Il nasturzio (Tropaeolum), pianta ornamentale a portamento rampicante, commestibile e ricca di vitamina “C”, dalla semina alle tecniche di moltiplicazione agamiche, dall’impianto in vaso o piena terra alle cure colturali, dagli utilizzi alle malattie.
Il nasturzio è una pianta facile da coltivare, che si riproduce senza difficoltà per seme, caratterizzata da una appariscente e profumata fioritura, con fiori a forma d’imbuto, che adorna parchi e giardini da aprile e settembre. Pianta ricca di vitamina “C”, interamente commestibile, dalle foglie ai fiori ai semi, dal sapore acro e piccante. Originaria dell’America meridionale, deve il nome alla confusione che di essa spesso si fa con il crescione d'acqua (Nasturtium officinale), pianta aromatica perenne della famiglia delle Crucifere. Venuta meno nel corso degni anni la specie originariamente importata, la “Tropaeolum minus" è stata rimpiazzata dalla specie attualmente presente la "Tropaeolum majus". Il nasturzio, della famiglia delle Tropeolanceae, non è un “vero rampicante”, nel senso che non possiede gli elementi, come i viticci o le radici aeree, con i quali aggrapparsi autonomamente ed in maniera sicura ai sostegni naturali o artificiale, nonostante sia caratterizzato da lunghi tralci, che possono superare i 2m di lunghezza. A differenza dei veri rampicanti, come l’edera o il gelsomino, necessita di essere guidata e se necessario anche legata ad opera dell’uomo. Ha un portamento che potremmo definire semirampicante, prima eretto ma che poi tende ad afflosciarsi, assumendo un portamento strisciante in mancanza di sostegni e legature. Il nasturzio, con la sua altezza media di 60-80cm, è un rampicante particolarmente indicato per ornare aree scoscesi, gradinate e pendii. Oltre alla specie Tropaeolum majus, caratterizzata da fioritura variamente colorata dal giallo al rosso, all’arancio, ricordiamo la Tropaeolum peltophrum, con una fioritura di arancio, la Tropaeolum peregrinum e la Tropaeolum speciosum.
Predilige un clima temperato mite, una posizione con tanta luce, ma non sopporta il sole diretto per l’intera giornata. Non è una pianta esigente, va bene un terreno medio impasto in cui i vari elementi, quali ghiaia, torba, argilla e sostanze organiche sono in grado di assicurare un terreno leggero e ben drenato anche se non eccessivamente ricco di elementi nutritivi.
Si può partire dai semi, da piantare direttamente nella dimora definitiva durante la stagione primaverile, interrandoli a 2-3cm di profondità, o da piantine. E’ possibile acquistare queste ultima presso vivai o fioristi o realizzarle da semi in contenitori singoli. Al riguardo, esistono contenitori biodegradabili (di torba), che non necessitano di essere rinvasati, che vanno interrati unitamente alla pianta, evitando alla stessa qualsiasi forma di stress. Per l’impianto in vaso, sia partendo da seme che da piantina già radicata, bisogna optare per un contenitore sufficientemente capiente, al fine differire quanto più possibile l’intervento di rinvaso. Per la messa a dimora della piantina già radicata, bisogna approntare una buca che, per larghezza e profondità, presenti una capacità almeno doppia del pane che contiene le radici. Sul fondo del vaso e della buca bisogna sistemare uno strato di ghiaia per assicurare un buon drenaggio, cui segue uno strato di terriccio che potrebbe essere preceduto da un sottilissimo strato di letame maturo. Importante è evitare che le radici possano venire a diretto contatto con l’eventuale strato di stallatico. Preparato il fondo della buca o del vaso si posiziona la piantina senza far sgretolare il pane e si versa il terriccio fino a colmare il vaso o la buca. Conclude l’operazione una sottile innaffiatura, dopo aver leggermente pressato il terreno attorno alla massa radicale.
Il nasturzio richiede un terreno fresco, ma supera senza difficoltà brevi periodi di siccità. Gli interventi di annaffiatura vanno stabiliti in funzione della stagione, della piovosità, della zona climatica. In ogni caso bisogna intervenire quando il terreno risulta completamente asciutto, evitando ristagni idrici. Per le piante in piena terra in giardino o in vaso su balconi e terrazzi, le annaffiature hanno lo scopo di integrare quelle naturali delle piogge. A titolo indicativo: durante l’inverno gli interventi vanno drasticamente ridotti se non addirittura sospesi; durante le stagioni miti, primavera e autunno, potrebbe essere sufficiente annaffiare 1-2 volte al mese, mentre durante l’estate potrebbe risultare necessario annaffiare anche 2-3 volte alla settimana. Bisogna considerare che le esigenze delle piante in vaso, sebbene sistemate all’esterno, sono diverse rispetto a quelle in piena terra, sia per la limitata quantità di terriccio di cui dispongono che per il clima diverso che si crea sul balcone o terrazzo rispetto al giardino, dove la presenza del verde contribuisce a creare un ambiente sicuramente più fresco e meno arido. Le radici della pianta in vaso non possono espandersi liberamente alla ricerca di terreno fresco e subiscono in misura maggiore le escursioni termiche.
