Segue la guida per la coltivazione delle margherite in vaso, dalla semina alla riproduzione per talea, alle cure colturali, dalla concimazione alla cimatura e innaffiatura, dal rinvaso alla protezione dalle condizioni climatiche avverse, alla difesa dagli attacchi dei parassiti animali e vegetali.
Le margherite, piante erbacee perenne della famiglia delle Asteracee, crescono spontanee nei prati e lungo i bordi delle strade, ma possono anche esser coltivate in vaso e in giardino. I fiori sono tanto semplici quanto incantevoli e vederli sbocciare nel proprio giardino o primeggiare fieramente in un vaso sul proprio balcone è un piacere tanto per gli occhi quanto per l’olfatto dato il loro profumo delicato.
Nome botanico Crysanthemum Leucanthemum, la margherita è una pianta perenne e ramificata. Può raggiungere un’altezza di 90 cm. I capolini compaiono da maggio a settembre (durante tutto l’anno con clima mite) e presentano il disco giallo e i petali bianchi. Le foglie sono divise in basali (spatolate con i margini seghettati) e superiori (profondamente incise).
prediligono un clima caldo-temperato ed un’esposizione soleggiata per almeno 5-6 ore al giorno. Temono le condizioni climatiche estreme, con temperature che scendono di 6-7 gradi sotto lo zero. In presenza di tali eventi, vanno riparate in serre non riscaldate. Per la coltivazione in vaso, quest’ultimo può essere collocato sia sul balcone, dove la pianta potrà usufruire della luce diretta del sole, che in un angolo della casa bene illuminato, possibilmente con una temperatura prossima ai 16- 18° C.
Risulta indicato un terreno sabbioso, con un PH acido - neutro, asciutto, fertile ricco di humus e ben drenato.
Il mercato offre diverse tipologie di vasi che differiscono per forma, grandezza e materiale. Per le margherite va bene ogni forma, da quella quadrata a quella rettangolare o circolare. Anche il materiale può essere scelto in base al gusto personale: terracotta, legno, cemento e graniglia, ceste di vimini, anche se sono da preferire quelli in plastica, più economici e leggeri, facili da spostare. Circa le dimensioni, se si opta per un vaso circolare il diametro non deve scendere al di sotto dei 18-20cm.
Per semina o per talea.
Il periodo migliore per la semina va da fine inverno-inizio primavera, febbraio-marzo. Una volta scelto il vaso, coprite i buchi sul fondo con piccoli sassi o frammenti di coccio, eviteranno all’acqua in eccesso di trascinare il terreno durante le annaffiature, e riempitolo con il terriccio fino a pochi cm dal bordo. Distribuite a spaglio i semi e copriteli con un sottile strato di terreno. Esercitate sul terreno una leggera pressione per compattare il terreno, eliminando eventuali bolle d’aria createsi intorno ai semi. Procedete con una leggere innaffiatura utilizzando una doccetta per evitare di modificare la distribuzione dei semi.
Completata la semina, coprite il vaso con un foglio di plastica trasparente fino alla germinazione. In questo modo creerete un ambiente simile ad una serra, ottempererete ad eventuali dimenticanze di annaffiatura e proteggerete la vostra pianta da possibili danneggiamenti o asporto dei semi da parte degli uccelli. Cercate di assicurare alla serra realizzata una temperatura quanto più possibile costante, intermedia tra quella massima diurna e minima notturna, posizionando il vaso in penombra. Le nuove piantine saranno pronte per essere estirpate e piantate nella dimora definitiva nella seconda metà della stagione primaverile.
E’ una tecnica di riproduzione agamica che assicura nuove piantine con caratteristiche genetiche uguali a quelle della pianta madre. Per lo scopo, utilizza alcune parti della pianta esistente (cima del germoglio o parte mediana del germoglio) tagliate e collocate nel terreno per favorirne la germinazione. I periodi migliori per la riproduzione per talea coincidono con le stagioni fresche, autunno e primavera. Per la margherita la lunghezza ottimale delle talee é prossima ai 10-12 cm. In attesa dell’impianto, per impedire che le talee appassiscano, si consiglia di metterle in acqua o di bagnare le foglie di tanto in tanto. Ogni talea necessita di un proprio vaso. Vanno poste verticalmente con un rapporto di â…“ nel terreno e â…” fuori. La temperatura ideale oscilla tra i 18° C e i 22° C. Non esporre le talee alla luce diretta del sole.
Le margherite vanno innaffiate con regolarità durante la stagione vegetativa, da marzo a settembre, per ridurre man mano gli interventi passando all’autunno, quindi all’inverno. Come per tutte le piante bisogna intervenire quando il terreno risulta completamente asciutto.
Per le piante tenute all’esterno, durante l’estate potrebbe essere necessario annaffiare anche due volte al giorno, per passare a due volte alla settimana durante le stagioni intermedie, diradando di molto gli interventi duranti l’inverno, quando potrebbero risultare sufficiente anche due interventi al mese. La frequenza degli interventi è influenzata dalle condizioni climatiche, dal periodo, dalla grandezza del vaso e qualità del terreno. Durante l’estate bisogna innaffiare di mattina presto o di sera tardi, versando l’acqua lentamente e direttamente sul terreno. Per le piante coltivate in casa, durante l’inverno, frequenza e intensità degli interventi, sono influenzati della presenza dei termosifoni. Bisogna fare in modo che il terriccio risulti sempre leggermente umido, ma non molto, perché l’eccesso di umidità comporta il manifestarsi di muffe grigie che aggrediscono la pianta facendola ammalare. Meglio praticare annaffiature abbondanti ma meno frequenti dato che quelle manchevoli potrebbero, volatilizzandosi, far seccare le radici.
