Cosa è il legno lamellare? Quali sono le caratteristiche, ed il prezzo? Scopriamo quali sono gli utilizzi più comuni, dalle travi ai tetti, dalle strutture al gazebo, di questo legno ottenuto assemblando varie lamelle di legno.
Il legno lamellare non nasce spontaneamente in natura, esso viene costruito dall’uomo, con l’incollaggio di lamelle di legno, tavole con uno spessore di 3cm circa, che può raggiungere i 4cm per manufatti non esposti a condizioni climatiche estreme, ed una larghezza massima che non superi i 25 cm (le dimensioni standard prevedono per le lamelle uno spessore di 3,3 cm ed una larghezza di 22 cm). Per poter parlare di legno lamellare, il numero delle lamelle incollate non deve essere inferiore a tre.
La normativa non prevede limiti per la lunghezza delle lamelle, mentre pone limiti con riguardo allo spessore e larghezza delle stesse; prevede, infatti, che la superficie della sezione delle tavole non superi i 60 cmq, valore che scende a 50 cmq per essenze di latifoglie. |
Questo tipo di legno nasce per soddisfare particolari esigenze. I tronchi reperibili in natura consentono, infatti, di realizzare travi che mediamente non vanno oltre 25 - 30 m di lunghezza.
Il lamellare, in quanto materiale composito, permette di superare il limite dimensionale e strutturale del legno massiccio e di disporre di travi in grado di soddisfare le molteplice esigenze delle diverse costruzioni.
I primi esemplari di legno lamellare nascono in Europa all’inizio del secolo scorso a seguito della creazione di buoni collanti. Nel nostro paese, il suo impiego nell’edilizia, quale prodotto alternativo al cemento armato, rappresenta una storia abbastanza recente, le prime costruzioni fanno la loro comparsa in Alto Adige intorno agli anni ‘60, utilizzando legno lamellare austriaco, mentre il primo stabilimento nasce a Bressanone intorno agli anni ‘70. Il suo utilizzo nel settore edile rappresenta il giusto compromesso tra i fautori della moderna e innovativa architettura ed i nostalgici appassionati dell'architettura tradizionale. |
Pur essendo per definizione un prodotto industriale, il legno lamellare conserva le caratteristiche di prodotto naturale, proprie del legno ed è caratterizzato da:
una buona resistenza meccanica omogenea ed uniforme per l’intera struttura del manufatto;
una grande resistenza al fuoco, maggiore di quella del legno naturale. Nel legno lamellare la combustione avviene molto lentamente, essendo composto, infatti, da varie lamelle di legno, la parte superiore carbonizzata fa da isolante termico per le altre parti;
resistenza agli agenti atmosferici;
economicità e leggerezza, presenta un peso di circa il 20% del cemento armato, caratteristica che si ripercuote positivamente sui costi di trasporto e sulla maggiore attitudine a sostenere carichi;
eccellenti proprietà anti sismiche, grazie al contenuto peso specifico prossimo ai 500Kg/mc (ben 15 volte più leggero dell’acciaio e 5 volte più leggero del calcestruzzo) e alla buona resistenza statica;
grande valore estetico e comfort abitativo, è noto il calore ed il fascino del legno cui si aggiunge l’indiscusso senso di benessere;
è un materiale riciclabile, rinnovabile ed esteticamente piacevole, ma soprattutto innovativo (le tecniche di lavorazione e assemblaggio del legno sono infatti in continua evoluzione, con l’obiettivo di proseguire nella ricerca del contenimento dei costi e nel contempo offrire soluzioni sempre più affidabili e nuove);
versatilità, il suo utilizzo è compatibile con svariate soluzioni architettoniche ed è alternativo a qualsiasi altro materiale impiegato per le costruzioni, come l’acciaio, la pietra, il cemento armato, ecc.
bassa trasmittanza termica, impiegato per gli infissi e nelle costruzioni assicura un apprezzabile risparmio energetico, quindi la possibilità di ridurre lo spessore delle pareti a beneficio di un maggiore spazio utile.
Il processo di produzione del legno lamellare prevede:
la scelta dell’essenza che deve rispondere ad esigenze economiche, ma non può prescindere dalle caratteristiche tecniche da assicurare al nuovo prodotto,che naturalmente dipendono dalle proprietà del legname di partenza. Diventa pertanto necessario orientare la scelta verso legnami facilmente reperibili, in grado di assicurare il giusto equilibrio tra le due esigenze. Nel nostro paese, ma in tutta Europa, per la produzione del legno lamellare la fa da padrone l’abete rosso, cui segue il larice che meglio soddisfano le predette esigenze, mentre si ricorre a legnami maggiormente pregiati come il rovere solo per utilizzi particolari, cui si aggiungono essenze come il pino, il faggio, il frassino.
