Realizzate in svariati colori, le pareti in vetrocemento vengono variamente utilizzate sia per interni che per esterni. Vediamo quali sono le tipologie e quali le caratteristiche per cui vengono sempre più utilizzate come elemento decorativo nell’ambito delle abitazioni civili.
Le pareti in vetrocemento sono pareti, e quindi chiusure verticali di edifici sia interne che esterne, realizzate sovrapponendo mattoni in vetro legati insieme con giunti di calcestruzzo armati con tondini in acciaio.
Mattoni o blocchi in vetro. I mattoni in vetro sono manufatti per l’edilizia realizzati in vetro che, alle normali funzioni dei comuni mattoni, associano la capacità di lasciar filtrare la luce, tipica del materiale con cui sono costruiti. Ovviamente questa loro capacità di trasmettere la luce è associata alla proprietà di focalizzare immagini confuse.In tal maniera dall’esterno non sarà possibile avere una visione nitida dell’ambiente interno e viceversa.I mattoni in vetro hanno la forma di un parallelepipedo e si realizzano saldando insieme due blocchi di vetro concavi in maniera da racchiudere una cavità.Tale cavità viene privata dell’aria creando il vuoto e riempita con un gas inerte, come può essere l’argon, e con un liquido colorato che colorerà l’intero mattone.I mattoni in vetro hanno buone proprietà meccaniche e quindi resistono alle sollecitazioni come un comune mattone in argilla o in cemento.In aggiunta a tale caratteristica essi hanno anche ottima fono assorbenza (capacità di assorbire/attutire onde sonore incidenti) e ottime doti di isolamento termico, proprietà che sono una diretta conseguenza della loro architettura costruttiva.I mattoni in cemento possono essere trasparenti o anche colorati.Le loro superfici possono avere una finitura:
liscia;
satinata;
a rilievo con disegni.
Le pareti in vetro cemento generalmente non assolvono a funzioni portanti per la scarsa resistenza alla compressione del vetro.
La loro progettazione è sempre abbastanza delicata in quanto deve mettere insieme le caratteristiche notevolmente diverse dei tre elementi che la costituiscono: vetro, acciaio e calcestruzzo. Il vetro in particolare si rompe senza passare attraverso una fase plastica intermedia che invece è tipica degli altri 2 materiali. Questa caratteristica rende problematico l’ancoraggio delle pareti in vetrocemento alle strutture portanti dell’edificio che hanno maggior massa e sono solitamente in calcestruzzo o acciaio, in quanto potrebbero indurirsi al loro interno sollecitazioni che disgregherebbero il vetro che è l’elemento che meno si adegua alle deformazioni.
Tipologie delle pareti in vetrocemento.
L’elemento che caratterizza la parete in vetrocemento è ovviamente il vetro mattone. In funzione di come questo viene realizzato possiamo avere:
Pareti in vetrocemento trasparenti. Sono realizzate con vetro mattoni che si lasciano attraversare dalla luce con scarsissima attenuazione e quindi la maggior parte della luce che su di essi incide penetra all’interno.
Pareti in vetrocemento satinate. Sono realizzate con mattoni in vetro le cui facce hanno subito un processo di satinatura. Naturalmente in seguito a tale trattamento il vetro diverrà opaco ed assorbirà la luce in maniera ragionevolmente consistente.
Pareti in vetrocemento lisce. Sono realizzate con blocchi di vetro le cui superfici (interne ed esterne) sono lisce. Naturalmente la parete vista a distanza darà l’impressione di un disegno continuo ed uniforme.
Pareti in vetrocemento a rilievo. Sono realizzate con blocchi in vetro le cui superfici hanno un disegno a rilievo. Disegno che può ripetersi sempre lo stesso su ogni formella o essere una parte di un disegno complessivo più ampio. Disegno di cui i mattoni costituiranno le tessere.
Pareti in vetrocemento colorate. Sono costituite da blocchi in vetro colorati. La colorazione può ottenersi, come già detto, o disperdendo nel vetro pigmenti o incorporando nella cavità liquidi colorati. La seconda soluzione consente di ottenere colori più saturi e vivaci ma che per effetto degli UV tendono a sbiadirsi.
Utilizzo delle pareti in vetrocemento.
