Guida sulla cura e coltivazione delle piante rampicanti, dalle origini e caratteristiche della specie alle pratiche colturali, dall’impianto alla potatura, dall’innaffiatura alla cimatura, dal sostegno alla legatura, alla moltiplicazione.
Piante caratterizzate da fusti lunghi e flessibili che vivono aggrappate ad appositi sostegni: naturali, come alberi e arbusti, ed artificiali, che spaziano dalle reti di recinzioni ai muri con superficie scabra, dalle pergole ai graticci in acciaio o ferro battuto, dal gazebo agli archi, dalle ringhiere ai fili di ferro, anche se più correttamente il termine “rampicanti” andrebbe usato per le solo piante che sono in grado autonomamente di procurarsi il sostegno cui appoggiarsi ed arrampicarsi. Sono piante rustiche, resistenti alle avversità atmosferiche, difficili ad ammalarsi ed essere preda di parassiti animali. In natura l’attitudine ad arrampicarsi e crescere in verticale viene sfruttata dalla specie per raggiungere postazioni luminose e soleggiate, sovrastando la vegetazione che agisce da barriera, mentre da parte dell’uomo i rampicanti vengono impiegati per creare zone d’ombra, barriere agli agenti atmosferici e agli occhi indiscreti dei vicini e passanti, nascondere angoli poco gradevoli, creare angoli intimi e riservati, adornare muri, pergolati, gazebo e tettoie, creare zone semiombreggiate per le colture più delicate. Tra le specie maggiormente diffuse ed apprezzate, ricordiamo : la Vite canadese, la Bouganvillea, il Caprifoglio del Giappone, l’Edera, il Glicine, la Passiflora, la Bignonia ed il Gelsomino, in grado di soddisfare le varie esigenze estetiche e funzionali, con le varietà da fiori e di sempreverdi.
Variano in funzione della specie. Bisogna partire dalle condizione climatiche della propria area geografica ed orientare la scelta verso quelle varietà compatibili, lasciandosi consigliare dal personale specializzato dei Punti Vendita (Center garden, Vivai, Fioristi e Centri commerciali) presso i quali acquistare il rampicante. A scopo esemplificativo: l’edera tollera temperature fino a 10°C sotto lo zero, anche se predilige una temperatura compresa tra 15-20°C ed una postazione luminosa e soleggiata; la buganvillea predilige un clima temperato-caldo e non sopporta il freddo, con temperature inferiori ai 5-6°C; la passiflora o fiore della passione non sopporta il freddo e predilige una postazione particolarmente soleggiata; il gelsomino bianco (Jasminum officinale) sopporta bene il freddo, con temperature fino a 10-15°C sotto lo zero e predilige una postazione soleggiata o semiobreggiata e così via.
in linea generale, i rampicanti non sono particolarmente esigenti ma prediligono un terreno fertile, ricco di sostanze organiche (necessitano infatti di molti nutrienti, in considerazione della veloce e abbondante vegetazione) e ben drenato, caratteristica quest’ultima da migliorare, se necessario, con l’aggiunta di sabbia.
Per l’impianto si può partire sia da piante con radici avvolte in zolle che da piante a radice nude. In entrambi i casi il periodo migliore per la messa a dimora coincide con la fine dell’autunno o l’inizio della primavera. Bisogna evitare le condizioni climatiche estreme, caratterizzate da troppo freddo o troppo caldo. Rispetto alle zolle bisogna scavare buche più larghe del 70-80% e più profonde del 20% circa, spazio da colmare con nuovo terriccio, da compattare alla massa radicale esercitando un’adeguata pressione, seguita da una regolare innaffiatura. Prima della messa a dimora, alle piante a radice nude vanno rimosse le eventuali foglie secche, i rami spezzati, nonché accorciate le radici lunghe e legnose.
L’andamento, la crescita e la distribuzione dei tralci va corretta e guidata fin dal momento dell’impianto, assicurando alla pianta i necessari sostegni cui fissare i tralci opportunamente distanziati, avendo cura di non stringere eccessivamente la rafia per evitare di danneggiarli.