Il legname di partenza da ridurre in tavole ed avviare alla produzione del legno lamellare si distingue in: legno di 1^ categoria e legno di 2^ categoria, in funzione di alcune proprietà, come il peso specifico e la presenza di eventuali difetti. I legnami di prima categoria devono essere caratterizzati da una limitata presenza di nodi (il cui diametro non deve superare i 3 cm) ed un peso specifico prossimo ai 500 Kg/mc, senza superarlo, mentre per quelli di seconda categoria il diametro dei nodi può raggiungere i 4 cm, il peso può allontanarsi dai 500 Kg/mc, senza scendere ad disotto dei 400Kg/mc. |
la riduzione dei tronchi in lamelle (tavole);
l’essiccazione delle tavole, necessaria per rendere il grado di umidità delle lamelle compatibile col tipo di colla. In genere, le colle impiegate risultano compatibili con un tasso di umidità prossimo al 10%, grado in più grado in meno. Per lo scopo le lamelle vengono collocate in appositi essiccatoi (celle) dove vengono lasciate per il tempo necessario al raggiungimento del tasso di umidità richiesto dal tipo di colla che si intende utilizzare. Terminata l’essiccazione, per uniformare il grado di umidità nell’ambito della stessa lamella, queste vengono lasciate riposare per 18-24 ore prima dell’incollaggio.
il controllo delle tavole, per escludere dal ciclo produttivo quelle che presentano difetti, come la presenza di spaccature e nodi che superano certe dimensioni o un tasso di umidità non compatibile con la colla, difetti che possono influire sulle proprietà del prodotto finito. Tali controlli vengono eseguiti durante l’intero ciclo produttivo, dalla scelta del legname alla piallatura delle travi. Alcuni di essi sono automatizzati, come il controllo del tasso di umidità, altri sono visivi come l’eccessiva presenza di nodi, spaccature, ammaccature, ecc.
la piallatura e calibratura delle tavole, con lo scopo di assicurare alle stesse una buona finitura, con superfici piane e lisce ed uno spessore costante, qualità che contribuiscono ad un corretto incollaggio con l’assenza di difetti;
l’incollaggio delle lamelle a mezzo di presse automatizzate, ultima operazione per realizzare le travi. Eseguita la stesura della colla, le tavole vengono sistemate sotto le presse, dove restano per diverse ore (10-15 ore circa). Durante questa fase, la più delicata sotto l’aspetto operativo, un ruolo determinante riveste la qualità della colla, che deve essere in grado di assicurare una resistenza meccanica che eguagli quella del legno e che risulti omogenea per l’intera sezione della trave. Una volta stesa la colla, si passa alla pressatura con una certa rapidità, prima che la stessa comincia ad indurirsi.
Esistono diversi tipi di colle, da scegliere in funzione delle caratteristiche tecniche che dovranno possedere le travi, ossia in linea con la loro destinazione: troviamo colle resistenti agli agenti atmosferici, colle resistenti alle escursioni termiche e temperature elevate e così via. |
Per le travi curve, il cui raggio di curvatura non deve essere inferiore a 200 volte lo spessore delle singole lamelle, le presse sono munite di guide mobili che vengono adeguate alla sagoma della struttura da realizzare. Per travi di lunghezza superiore a quella delle singole tavole, queste ultime vengono giuntate in testa a mezzo di giunti cosiddetti “a pettine” (per intenderci le tavole vengono unite con una specie di incastri “a dentelli”, ottenuti con l’operazione di fresatura cui fa seguito l’incollaggio eseguito meccanicamente). Per evitare alle travi pericolosi punti di debolezza, le tavole giuntate vengono sovrapposte e quindi incollate sfalsando i punti di giunzione. |
Col crescere dell’interesse per il rispetto dell’ambiente e della natura in genere, cresce l’impiego delle strutture in legno lamellare rispetto a quelle metalliche e in cemento armato nel settore edile e delle costruzioni in genere.
Spaziando dall’edilizia civile alle opere stradali, alla rivisitazione e ripristino dell’edilizia esistente, il lamellare viene principalmente utilizzato per:
travi di grandi dimensioni o curve che consentono di realizzare costruzioni con coperture, soffitti o capriate molto ampie e con grandi luci quali possono essere centri sportivi, capannoni, palestre, ristoranti, ponti ecc;
strutture leggere per esterni quali gazebo, casette, bungalow che non necessitano di fondamenta grazie al minore peso specifico del lamellare;
complementi d’arredo per interni ed esterni, quali: infissi, pergole, scale o tettoie sulle quali è possibile installare pannelli fotovoltaici.
