Guida sulla coltivazione delle azalee, dalla scelta e lavorazione del terreno al clima ideale, dalla giusta collocazione alle pratiche colturali, dalla messa a dimora in vaso e piena terra alle innaffiature, dalle concimazioni alle potature.
L’azalea non costituisce un genere di pianta a se stante ma, unitamente al rododendro, appartiene al genere Rhododendron della famiglia delle ericaceae. I rododendri sono arbusti mediamente grandi, generalmente sempreverdi, con fiori a 10 stami, mentre le azalee sono caratterizzate da arbusti di dimensioni contenute (raggiungono mediamente un’altezza di 50-70cm) con tralci semilegnosi, in genere a foglie caduche e fiori a 5 stami. Sono piante caratterizzate da una fioritura che non passa inosservata, con fiori dalle svariate tonalità di colori, che vanno da bianco al rosso, raggruppati a mazzetti all’estremità dei tralci. Fiori diversi non solo per colore, ma per forma e grandezza, che spazia da pochi ad oltre 10cm, cui fanno sfondo foglie ovali dal colore verde scuro. Grazie alle dimensioni contenute, anche della massa radicale, le azalee sono piante che si prestano ad essere coltivate in vaso, anche all’interno degli appartamenti, dove purtroppo le condizioni climatiche non sono ottimali, perché in genere caratterizzate da caldo eccessivo e carenza di umidità.
Le azalee prediligono un clima umido e fresco ed una postazione più o meno soleggiata-ombreggiata in funzione della zona geografica. Sono piante rustiche che sopportano abbastanza bene il freddo, con temperature che possono scendere di diversi gradi sotto lo zero, anche se è consigliabile preservarle da condizioni climatiche estreme, caratterizzate da gelate inaspettate, mentre, con eccezione di qualche specie, come le azalee mollis e le azalee ghent, non sopportano il caldo torrido della stagione estiva delle aree mediterranee. Agli esemplari coltivati in casa bisogna assicurare una postazione luminosa, caratterizzata da un giusto grado di umidità, da realizzare con frequenti irrigazioni e nebulizzazione della parte aerea della pianta, una postazione lontana da fonti di calore e raggi diretti del sole.
Prediligono un terreno ricco di humus e sostanze organiche, acido, non calcareo, sufficientemente drenato, in grado di evitare ristagni d’acqua, potenziale cause di marciume radicale, un terreno soffice e leggero, capace di assicurare alla massa radicale, che cresce in superficie, la possibilità di espandersi liberamente senza incontrare resistenza. Se necessario, bisogna correggere gli eventuali terreni argillosi e compatti con l’aggiunta di sabbia. Umidità e acidità sono le caratteristiche fondamentali per un terreno ideale alla coltivazione delle azalee, mentre i ristagni idrici e le siccità sono particolarmente temuti da questa pianta. In pratica, risulta indicato un terreno a medio impasto sabbioso in cui i vari elementi, quali argilla, sabbia e limo entrano a far parte in eguale quantità, cui si aggiungono i necessari elementi nutritivi; un terreno il cui il pH è prossimo al valore 5, da correggere eventualmente con l’aggiunta di zolfo o solfato di ferro.
Come la totalità delle piante si riproduce per seme, cui si aggiungono altre tecniche di riproduzione, come la margotta, la talea e la propaggine. Queste ultime due rappresentano le tecniche maggiormente utilizzate, da realizzare rispettivamente verso la fine dell’estate e l’inizio della stagione autunnale. Le talee, rametti di 7-9cm, una volta prelevate vanno messe a radicare in un terreno soffice e ben drenato. A radicazione ultimata, ossia trascorsi 30-60 giorni a secondo della specie, si procede al trapianto delle nuove piantine. La riproduzione per talea consente di realizzare nuove piantine con caratteristiche perfettamente identiche a quelle della pianta madre. La tecnica di riproduzione per propaggine consiste nel interrare di 15-20 cm un ramo una volta piegato. Il ramo va interrato a circa 30cm dall’estremità, dopo aver rimossa la corteccia relativamente alla parte del ramo da coprire con un appropriato terriccio e destinata a radicare. Trascorsi 8-12 mesi, a secondo della specie e delle condizioni climatiche, ossia una volta che la parte interrata ha radicato, il tralcio può essere prelevato e trapiantato per dar vita ad una nuova piantina.
Il periodo migliore per l’impianto coincide con la stagione autunnale, in presenza di un clima fresco ed un terreno caratterizzato da un buon grado di umidità. La messa a dimora in piena terra avviene in buche profonde 30-35cm circa, in funzione della grandezza della piantina da interrare. La buca deve essere del 20% circa più grande della zolla, spazio da riempire con un buon terriccio opportunamente fertilizzato. Sistemato in fondo alla buca uno strato di 3-4 cm di ghiaia, si passa alla materiale messa a dimora della piantina che deve essere interrata fino al colletto. Dopo l’interro, il terriccio apportato va opportunamente pressato e compattato alla zolla, operando manualmente o servendosi di una forca. Una regolare irrigazione completa la piantumazione.
