Vediamo cosa sono e come realizzare, con la Tecnica del Fai da te, rispettivamente un laghetto e uno stagno da giardino.
Facciamo innanzitutto una premessa. Riguardo ai giardini domestici, non esiste una sostanziale differenza tra gli stagni e quelli che impropriamente e comunemente vengono chiamati laghetti, per indicare laghi di piccole dimensioni.
In realtà, più correttamente si dovrebbe parlare di laghi e di stagni. Quello che sostanzialmente differenzia i due elementi d’acqua è la vegetazione presente e la profondità dell’acqua. Rispetto ai laghi, gli stagni sono caratterizzati da un’abbondante vegetazione, sommersa, galleggiante o semi-galleggiante e da una profondità relativamente bassa. Gli stagni dei comuni giardini domestici fanno registrare una profondità che nei punti più alti è prossima al mezzo metro.
Spazio permettendo, le dimensioni del laghetto o stagno non dovrebbero scendere al di sotto di certi limiti. Per la vita dello stagno diventa importante la quantità d’acqua che contiene, da cui in buona sostanza dipende la sensibilità alle variazioni termiche. Il laghetto-stagno se troppo piccolo non sarebbe in grado di offrire alla fauna ed alla flora che ospita un habitat salubre e confortevole, senza sbalzi repentini di temperatura.
Con riguardo ai giardini domestici, per la realizzazione del laghetto-stagno, con la Tecnica del Fai da te, è opportuno evitare la muratura ed orientare la scelta:
Immaginando di voler optare per la seconda ipotesi, ossia per lo stagno, vediamo in sintesi i punti salienti della realizzazione.
La prima cosa da fare è localizzare il punto dove collocare lo stagno, nonché quantificare lo spazio che si intende destinare allo scopo. Circa il posto, bisogna cercare di immaginare dove si sarebbe formato spontaneamente lo stagno, in presenza delle necessarie condizioni idriche richieste per l’evento. Muovendo dalla considerazione che in ogni sito l’acqua tende a raggiungere il punto più basso, quest’ultimo sarà il punto di riferimento per lo stagno da realizzare. Circa lo spazio da dedicare allo stesso, la scelta non può che dipendere dall’ampiezza del sito, senza perdere di vista quanto è stato detto circa la salubrità dello stagno, in funzione delle dimensioni.
Ovviamente, quanto detto non rappresenta l’unica grandezza da prendere in considerazione, per stabilire il punto dove posizionare lo stagno.
Bisogna considerare la vicinanza alla casa, ad eventuali linee di confine, linee ferroviarie, strade e quant’altro, non mancando di esaminare con attenzione la disposizione della vegetazione, soprattutto quella relativa agli alberi ad alto fusto a foglie caduche, che finirebbero per compromettere la luminosità dello stagno, impedendo al sole di servirlo per le giuste ore, senza considerare i residui di vegetazione che finirebbero nello stagno, esasperando l’attività di manutenzione.
Individuato il posto e segnato in maniera libera e grossolana quello che sarà il confine (riva) dello stagno, si procede allo scavo, per una profondità maggiore di una decina di centimetri, rispetto a quella che è stata ipotizzata quale altezza dello stagno.
In considerazione di quanto abbiamo detto circa la profondità media degli stagni dei giardini domestici, diciamo di scavare una buca profonda 60 cm.
Terminato lo scavo, si provvederà alla rimozione dei residui di vegetazione, radici, e quant’altro, che potenzialmente potrebbero compromettere l’integrità del telo che a breve sarà chiamato a rivestire l’intero scavo.
Approntata la buca, prima di posare (stendere) il telo si provvederà a creare sul fondo uno strato di alcuni centimetri con sabbia o altro materiale equivalente, strato che farà da efficiente cuscinetto al telo.
E' giunto il momento di posizionare il telo da ancorare lungo l’intero margine dello stagno, posando sui bordi dello stesso del substrato e pezzi di rocce da giardino di varie dimensioni, che avranno anche una funzione ornamentale.
Su quello che ormai rappresenta il letto dello stagno si poserà uno strato di substrato e delle pietre di varie dimensioni, distribuite in maniera casuale, che nel mentre tengono fermo e mimetizzano il telo, fanno da substrato alle piante sommerse o semi-galleggianti e da habitat alla fauna che lo stagno è destinato ad ospitare.
Analogamente, lungo la riva dello stagno, substrato, rocce, piante in vaso e interrate, provvederanno a mimetizzare i bordi del telo e tutto ciò che fa parte della struttura, che non siano elementi naturali.
Una volta realizzato lo stagno, lo stesso va arredato con la flora e popolato con la fauna. Al riguardo, bisogna stabilire il giusto rapporto piante e animali acquatici, di cui in genere non mancano i pesci. Circa le piante, troviamo quelle totalmente sommerse, che contribuiscono all’ossigenazione della massa d’acqua, quelle totalmente o parzialmente galleggianti, che durante la stagione estiva proteggono l’acqua dal caldo torrido delle ore particolarmente soleggiate, ed infine quelle che ornano il bordo (margine) dello stagno.
Circa la manutenzione dello stagno, bisogna fare in modo che l’acqua si conservi pulita e che risulti sempre bene ossigenata.
Al riguardo, vanno rimosse le eventuali erbe e piante infestanti ed i residui di vegetazione in sospensione, mentre durante la stagione invernale bisogna fare in modo che sullo stagno non si formi la classica lastra di ghiaccio, che finirebbe per compromettere l’ossigenazione dell’acqua e quindi la vita degli ospiti.
Allo scopo, per prevenire l’inconveniente bisogna lasciar galleggiare nello stagno alcuni tronchi d’ albero.
In presenza della lastra di ghiaccio, bisogna praticare nella stessa un buco, utilizzando acqua calda, evitando di rompere fisicamente la lastra con oggetti contundenti.
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