Come per tutte le piante, anche per i rampicanti, la frequenza e l’intensità degli interventi di annaffiature dipendono dalla stagione, dalla zona climatica, dalla fase vegetativa.
Bisogna innaffiare quando il terreno risulta asciutto e non residuano tracce del precedente intervento, evitando le ore più calde della stagione estiva, durante la quale è consigliabile innaffiare di sera, in modo che il terreno resti umido per il maggior tempo possibile. A scopo indicativo: durante l’inverno le innaffiature vanno sospese o fortemente diradate; durante l’autunno e la primavera risulta sufficiente innaffiare ogni 3-4 giorni; durante la stagione estiva di norma bisogna innaffiare tutti i giorni, anche due volte al giorno (mattina e sera).
Rappresenta una pratica particolarmente consigliata durante i primi anni di vita della pianta al fine di proteggerle la massa radicale dalle condizioni climatiche estreme, caratterizzate da inaspettate gelate o caldo torrido.
Se il terreno è stato adeguatamente vangato e concimato con stallatico maturo prima dell’impianto, in ragione di 2,5-3Kg di letame per mq, potrebbero non risultare necessari successivi interventi di fertilizzazione. In presenza di una crescita o di una fioritura non soddisfacente, bisogna intervenire con un concime liquido bilanciato, da diluire nell’acqua destinata all’innaffiatura. Un concime in cui i 3 elementi principali, quali azoto, fosforo e potassio, sono presenti in parti eguali.
Per i rampicanti la potatura rappresenta una pratica importante e precoce. Fin dal momento dell’impianto bisogna intervenire per assicurare alla pianta una rigogliosa vegetazione a partire dalla parte bassa della pianta. Allo scopo potrebbero risultare opportuni cadenzati interventi di cimatura. Dopo il primo anno di vita, e per 3-4 anni consecutivi, i tralci principali vanno accorciati del 70% circa, provvedendo con l’occasione a rimuovere i rami secchi, spezzati o comunque interessati da malattie o attacco da parte di parassiti animali. Per approfondimenti sulla potatura dei rampicanti, potete consultare la guida:"Rampicanti potatura".
A parte la riproduzione (moltiplicazione) per seme, comune a tutte le piante, i rampicanti si riproducono essenzialmente per propaggine, talea e divisioni di polloni.
I rampicanti sono piante rustiche, molto forti, non facilmente attaccabili dalle malattie e patologie fungine o diventare preda di parassiti animali. Alcune specie, come il gelsomino e la vite canadese, potrebbero essere vittima dei cosiddetti pidocchi delle piante (afidi), piccolissimi insetti fitofagi, alati o meno, che si nutrono della linfa della pianta, attaccando la giovane vegetazione. Parassiti da debellare con insetticidi appropriati, favorendo la presenza di predatori naturali, rimuovendo i tralci particolarmente infestati.
Tra le varietà di rampicanti indicate per la coltivazione in vaso, ricordiamo: la buganvillea; l’edera; il gelsomino; la passiflora; la rosa; il filodendro, ecc. Per le pratiche colturali, dall’impianto alla concimazione e annaffiatura, dalla potatura alla cimatura e riproduzione, vale, in quanto compatibile, quanto abbiamo visto per la coltivazione in piena terra. In particolare: il vaso, oltre che capiente, deve essere stabile e pesante, in considerazione dell’altezza che raggiunge questa specie; i rampicanti vanno rinvasati ogni 2-3 anni; quando l’altezza dei tralci supera quella del sostegno, essi vanno recisi; i rami vanno legati alla struttura di sostegno man mano che crescono, avendo l’accortezza di non stringere troppo la rafia per evitare di danneggiare i giovani rami nei punti di ancoraggio; mantenere in terriccio costantemente umido, evitando i ristagni idrici; posizionare il vaso in modo che la massa radicale non sia esposta al sole diretto per molte ore; durante l’inverno proteggere le radice della pianta dalle pericolose gelate con un accurata pacciamatura da realizzare ai piedi della stessa.
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