Gli interventi di irrigazione devono susseguirsi con regolarità per l’intera stagione vegetativa, con riguardo alle tipologie a foglie caduche, e per l’intero anno, con riguardo ai sempreverdi, utilizzando possibilmente acqua piovana, priva di calcare. La frequenza e l’intensità degli interventi deve essere tale da mantenere il terreno costantemente umido, ma esente da ristagni idrici. Bisogna far leva sull’esperienza ed il buon senso evitando di intervenire quando residuano ancora gli effetti della precedente innaffiatura, evitando le ore particolarmente calde della stagione estiva.
Le azalee sono piante a crescita lenta, per cui gli interventi di potatura sono misurati. Durante le varie stagioni bisogna intervenire con soft operazioni di formazione e mantenimento, per eliminare gli eventuali rami troppo lunghi, con andamento irregolare, secchi, spezzati o comunque colpiti da patologie varie, provvedendo ad eliminare gli eventuali fiori appassiti. Scopo di questi interventi è quello di assicurare alla parte area della pianta la forma di proprio gradimento, eliminando nel contempo eventuali parti malate. Ogni 3-4 anni, se lo stato di invecchiamento della pianta lo richiede, è possibile intervenire con una potatura più drastica fino a dimezzare la lunghezza dei rami. E ‘ questo un intervento da eseguire una volta terminata la fioritura, ma può essere eseguita anche alla fine dell’inverno.
Le azalee prediligono un terreno fertile e ricco di nutrienti, che vanno periodicamente integrati con cadenzati interventi di concimazione, facendo ricorso a concimi specifici in funzione della fase vegetativa, tenendo presente che un concime a base di azoto favorisce la ripresa e l’attività vegetativa, mentre un concime a base fosforo e potassio favorisce la fioritura.
Si può anche optare per un concime bilanciato da utilizzare indifferentemente durante l’intera stagione vegetativa, un concime realizzato appositamente per le specie acidofile. Le concimazioni vanno sospese durante il periodo di riposo vegetativo, che in linea di massima coincide con la stagione invernale, e riprese con l’arrivo della primavera, quando la pianta si sta preparando per la nuova vegetazione. Non bisogna perdere di vista che una fertilizzazione eccessiva genera risultati opposti a quelli desiderati, per arrivare nei casi più gravi alla morte della piante.
Con gli interventi di pacciamatura, da realizzare con fogliame, paglia, fieno, ecc., si cerca di contenere lo sviluppo delle erbe infestanti, assicurare al terreno in ogni momento un adeguato grado di umidità, preservandolo dalle escursioni termiche delle varie stagioni.
Tra i parassiti animali che possono aggredite le azalee, ricordiamo il ragnetto rosso, che tesse ragnatele sul retro delle foglie che risultano interessate da macchie giallastre, e dall’oziorrinco, specie di coleottero che danneggia le foglie. Entrambi gli insetti sono da combattere con insetticidi appropriati alla specie. Tra le alterazioni fisiologiche, generate da errate pratiche colturali, ricordiamo l’ingiallimento delle foglie, causato da insufficiente concimazione o ristagni idrici. Al riguardo, si tratta di rimuovere rispettivamente le cause, fertilizzando il terreno, con appropriati interventi di concimazione, e riducendo le innaffiature, non mancando di migliorare il drenaggio del terreno. Tra le patologie fungine che possono interessare le azalee ricordiamo il marciume radica ed il marciume del colletto, patologie da prevenire evitando ristagni idrici, migliorando il drenaggio e l’aerazione del terreno, provvedendo a bruciare le piante o le parti di esse interessate dalla patologia. Per ulteriori approfondimenti potete consultare la guida: "Azalee malattie e avversità"
Per la coltivazione in vaso, bisogna utilizzare un contenitore in plastica di dimensioni adeguate alla futura grandezza della pianta da mettere a dimora, in cui la larghezza prevale rispetto all’altezza, in considerazione del fatto che la massa radicale si sviluppa in superficie. Prima del terriccio, sul fondo del vaso bisogna mettere uno strato di ghiaia per migliorare il drenaggio ed evitare i pericolosi ristagni idrici. E’ necessario utilizzare un terriccio soffice e leggero, in grado di assicurare alla pianta un’adeguata areazione e un buon drenaggio. Un terreno composto dal 70% di torba e 30% di sabbia, con l’aggiunta di sostanze nutritive, in cui le radici sono libere di espandersi senza fatica. Al riguardo, i comuni terricci che si trovano presso i center garden, oltre che ricchi di torba, contengono sufficiente quantità di humus, elemento che favorisce l’areazione del terreno e l’attitudine a trattenere la giusta quantità di umidità, evitando condizioni di asfissia alla massa radicale. Per l’impianto e le cure colturali, in quanto compatibili, vale quanto visto per la coltivazione in piena terra.
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