Issopo Hyssopus officinalis proprietà e coltivazione

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Guida informativa sull’issopo, Hyssopus officinalis, erbacea aromatica perenne a portamento cespuglioso, della famiglia delle Labiatae, dalle proprietà medicinali e terapeutiche agli utilizzi in cucina, dalle tecniche di moltiplicazione e d’impianto alle cure colturali, dalla semina alla raccolta e relativa conservazione.

Informazione sulla pianta di issopo.

L’issopo, Hyssopus, originario delle regioni più aride del bacino del Mediterraneo e dell’Asia centrale, è un’erbacea aromatica a portamento cespuglioso, ossia con più getti che partano dalla base, steli squadrati ricoperti di peluria che possono raggiungere i 50-70cm. Le foglie sono lanceolate e, come gli steli, ricoperte da una sottile peluria, mentre l’infiorescenza è formata da piccoli fiori azzurri o bianco-rosa, di cui vanno ghiotte le farfalle e le api. Durante l’estate crescono agli apici dei rametti, lungo gli steli, dando vita a grosse spighe fiorali. Il frutto è un tetrachenio contenente i semi. Deve il nome alla parola greca hyssopos, che significa aspetto a freccia, con riferimento alla forma della pianta. E’ una pianta apprezzata anche ai fini ornamentali e viene utilizzate per realizzare siepi, delimitare aree all’interno dei giardini e spazi a verde, grazie al portamento elegante e alla consistenza legnosa della base della pianta adulta. Cresce spontanea sulle colline delle Campania e le zone montane del Nord Italia.

Clima e caratteristiche del terreno.

L’issopo è una pianta che non teme eccessivamente il freddo. Vive bene in presenza di un clima temperato, caratterizzato da inverni miti ed estate lunghe, con una posizione soleggiata e riparata, in un terreno calcareo, asciutto, leggero e ben drenato.

Pratiche colturali.

Moltiplicazione dell’issopo.

Per seme, divisione di cespi e per talee. La semina può avvenire direttamente nelle dimora definitiva in vaso o piena terra o nei semenzai.

Semina issopo in vaso e piena terra.

Per la semina direttamente nella dimora definitiva, in vaso o piena terra, il periodo migliore coincide con l’arrivo della primavera, quando sono ormai scongiurate le gelate notturne, che finirebbero per danneggiare i giovani germogli. Le bustine di semi, se non raccolti personalmente, si possono acquistare presso negozi specializzati per la vendita delle semenze, garden center, vivai e fioristi.

Iter operativo.

1-Prepazione del letto di semina. Per la semina in vaso, sistemate sul fondo del vaso uno strato di 2-3cm di ghiaia, per assicurare un buon drenaggio, e subito dopo uno strato di eguale spessore di stallatico maturo. Riempite il vaso con un terriccio composto per metà di terra da giardino e per la restante metà da sabbie e torba in parti eguali e livellatelo in superficie. Per la semina in piena terra, con largo anticipo rispetto al momento della semina, possibilmente durante l’autunno precedente, vangate e fertilizzate il terreno interrando letame a 30-35cm di profondità, nella dose di 3Kg circa per mq di terreno lavorato. Frantumate con la vanga le zolle più grandi e livellate il campo.

2-Miscelate i semi con un pugno di sabbia, in ragione di 2gr circa per mq, e distribuiteli a spaglio. Coprite i semi con un sottile strato di terreno, di uno spessore prossimo alla grandezza del seme, e procedete con una sottile innaffiatura, utilizzando una doccetta per evitare di smuovere i semi. Continuate ad innaffiare in questo modo fino alla completa germinazione;

3-Man mano che le piantine crescono, procedete con lo sfoltimento, rimuovendo le piantine in eccesso, cominciando da quelle più esili. Fate in modo che alla fine dello sfoltimento le piantine risultino distanziate di 30-35cm sulla fila e di 50-60cm tra le file, ossia per ogni mq devono restare circa 5-6 piante.

Semina dell’issopo nei semenzai.

Per una migliore resa della semina, minimizzando i rischi di insuccesso, si può optare per la semina nei semenzai. In questo caso, la semina viene anticipata alla fine dell’inverno, in modo da disporre di piantine da trapiantare in primavera avanzata. Vediamo come procedere:

1-Procurate un contenitore, tipo le cassette per la frutta, e riempitolo con un substrato fatto di torba e sabbia.

2-Distribuiti i semi a spaglio, dopo averli miscelati con un mangiata di sabbia, per meglio distanziarli, e copriteli con un sottilissimo strato di terreno. Innaffiate con uno spruzzino e coprite il semenzaio con un telo di plastica trasparente, nel quale praticate dei buchi per evitare problemi di condensa.

3-Sistemate il semenzaio in un luogo riparato e con poca luce, tipo il sottoscale.

4-Ogni 2-3 giorni rimuovete il telo e inumidite il terreno, se necessario. Utilizzerete lo spruzzino fino a quando non si completa la germinazione e le piantine non saranno sufficientemente grandi da consentire l’uso dell’innaffiatoio munito di doccetta.