Come per tutte le piante in vaso, anche per le margherite diventa necessario integrare periodicamente gli elementi nutritivi che tendono ad esaurirsi, in considerazione della poca quantità di terreno di cui dispone la massa radicale. La concimazione, che aiuta le piante di margherite a crescere e ad essere immuni da malattie e parassiti, va effettuata solo dopo la comparsa dei boccioli, ogni tre settimane circa, aggiungendo concimi complessi solubili nell’acqua dell’annaffiatura. Ricordiamo che i concimi, prodotti fertilizzanti, si dividono in base al peso degli elementi di fertilità in essi contenuti. Gli elementi di fertilità sono i: macroelementi ovvero azoto (N), fosforo (P) e potassio (K); mesoelementi ovvero calcio (Ca), magnesio (Mg) e zolfo (S); microelementi ovvero boro (B), cobalto (Co), rame (Cu), ferro (Fe), manganese (Mn), molibdeno (Mo) e zinco (Zn).
Nella fase iniziale la concimazione cambia a seconda della varietà di margherita scelta, alcune prediligono fertilizzanti maggiormente azotati (Camilla, Europa e Albina) altre invece quelli con una percentuale superiore di potassio (Stella 2000 e varietà colorate come la Cosmea).
Nella fase finale è consigliato utilizzare per tutte le varietà concimi ad alto contenuto di potassio. Le dosi sono di un grammo per i vasi con un diametro di 14-15cm e di due grammi per i vasi con un diametro di 18-20 cm.
Le margherite da vaso necessitano di cimatura (potatura dei germogli) per avere una fioritura abbondante: subito dopo l’appassimento delle corolle occorre tagliare le cime sfiorite per favorire nuove nascite.
Se le vostre margherite iniziano a risentire di una qualche sofferenza, se appaiono ingiallite o iniziano a cadere le foglie, se appassiscono velocemente, se le radici iniziano a fuoriuscire dal vaso in cerca di nutrimento è in questo momento che la vostra bella piantina necessita del “rinvaso”.
Sollevate il vaso da rinvasare, rovesciatelo e battetelo contro una superficie dura ma attenti a che il terreno non sia troppo secco perché potrebbe staccarsi dalle radici. Rimosso il vaso, procedete con la pulitura della zolla, eliminate eventuali insetti, tagliate via le radici malate, rotte o troppo lunghe. Sistemate sul fondo del nuovo vaso uno leggero strato di ghiaia o di cocci, continuate con uno strato di nuovo terriccio umido ma non bagnato e ponete la pianta da rinvasare. Continuate l’operazione coprendo la massa con altro terriccio, arrivando all’orlo del vaso. Un’abbondante annaffiatura completa il travaso.
Le margherite soffrono molto il freddo, il vento e l’umidità. Se volete lasciare il vostro vaso di margherite sul terrazzo o sul balcone e non portarle in casa per trovargli un luogo dedicato, potrete:
Come tutte le piante anche le margherite, seppur in vaso, possono essere aggredite da parassiti e ammalarsi. I principali parassiti delle margherite sono gli afidi (pidocchi) che attaccano steli, foglie e fiori deformandoli e macchiandoli. Anche le chiocciole ed i ragnetti rossi vanno ghiotti per le margherite e ne rovinano foglie e fiori. Le margherite posso anche soffrire di malattie fungine e batteriche che ne provocano l’avvizzimento. Queste malattie sono molto pericolose perché difficili da sconfiggere. Sono affezioni che attaccano il sistema linfatico provocando svariati disturbi. Riconoscere un attacco fungino è semplice: le margherite assumeranno un colore grigiastro e andranno incontro ad un disseccamento repentino.
Per combattere gli afidi si possono impiegare pacciamature (coperture del terreno con materiale organico tipo paglia, fieno, erba …) e composizioni povere di azoto. La difesa consiste nella pulitura e asportazione delle parti colpite dal parassita e nel trattamento con litotamnio, macerato d’ortica e cenere di legna.
Impedire l’attacco delle chiocciole è possibile circondando la pianta con sabbia o cenere (così non possono strisciare) oppure conficcando nel terreno piccoli recipienti o vasi contenenti birra di cui sono golosissime e in cui (purtroppo) finiranno per annegare. Esistono, però, anche specifici granuli lumachicidi per vere e proprie invasioni.
Per difendere le margherite da attacchi fungini occorre sopprimere i parassiti vettori ma in genere non è possibile guarire la pianta colpita e dunque esse vanno estirpate e distrutte per impedire il contagio alle piante circostanti (non pensate di isolarle, sono contagiose anche le spore che vengono trasportate dal vento). Sebbene difficili da debellare, le malattie fungine possono essere prevenute mediante l’uso di attrezzi da lavoro sempre puliti.
La pianta delle margherite ha notevoli proprietà terapeutiche: antispasmodica, astringente e tossifuga. Utile per curare la tosse, coliche intestinali, dolori addominali e del mestruo. Per le proprietà analgesiche è un ottimo rimedio per scottature, infiammazioni di bocca, gola e gengive. Ottima anche per stimolare il metabolismo e favorire il dimagrimento. Viene utilizzata in cucina per dare sapore alle insalate.
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