La pianta di maggiorana, dalle origini agli utilizzi in cucina e alle proprietà terapeutiche, dalle tecniche di riproduzione alle cure colturali, dalla semina al raccolto e conservazione delle foglie e dei fiori.
La maggiorana è un’erbacea aromatica perenne, rizomatosa a portamento cespuglioso, della famiglia delle Lamiaceae genere Origanum majorana L., che si distingue dal comune origano perché possiede un aroma meno intenso, ma deciso. E’ caratterizzata da un fusto eretto, mediamente alto 30-50cm, con foglie di colore verde chiaro, piccole e ovali, ricoperte di peluria, tenute da un picciolo molto corto. I fiori bianchi o rosa, che la pianta porta da giugno a settembre, sono raccolti in spighe di forma globosa, mentre il frutto è composto da 4 capsule (tetrachenio), i cui semi, lisci e sferici, a maturazione diventano di colore marrone. E’ una pianta perenne nel suo habitat di origine, Africa settentrionale e Asia centrale, ma in presenza del clima temperato freddo dell’Europa centrale diventa annuale, mentre nell’area costiera mediterranea, caratterizzata da un clima temperato caldo, diventa biennale-triennale. Oggigiorno viene coltivata in gran parte dei paesi dell’ area mediterranea, ove non cresce spontanea.
La pianta di maggiorana cresce bene con un clima mediterraneo, caratterizzato da estate lunghe e calde con inverni miti. Non sopporta temperature che scendono sotto lo zero con gelate notturne e predilige una posizione soleggiata. Pur adattandosi alle varie tipologie di terreno, vive bene in un terreno fresco, drenato e ricco di sostanze nutritive.
Si riproduce per seme; divisione dei cespi in primavera e fine estate; per talea da prelevare nel periodo giugno-luglio.
Marzo e aprile sono i mesi migliori per la semina della maggiorana nella dimora definitiva, vaso o piena terra. I semi si possono acquistare presso fioristi o negozi specializzati per la vendita delle semenze.
In considerazione delle difficoltà che presenta la germinazione dei semi di maggiorana in piena terra, si preferisce partire da piantine realizzate nei semenzai, da acquistare presso vivai, center garden, o realizzare di persona.
Le tecniche di riproduzione agamiche, quali la talea e riproduzione per divisione dei cespi, sono da preferire in quanto assicurano nuove piante con identiche caratteristiche della pianta madre, a differenza della semina che genera ibridi.
Come la maggior parte delle pianta aromatiche che vivono in piena terra o in vaso all’esterno, anche per la maggiorana, in assenza di lunghi periodi di siccità, potrebbero essere sufficienti le piogge. Gli interventi dell’uomo rivestono un carattere residuale rispetto alle piogge e si concentrano durante la stagione estiva.
Bisogna intervenire quando il terreno è rimasto asciutto per diversi giorni. La circostanza è maggiormente avvertita per le piante di maggiorana coltivate in vaso, le cui radici dispongono di una quantità di terriccio limitata e non sono libere di espandersi in profondità alla ricerca di terreno più fresco. In presenza di estate particolarmente calde, durante l’intera stagione vegetativa, potrebbe essere necessario annaffiare 1-2 volte alla settimana, senza perdere di vista che la maggiorana teme più l’abbondanza che la carenza d’acqua e sopporta bene periodi di siccità, mentre teme i ristagni idrici. In particolare, la pianta ha bisogno di acqua dopo l’impianto o alla fine del periodo di dormienza, per stimolarne l’emissione dei nuovi getti, dopo che è stata recisa raso terra alla fine della fioritura della stagione precedente.
Per la maggiorana coltivata come pianta annuale, risulta sufficiente la fertilizzazione del terreno da eseguire al momento della preparazione del letto di semina, interrando letame ben maturo, a 30-40cm di profondità, in ragione di 2-2,5Kg per mq o concime granulare bilanciato a lenta cessione. Per gli esemplari coltivati nella aree con condizioni climatiche favorevoli, potenzialmente destinati ad assicurare 2-3 stagioni vegetative successive alla prima, per massimizzare la vegetazione e quindi la produzione di foglie, infiorescenze e olio essenziale, da marzo in poi, mensilmente, è opportuno diluire nell’acqua destinata all’irrigazione concime liquido a base di azoto.
Periodici interventi di zappettatura ai piedi delle piante contribuiscono ad una migliore aereazione del terreno e ossigenazione delle radici, circostanze che influiscono positivamente sulla salute e rigogliosità della pianta e quindi sulla produzione (foglie e fiori). La zappettatura rappresenta anche l’occasione per liberare il terreno da eventuali piante infestanti, senza ricorrere a nocivi diserbanti.
In presenza di un clima temperato fresco-caldo, alla fine della stagione vegetativa, la pianta va recisa alla base e la massa radicale protetta con una pacciamatura di fieno, fogliame o agritessuto. Con l’arrivo della primavera le radici daranno vita a nuovi getti.
La maggiorana è una pianta particolarmente rustica difficile ad essere attaccata da malattie e parassiti, ciò nonostante in presenza di particolari condizioni climatiche e di assenza o errate cure colturali, può essere attaccata da malattie da fungo, come la ruggine ed il marciume radicale, mentre la parte aerea può diventare preda di larve di coleotteri e lepidotteri predatori. Per prevenire queste avversità, si può optare per un trattamento preventivo con insetticida e fungicida a largo spettro.
Della pianta di maggiorana vengono utilizzate le foglie, le infiorescenze e la maggiorana essenza (olio essenziale). I rametti con le foglie da consumare fresche vengono recisi in qualsiasi periodo dell’anno, mentre per la raccolta delle foglie da essiccare, unitamente alle chiome fiorite, i rametti vengono recisi all’inizio della fioritura, ossia prima che i fiori sbocciano, in piena estate. Per ricavarne l’olio essenziale a livello professionale, il raccolto va effettuato quando la fioritura è giunta a completa maturazione. Una volta recisi, i rametti vengono sistemati in fascetti e appesi in un locale asciutto e ventilato. Una volta essiccati, si separano le foglie ed i fiori e si conservano in barattoli di vetro, dopo che sono stati opportunamente sbriciolati. Le foglie oltre che essiccate possono essere congelate o conservate sott’olio. Comunque conservata, la maggiorana perde parte dell’aroma. Ogni anno si possono eseguire 2 raccolti, all’inizio dell’estate e all’inizio dell’autunno.
Ricca di vitamina C, la maggiorana viene utilizzata in cucina fresca o essiccata per aromatizzare carni, minestre, salse, insalate, salumi e ripieni. Rispetto all’origano dal sapore pungente, la maggiorata presenta un sapore dolciastro ma ben definito. Va aggiunta alle pietanze a fine cottura. Trova impiego nelle industrie cosmetiche, mentre dalle industrie conserviere l’ olio essenziale viene utilizzano per aromatizzare aceti e bevande alcoliche, tipo gli amari.
La maggiorana possiede proprietà sedative e antispastiche, grazie alle quali viene utilizzata per combattere gli stati d’ansia, l’insonnia, le paure, per curare dolori, tipo nevralgie ed emicranie. Possiede proprietà tonificanti, diuretiche e digestive.
Si ritiene che poche gocce di olio essenziale di maggiorana poste sul cuscino conciliano il sonno.
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