5-Man mano che crescono, procedete allo sfoltimento delle piantine in eccesso, per assicurare spazio sufficiente a quelle destinate a diventare piante adulte.

6-Non appena le piantine avranno raggiunto la grandezza di 12-15cm, estirpatele con delicatezza e piantale nella dimora definitiva.

Riproduzione agamiche per talea e divisione dei cespi.

Le talee di 10-15cm sono da prelevare verso la fine dell’estate e da mettere a radicare in una composta di sabbia e torba, per il successivo trapianto nella dimora definitiva, una volta che hanno radicato a sufficienza. La divisione dei cespi può essere eseguita sia all’inizio che alla fine della stagione vegetativa, aprile-maggio o settembre-ottobre. A scopo domestico, quando il numero delle piante da riprodurre è limitato, le tecniche di riproduzione agamiche, tipo la talea o la separazione dei cespi, sono da preferire, in quanto assicurano nuovi esemplari con identici caratteri genetici della pianta madre.

Annaffiatura.

L’issopo teme più l’eccesso che la carenza d’acqua. E’ una pianta che muore più facilmente affocata che di sete, una varietà che teme i ristagni idrici e che sopporta brevi periodi di siccità. Le annaffiature, oltre ad avere un carattere residuale rispetto alle piogge, vanno effettuate quando il terreno risulta asciutto da alcuni giorni e non si prevedono piogge. Maggiore attenzione bisogna prestare agli esemplari coltivati in vaso, che dispongono di una quantità limitata di terriccio e le radici non sono libere di espandersi a proprio piacimento in cerca di terreno più fresco. Gli interventi si concentrano durante l’estate, mentre vanno sospesi durante l’inverno. Durante le stagioni intermedie, autunno e primavera, bisogna far leva sul buon senso, integrando le piogge, se necessario. A titolo indicativo: durante l’estate potrebbe ravvisarsi la necessità di intervenire 1-2 volte alla settimana, mentre durante le stagione intermedie 1-2 volte al mese.

Concimazione.

L’issopo non è una pianta particolarmente esigente dal punto di vista della fertilità del terreno. La fertilizzazione fatta interrando stallatico maturo, al momento della preventiva vangatura del terreno, potrebbe risultare sufficiente per l’intera stagione vegetativa. Ciò nonostante, al fine di migliorare la resa, da marzo a settembre, a mesi alterni è possibile diluire nell’acqua destinata all’irrigazione concime liquido a base di azoto.

Potatura issopo.

Trattandosi di una pianta perenne, ogni 2-3 anni, alla fine dell’inverno, prima che per la pianta inizi la nuove stagione vegetativa, al fine di rinnovare la vegetazione si provvede a recidere gli steli a pochi centimetri dal suolo. Le radici non mancheranno ad emettere nuovi getti, con l’arrivo della primavera.

Raccolta e conservazione issopo.

Per gli usi quotidiani, si utilizzano foglie e infiorescenze appena raccolte. Per la conservazione, le foglie vengono raccolte prima della fioritura, mentre le cime fiorite, unitamente agli steli durante la fioritura, prima che i fiori giungono a completa maturazione. Sistemate in mazzetti, vengono appesi in un locale asciutto e bene arieggiato, in modo da velocizzare il più possibile il processo di essicazione, per contenere la dispersione dell’aroma. Una volta essiccate, foglie e infiorescenze vengono conservate in barattoli di vetro o contenitori per alimenti, chiusi ermeticamente. A scopo professionale, la pianta assicura in genere due raccolti, rispettivamente, ad inizio estate ed inizio autunno, per almeno 4-5 anni, dopo di che la piantagione va rinnovata. Ai fini della produzione è considerata una pianta biennale, in quanto entra in piena produzione a partire dal secondo anno. Lo sfalcio della pianta a pochi cm dal suolo può avvenire manualmente, per piccoli appezzamenti, o con falciatrici. La resa dell’olio essenziale risente molto dell’altitudine della coltivazione.

Issopo in cucina.

Come aroma, con il suo sapore pungente e asprognolo, che richiama quello della menta, l’issopo viene utilizzato in piccole quantità per aromatizzare carni, minestre e alcolici alle erbe da parte delle distillerie. I germogli più teneri si possono aggiungere alle insalate miste.

Proprietà medicinali e terapeutiche dell’ issopo.

Possiede proprietà cicatrizzanti, digestive, diuretiche, balsamiche e tonificanti. La medicina popolare ritiene che sotto forma di decotto cura le affezioni da raffreddamento, come tosse, catarro, mentre sotto forma di lozione tonifica la pelle, ma mancano studi ufficiali che ne confermano l’efficacia. Gli oli essenziali vengono utilizzati anche per la preparazione di profumi.

Parassiti e malattie.

Pianta rustica che non teme avversità, se destinataria di cure regolari e corrette.

Curiosità.

L’issopo attira alcune specie di insetti, come farfalle e scarafaggi, per cui la sua presenza in giardino contribuisce a tenere lontano i parassiti animali da altre specie di piante; nell’antichità l’issopo era conosciuto con il nome di “Erba sacra o della purificazione”, in quanto, raggruppata in mazzetti, veniva usata per aspergere l’acqua benedetta.

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