Come già abbiamo detto, il nasturzio è una pinta a crescita veloce, che non richiede un terreno particolarmente ricco di sostanze organiche, ma per migliorare la fioritura rispetto alla massa fogliare verde chiaro, durante la stagione vegetativa, si possono programmare interventi di concimazione, da eseguire ogni 35-40 giorni con concime liquido a base di fosforo e potassio da diluire nell’acqua destinata alle innaffiature. Abbondanza di humus o concimi azotati, favoriscono lo sviluppo della vegetazione a scapito della fioritura.
Per la pianta di nasturzio rampicante possiamo parlare solo di una cosiddetta “potatura di pulizia”, con la quale si provvede ad eliminare i fiori secchi e marciti per evitare che possano diventare veicoli infezioni e nello stesso tempo prolungare la fioritura. Infatti, in questo modo la fioritura può disporre di maggiori risorse che vengono sottratte alla produzione di semi, ai quali si potrebbe non essere interessati.
Pratica opportuna per il nasturzio che si intende coltivare come pianta perenne, per le quali diventa necessario proteggere la massa radicale dalle gelate invernali con una pacciamatura, da eseguire ai piedi della pianta con agritessuto, paglia o fogliame. Per questo motivo tranne che nelle regioni costiere, si preferisce coltivare il nasturzio come pianta annuale.
Come tutte le piante in vaso, anche il nasturzio va rinvasato ogni 3-4 anni, ed in ogni caso quando il terriccio a disposizione diventa insufficiente e privo di nutrienti, nonostante gli interventi di fertilizzazione. Per il nasturzio, il rinvaso può essere una pratica non prevista se al momento dell’impianto, la grandezza del contenitore è stata stabilita in funzione delle esigente della pianta una volta che ha raggiunto la massima maturità. Il rinvaso rappresenta uno stress per la pianta, per cui bisogna evitare di eseguirlo durante il periodo di dormienza e durante la stagione di piena vegetazione. Fine inverno-inizio primavera, quando per la pianta sta per finire il periodi di letargo e sta per iniziare la nuova stagione vegetativa, rappresenta il momento migliore. In assenza di rinvaso, annualmente bisogna cercare di sostituire parzialmente il terriccio senza stressare la massa radicale.
Per seme, talea e propaggine. A differenza della gran parte dei rampicanti, per i quali si preferiscono le tecniche di riproduzione agamiche, perché ritenute più semplici e perché assicurano piante con le stesse caratteristiche della pianta madre, per il nasturzio la semina rappresenta la principale tecnica di riproduzione. L’interro dei semi, da eseguire a primavera inoltrata, può avvenire direttamente nella dimora definitiva in piena terra o in un vaso sufficientemente grande. In alternativa, si possono interrare 1-2 semi per singoli contenitori, provvedendo a rinvasare nella dimora definitiva le piantine non appena sufficientemente grandi da poter essere maneggiate. In considerazione della dimensione, i semi, in gruppi di 3, una volta maturai si prestano ad essere raccolti ed essiccati per essere utilizzati per la semina, ma possono essere comprati in bustine presso vivai, centri commerciali attrezzati, center garden, fioristi, ecc. Per velocizzare la germinazione è opportuno lasciare i semi a bagno in acqua tiepida per circa 12-18 ore prima della semina. L’accortezza non serve a migliorare la resa.. Per informazioni passo passo sulle tecniche di riproduzione per talea e propaggine e approfondimenti sulla semina, potete consultare rispettivamente le guide: “Talea”, “Propaggine”, “Semina”.
Il nasturzio è una pianta rustica che, se in buona salute e oggetto di cure colturali puntuali e precise, non teme le malattie da fungo e gli attacchi da parte di parassiti animali. In presenza di condizioni particolari, caratterizzate da clima caldo e asciutto, potrebbe diventare preda dei cosiddetti pidocchi delle piante, gli “Afidi”. Piccoli insetti che vivono in colonie nutrendosi della linfa della pianta, procurando con le punture potenziali veicoli di infezioni. Si combattono con insetticidi e rimuovendo materialmente i fusti particolarmente infestate che vanno bruciati. Si prevengono creando condizioni sfavorevoli, incrementando le annaffiature.
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