Le pareti in vetrocemento fanno la loro comparsa nell’edilizia ad inizio del secolo scorso. Inizialmente, grazie alla loro resistenza alle sollecitazioni ed alla loro ragionevole economicità, venivano impiegate esclusivamente nell’ambito di costruzioni destinate ad uso industriale e servivano ad illuminare di luce naturale gli ambienti interni di fabbriche poco luminose e capannoni industriali. Negli anni, grazie ad alcune loro interessanti caratteristiche, sono state riscoperte da architetti famosi che le hanno sempre più utilizzate sia per realizzare facciate di notevole pregio estetico, come ad esempio la facciata del palazzo di Hermes a Tokio di Renzo Piano, che per la realizzazione di pareti divisorie di ambienti interni.
Gli utilizzi sono molteplici. Di seguito solo alcuni tra i più comuni:
Facciate di edifici.
Pareti esterne che permettono l’illuminazione diurna di ambienti interni.
Pareti divisorie di ambienti.
Pareti e cabine di docce.
Angoli di design in arredi particolari.
Pareti di trombe di scale.
Come si realizza fai da te una parete in vetrocemento.
Vediamo adesso nel dettaglio tutto ciò che serve ed i passaggi per realizzare una parete di vetro fai da te.
Materiale di consumo.
Assicelle di legno di sezione 5X5 centimetri. Servono per realizzare il telaio che conterrà la parete.
Viti e tasselli. Servono ad assemblare il telaio e fissarlo a pareti ed eventualmente al pavimento. Per non rovinare le mattonelle il telaio può essere fissato ad esse anziché con tasselli e viti con un adesivo.
Mattoni in vetro. Se si usano i più comuni 19x19 centimetri ne occorrono circa 25 per ogni metro quadrato di parete.
Distanziatori. Servono ad affiancare/sovrapporre i blocchi a distanze costanti e regolari.
Malta cementizia. Serve a preparare il calcestruzzo. Meglio se bianca che ha un effetto estetico più gradevole.
Tondini di acciaio. Servono ad armare il calcestruzzo.
Silicone. Serve a stuccare le fughe.
Attrezzi:
Rotella metrica.
Livella. Serve al controllo del livello.
Filo a piombo. Serve a controllare l’ortogonalità della parete.
Staggia. Serve a controllare l’allineamento.
Cazzuola.
Cardarella.
Trapano, avvitatore. Servono a costruire e fissare il telaio.
Silicone per rifinire le fughe.
Iter Operativo:
La prima operazione prevede la realizzazione del telaio ed il relativo ancoraggio. Ancoraggio che va effettuato in linee guida segnate sulle pareti, soffitto e pavimento nel luogo dove andrà costruita la parete.
Assemblato e ancorato il telaio, si provvede a sistemare il giunto di espansione lungo i lati interni dello stesso, prospicienti al soffitto e alle dure pareti.
A questo punto, si praticano dei fori del diametro dei tondini di ferro, lungo il perimetro interno del telaio, distanziandoli della lunghezza dei mattoni più la metà della linea di fuga. Questi fori serviranno ad ospitare le estremità dei tondini di ferro di rinforzo, che saranno cementati lungo le fughe.
Preparata la malta cementizia, si passa alla posa della prima fila di mattoni
Con l’ausilio della cazzuola, iniziando da uno dei due angoli, si stende sulla base del telaio uno strato di malta sufficiente a ricevere 3-4 vetro mattoni. Sulla malta si porranno i mattoni distanziandoli tra loro di uno spazio regolare, fornito dagli appositi distanziatori, che costituirà la fuga.
Con la malta si riempiono gli spazi tra i mattoni posati avendo cura di pressarli tra loro. Si ripetete l’operazione fino a completare la prima fila. L’allineamento viene progressivamente controllato con la staggia ed il livello. L’ortogonalità viene invece verificata col filo a piombo.
Completata la prima fila si inizia l’armatura facendo scorrere i tondini di acciaio lungo le fughe, sia in senso verticale che orizzontale facendoli passare nei fori precedentemente creati nel telaio.
Si procede per file successive, fino a completare la parete, controllandone sistematicamente la verticalità e orizzontalità, cementare i tondini di acciaio all’interno delle fughe.
Terminata la parete, prima che il calcestruzzo indurisca, con l’ausilio di uno apposito strumento o semplicemente con un bastoncino, si elimina dalle fughe la malta in eccesso.
Trascorse 24 ore il calcestruzzo sarà indurito ed è così possibile rifinire ed impermeabilizzare le fughe con silicone bianco o colorato.
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