La forbice dei prezzi del legno lamellare è piuttosto ampia ed in larga misura dipende dall’essenza più o meno pregiata del legname di partenza, oltre che dalle dimensioni, grado di finitura e qualità della lavorazione. A scopo esemplificativo riportiamo di seguito il prezzo medio a mc indicativo delle travi in abete, qualità industriale, destinate al settore dell’edilizia e quelli del lamellare di larice, qualità a vista, legno particolarmente duro e resistente, tra i più apprezzati nel campo delle costruzioni di tetti e coperture anche per l’esterno, nonché il prezzo indicativo al dettaglio, stabilito per singola tavola o trave ed a ml (metro lineare):
il prezzo delle travi lamellari, qualità a vista, in larice bilama, oscilla dai 1100 ai 1300 euro circa a mc, sempre in funzione delle grandezze di cui al punto precedente: scelta, stagionatura, lavorazione, dimensioni;
Partendo dalle quotazioni a mc vengono determinati i prezzi al dettaglio per singolo elemento (trave o tavole), che sono poi i prezzi che interessano agli utenti, artigiani e appassionati del fai da te, e che troviamo presso i Punti Legno o Centri commerciali tipo Leroy Merlin. |
il prezzo di una tavola in abete lamellare lunghezza 100 cm x larghezza 25 cm, spessore 18 mm, è prossimo ai 5,00 euro;
il prezzo di una tavola in abete lamellare lunghezza 100 cm x larghezza 50 cm, spessore 18 mm, è prossimo ai 9,00 euro;
il prezzo di una tavola in abete lamellare lunghezza 200 cm x larghezza 50 cm, spessore 18 mm, è prossimo ai 17,00 euro;
il prezzo di una tavola in abete lamellare lunghezza 250 cm x larghezza 125 cm, spessore 18 mm, è prossimo ai 50 euro;
il prezzo di una tavola in abete lamellare lunghezza 250 cm x larghezza 120 cm, spessore 40 mm, è prossimo ai 100 euro;
il prezzo di una tavola in faggio lamellare lunghezza 250 cm x larghezza 120 cm, spessore 30 mm, è prossimo ai 175 euro;
il prezzo di una trave lamellare in pino impregnato lunghezza 300 cm e sezione 8,5 x 4,5 cm è prossimo ai 25 euro;
il prezzo di una trave lamellare in pino impregnato lunghezza 300 cm e sezione 15 x 5 cm è prossimo ai 50 euro;
il prezzo di una trave lamellare in pino impregnato lunghezza 300 cm e sezione 15 x 10 cm è prossimo ai 75 - 80 euro;
E’ con il Decreto ministeriale del 14 settembre 2005 sulle norme tecniche per le costruzioni, che il nostro paese si occupa per la prima volta del legno strutturale, anche se la norma diventa obbligatoria solo a partire da 1° gennaio 2008. Con Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008 vengono raccolte in modo organico in un unico Testo le norme per la progettazione, esecuzione e collaudo delle opere in cemento armato, strutture metalliche e strutture in legno, che entra in vigore dal 30 giugno 2009. Precedentemente a tali date non esistendo una specifica normativa nazionale per strutture in legno, le ditte costruttrici italiane di legno lamellare, hanno fatto riferimento: alla Direttiva CEE 89/106, con la quale, il lavoro di armonizzazione a livello europeo, ha preso in esame le strutture in legno, approntando il cosiddetto “Eurocodice 5 - Progettazione delle strutture in legno”, normativa al cui rispetto sono tenuti tutti i paesi aderenti alla Comunità Economica Europea. L’Eurocodice affronta la materia a 360 gradi, a partire dalle proprietà e qualità del legno lamellare. |
Legno lamellare o legno massello?
Quando la scelta è dettata dall’ economicità, stabilità ed esattezza dimensionale non può che cadere sul legno lamellare, la cui superiorità raggiunge la sua massima espressione con il cosiddetto lamellare bilama, ossia quando il manufatto alle caratteristiche tecniche proprie del legno lamellare cumula quelle estetiche del legno massello, conservando superficialmente le venature del legno naturale di partenza.
Il legno lamellare, rispetto al legno massello, non conosce limiti per forma e dimensioni, tranne quelli collegati al trasporto.
Hanno in comune di essere il risultato dell’incollaggio di più elementi di legno, ma nel legno lamellare le lamelle, tutte delle stessa essenza e opportunamente scelte e dimensionate nel rispetto della normativa vigente, vengono incollare parallelamente alla fibratura, mentre nel legno multistrato la sovrapposizione dei sottili fogli di legno avviene con le fibre in senso alternato.
Il legno multistrato si presenta sotto forma di pannelli di vario spessore da 3mm ai 3-4cm, destinati a lavori di falegnameria, il legno lamellare in travi e tavole trova impiego soprattutto nel settore edile per strutture portanti (solai, tetti, coperture, capriate) per la costruzioni di infissi e costruzioni destinate all’esterno come gazebo, pergolato, porticato.
Curiosità: alle foce del fiume Tordino in provincia di Teramo è stato costruito un ponte pedonale, ma anche ciclabile, esclusivamente con travi e tavole in legno lamellare, una realtà che fino a qualche decennio fa risultava a livello mondiale una delle opere della specie più importante per dimensioni e soluzioni tecniche. |
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