generalmente come bonsai, il Ficus pumila, conosciuto come fico rampicante, che produce radici aeree per arrampicarsi ed il Ficus benjamina, originario delle regioni tropicali dell’Asia, dove cresce spontaneo superando i 20 m di altezza. Tra le tante specie, il F. benjamin, presente in buona parte dei paese del globo, ai fini ornamentali è quello più apprezzato per il suo portamento delicato, armonioso e distinto. Coltivato in vaso contiene la sua esuberanza entro i 2 m metri di altezza circa. Una proprietà comune a tutte specie di Ficus, compresa l’albero del comune fico da frutto, è quella di emettere un lattice da qualsiasi ferita le venga procurata.
In appartamento, il benjamina vive bene con una temperatura prossima ai 15-17 °C, ma sopportano temperature fino ai 25-30°C, in un ambiente con la giusta presenta di umidità, lontano da termosifoni, in un luogo riparato dalle corrente d’aria, man bene illuminato, in un terreno umido, leggero e ben drenato, composta per metà da terriccio universale e per la restante metà da torba e terriccio di foglie. Pur essendo una classica pianta da appartamento, se si dispone di un giardino, durante l’estate è salutare per la pianta collocarla all’ombra di un albero sempreverde.
1-durante il periodo che va da maggio a luglio, servendovi di un cesoia bene affilata, disinfettata e sterilizzata, prelevata una talea apicale di 10-12 cm, cui lascerete solo 3-4 foglie, togliendo quelle in eccesso più prossime al taglio;
2-tamponate con polvere di carbone la fuoriuscita del lattice dalla ferita del taglio e lasciatela asciugare per 12-18 ore, quindi interrate la talea in una composta fatta da torba e sabbia in parti eguali, dopo aver immerso per 2-3 cm la parte basale della talea in una polvere di ormone radicante. Per evitare di sfrangiare la parte della talea da piantare nel terriccio, servitevi di un piccolo piantatoio o di un listello di legno. Compattate il terreno attorno alla talea e procedete con una sottile annaffiatura, servendovi di uno spruzzino;
3-coprire il contenitore con un foglio di plastica trasparente, al quale praticherete dei buchi per evitare problemi di condensa, e ponetelo in un luogo con poca luce con una temperatura intorno ai 17-20°C. A giorni alterni rimuovete il telo di plastica, fate arieggiare e inumidite il terreno se necessario;
4-una volta che la/le talea ha germogliato, dategli luce e lasciate che diventi sufficientemente grande da poter essere messa nella dimora definitiva, in vaso o piena terra. Per un buon drenaggio sistemate sul fondo del vaso o della buca uno strato di ghiaia o altro materiale inerte equivalente.
le piante in casa, compresi i Ficus, vanno innaffiate 1 al massimo 2 volta alla settimana, un po’ meno nelle restanti stagioni. Infatti, se è vero che d’inverno per le piante in piena terra, o in vaso collocato all’esterno, le annaffiature si diradano fortemente o si sospendono completamente, è altrettanto vero che, in inverno, con i riscaldamenti accesi, le pianta da appartamento hanno più o meno le stesse esigenze che durante le restanti stagioni.
Semmai qualche differenza si potrebbe ravvisare tra la primavera e l’estate, quando l’unica variante è la temperatura esterna. Oltre alle annaffiature, a prescindere dalla stagione, è buona norma nebulizzare la parte epigea del Ficus una volta al mese. Poiché il Ficus è una pianta che soffre gli ambienti secchi, oltre alle periodiche nebulizzazioni, al fine di mantenere un certo grado di umidità nella zona circostante alla pianta, è opportuno dotarla di un sottovaso in cui mantenere un filo d’acqua dopo aver sistemato uno strato di argilla espansa. L’acqua evaporando lentamente realizza attorno alla pianta le condizioni di umidità ottimali.
Ogni 30-45 giorni diluite nell’acqua destinata all’annaffiatura un concime liquido a base d’azoto, elemento che agisce sullo sviluppo della massa fogliare. A parte gli interventi di rutine, di cui abbiamo detto, alla pianta di ficus va somministrato concime liquido bilanciato, da diluire nell’acqua delle annaffiature, ogni qualvolta è stata vittima di attacchi parassitari o patologie fungine, che l’hanno indebolita.
Per le piante coltivate in vaso, è un intervento che può diventare necessario al fine di contenerne la crescita entro certi limiti dettati dallo spazio a disposizione, soprattutto in altezza. E’ un intervento da eseguire, con attrezzi affilati e opportunamente disinfettati e sterilizzati, a fine inverno, in modo da contenere la fuoriuscita del latice, provvedendo a tamponare la ferita con polvere di carbone.
è un’operazione da eseguire alla fine dell’inverno-inizio primavera ogni 2-3 anni, quando il vaso diventa insufficiente all’accresciuta massa radicale e/o il terreno è diventato particolarmente povero di nutrienti, che non si riescono a integrare adeguatamente con le concimazioni.
oltre che essere interessati da malattie da fungo o diventare preda di parassiti animali, spesso ci troviamo a dover contrastare l’ingiallimento e/o la caduta delle foglie, avversità conseguenza di errate pratiche colturali. In particolare, le foglie diventano gialle per carenza di luce, mentre cadono per eccessive annaffiature. In questi casi, non resta che rimuovere le cause, rispettivamente, spostando la pianta in un luogo bene illuminato, in prossimità del balcone, sul davanzale, comunque fuori dalla portata dei raggi solari diretti, mentre per contrastarne la caduta bisogna ridurre le annaffiature per frequenza e intensità, cercando di migliorare il potere drenante del terriccio, con il prossimo rinvaso. Viceversa, se le foglie si accartocciano siamo in presenza di carenza d’acqua e bisogna regolarsi di conseguenza. Tornando ai parassiti animali, il Ficus può diventare preda delle cocciniglie, piccoli insetti coriacei scuri che aggrediscono i fusti e la pagina inferiore delle foglie, provocandone la caduta. Se l’infestazione interessa solo parti della pianta, si può, come primo ed efficace intervento, rimuoverli manualmente, con un batuffolo di cotone imbevuto nell’alcool, cui far seguire un eventuale trattamento a base di olio di pino. E’ questo un prodotto da usare per combattere la presenza delle cocciniglie, non per prevenirli. In questo modo si evita il ricorso a trattamenti preventivi, generalmente tossici, non indicati per le piante da appartamento. Oltre che delle cocciniglie, il Ficus può diventare preda degli afidi o pidocchi delle piante, piccolissimi insetti scuri che vivono in colonie nutrendosi della linfa delle pianta, che si procurano a mezzo di punture sulle foglie, punture che diventano potenziali vie d’infezioni, mentre le foglie ingialliscono e cadono.
Il ficus è detta pianta assassina, in quando nel proprio habitat naturale i suoi semi possono germogliare su un albero ospite, che finisce per soccombere avvinghiato dalla massa radicale che la nuova pianta emette.
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