Guida sulle malattie e avversità delle peonie, dalle alterazioni fisiologiche agli attacchi da parte di parassiti animali e vegetali, da come si riconoscono a come si manifestano, da come si curano a come si prevengono.
Presente in due varietà: erbacea, originaria della Siberia e Mongolia, e arborea originaria del Tibet e della Cina, raggiungono rispettivamente i 70-90cm ed i 2 metri di altezza. Le erbacee, a vegetazione annuale, durante la stagione invernale perdono la parte aerea, in attesa della nuova vegetazione primaverile, mentre la varietà arborea è una specie perenne. Tuberose a foglie caduche, sono caratterizzate da grossi e coloratissimi fiori che crescono alla sommità di lunghi steli. Grazie alla prematura rimozione dei boccioli laterali, il fiore apicale può raggiungere i 25cm di diametro. Si riproducono per seme, divisione di cespi, per talee e le specie arbustive possono essere innestate su quelle erbacee. La peonia, definita in Oriente la regina dei fiori, conosce oggigiorno una molteplicità di ibridi, realizzati ad opera di vivaisti americani e giapponesi.
Tra le avversità cui sono esposte le peonie troviamo alcune patologie fungine, quali la botrite detta “muffa grigia” (Botrytis cinerea) e il (Cladosporium) che fa parte dei cosiddetti funghi imperfetti, favorite dalla presenza di un habitat ricco di umidità. Entrambe le patologie colpiscono le varie parti della piante con macchie e seccume. In particolare, la muffa grigia colpisce i boccioli ed i fusti ed in misura minore le foglie, con macchie che diventano sempre più scure, fino a provocare l’avvizzimento della parte colpita. La botrite o muffa grigia si combatte rimuovendo e bruciando le parti infette, trattando la pianta con fungicida a base di zolfo e rame. Un buon drenaggio e la riduzione delle irrigazioni, per frequenza ed intensità, contribuisce a prevenire queste patologie. E’ buona norma, inoltre: evitare di procurare alla pianta grosse ferite in occasione delle potature; rimuovere e bruciare le eventuali foglie morte; bruciare gli steli una volta recisi, in occasione della potatura invernale; limitare l’uso di letame maturo per concimare e/o pacciamare, ricorrendo rispettivamente a concime organico liquido e paglia o fieno, dal momento che il letame potrebbe favorire l’insorgere di patologie fungine; tenere le peonia lontano da altre specie di colture.
Se necessario, questi interventi preventivi sono da integrare con trattamenti fungicida appropriati, nonché cercare di conservare nel tempo un terreno neutro, trattandolo ogni 3-4 anni con calce viva ed evitando, come abbiamo detto, letame solido.
In occasione della riproduzione per divisione dei cespi, le radici vanno opportunamente esaminate, rimuovendo quelle affette da marciume, funghi o spezzate.
Ad avversare la peonia non mancano insetti, quali formiche e coleotteri, come il maggiolino, i nematodi e la cetonia. Mentre i maggiolini adulti attaccano e distruggono la parte area della pianta, le larve ne minano le radici. L’attacco combinato, nei casi più gravi, può provocare la morte della pianta. Questi coleotteri si combattono con insetticidi specifici nonché coprendo il terreno con reti a maglie sottili, al fine creare una barriera alla larve che cresciute devono abbandonare il loro habitat. Frequenti zappettature e sarchiature, nel mentre contribuiscono a favorire l’areazione del terreno e quindi l’ossigenazione della massa radicale, smuovono e distruggono i nidi delle formiche, non mancando di rendere la vita meno facile ai restanti insetti. Come i nidi di formiche, anche le pupe di cetonie e le larve di coleotteri sono molto refrattarie alle lavorazioni del terreno. Per combattere le cetonie, in occasione delle lavorazioni del terreno si consiglia di distribuire a spaglio polvere di solfato di ferro, in ragione di 20-25 gr per mq di terreno, prodotto che oltre alla lotta alle cetonie fortifica la massa radicale. I nematodi, vermetti invisibili, detti anche anguillule, attaccano la massa radicale, provocando nei casi più gravi la morte della pianta, che va estirpata e distrutta. In qualche misura, si cerca di prevenirli utilizzando semi sani di indiscussa provenienza, apportando al terreno solo sostanza organiche ben stagionate, distruggendo con la dovuta tempestività le parti della pianta colpita. Nella cura delle piante, come per le persone, prevenire e meglio che curare.
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